Barbara Floridia: Palermo città d’arte

| 20 Luglio 2016 | Comments (0)

 

 

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Visitare Palermo è come fare un viaggio nell’arte e questo lo sappiamo tutti. Si magia bene, anche se non sempre in modo sano e ce ne siamo fatti una ragione. L’ospitalità e i palermitani sostituiscono i servizi carenti, almeno ci provano. Palermo è un’immersione nella cultura multietnica di quello spettacolo vario e affascinante che è il genere umano, dalla tragedia alla commedia.

Questa Palermo che tutti conosciamo ha da qualche anno iniziato una nuova avventura, una resistenza “umile ma tenace” al periodo post-industriale attuale. Come? Non vendendo più solo i soliti souvenirs tanto tradizionali quanto banali, figli del processo meccanico e di filiera ma oggetti nuovi, diversi, unici. Non proprio souvernirs…

Grazie ad un’idea di Pietro Muratore infatti alcuni artisti e professionisti, dissidenti di quest’epoca dell’ovvio e dello standardizzato, si sono prestati all’artigianato locale per proporre al mercato, al gusto, all’occhio, il ritorno dell’unicità di un prodotto, restituendo il piacere della scelta e della bellezza.

ALAB è il nome dell’associazione che ha avuto il merito di trasformare idee ed intuizioni originali in progetti concreti che hanno risvegliato dal torpore il centro storico abbandonato della città di Balarm, come gli arabi chiamavano Palermo.

 

Intervistiamo la responsabile della comunicazione Manuela Baldanza invitandovi anche a vedere il video sopra accluso

 

D. Ci racconti meglio in cosa consiste il vostro progetto ALAB?

ALAB  si può configurare come un progetto di riqualificazione urbana e sociale volto allo sviluppo di una rete diffusa di microeconomia che, se da una parte crea sviluppo, dall’altra ha funzione di presidio di un territorio altrimenti abbandonato. In appena sei anni hanno aderito all’associazione oltre 300 artigiani/artisti/designer e sono nati nella nostra città 50 laboratori/ negozi. Tra i nostri obiettivi c’è la diffusione della cultura dell’artigianato come innovazione economica e culturale sia tra i più piccoli (attraverso laboratori tematici dentro e fuori le scuole) che tra i giovani in cerca di uno sbocco occupazionale (formandoli attraverso workshop, tirocini formativi ed incontri con la comunità). In questo processo di scambio e arricchimento, viene privilegiato il “fare rete” attraverso momenti di condivisione e confronto con altre associazioni ed artigiani/artisti. Non mancano le occasioni di scambio con la comunità, attraverso le fiere e gli eventi diffusi in tutta la città.


D. Ci faccia l’esempio di un Laboratorio ALAB nello specifico?

“Spazio a Tempo” è uno dei laboratori Alab, si trova ai 4 Canti, in via Vittorio Emanuele 297 ed ospita 5 artigiane molto diverse tra loro con la passione comune per l’unicità del prodotto e l’handmade.

Accanto all’artigianato più “classico” (la lavorazione dei metalli preziosi di Vitalba Canino gioielli e quella del legno di Alessandra Gennaro, con i suoi originali paladini rivisitati) troviamo una forma di artigianato basata su materiali e tecniche innovativi: ad esempio la linea Isola fotografia e design in cui architettura e fotografia si fondono per dar vita a gioielli e complementi in forex e pvc.

 


Il marchio ’Isola. Fotografia e design” nasce nel 2015, dall’incontro tra il fotografo/architetto Cristina Ferrara e l’architetto Guendalina Di Vita, partendo da un’idea “l‘arte fotografica applicata”.

Con il progetto fotografico “Fleurs” i gelsomini, le pomelie, l’agave, l’ibiscus incontrano il ferro, il cemento e il plexiglass, per trasformarsi, seguendo delle linee essenziali, in luci di design che creano atmosfera e donano colore all’ambiente.

La fotografia invade non solo il campo del light design, ma anche il mondo dei tessuti e del pvc diventando man mano oggetti d’arredo o da indossare.

 

Le lampade animalesche, della linea Wolla ecodesign, nascono come una sorta di “assemblaggio dadaistico”, di giocattoli, animaletti ed oggetti vari che, combinati insieme, danno vita a sculture luminose.


Il progetto di ecodesign Wolla  in cui oggetti di uso comune vengono ricontestualizzati per dar vita a lampade/scultura “animalesche” e complementi d’arredo, ispirati al principio dell’assemblaggio tanto amato da Picasso e dal movimento Dada. Il mio approccio artigianale è legato ai miei studi: nasco come grafico pubblicitario e da oltre 10 anni mi occupo di allestimenti di spazi espositivi, ideazione di marchi e progettazione di campagne pubblicitarie.

Ho imparato dalla pubblicità che niente è come sembra: spesso il prodotto da pubblicizzare è inserito in contesti diversi dal proprio; si gioca con le parole per inventare significati nuovi e sorprendere il proprio target.

“Guardo gli oggetti non solamente per quello che sono ma per il potenziale che possono ancora esprimere: tutto quello che già c’è e che altrimenti andrebbe perso. Come un collezionista, amo conservare questi giocattoli ancora funzionanti ed esteticamente affascinanti per creare una sorta di “Wunderkammer” una camera delle meraviglie di ricordi ed emozioni. Ogni lampada è ispirata a quei ricordi, racchiusi nei singoli oggetti, che ogni persona mi affida, affinché li assembli in un pezzo unico, come unico è il legame tra ogni persona ed i suoi ricordi.”

 


“Cianciana” è il nome dell’artista che sta rivisitando il pupo siciliano ovvero il paladino marionetta, umile ma tenace segno di resistenza.

– “Ogni oggetto creato, ovvero immaginato, disegnato e infine costruito, è spinto alla forma da reminiscenze della tradizione siciliana e in particolare la rivisitazione del “pupo”. Utilizzo il legno: lo intaglio, lo assemblo, quindi lo rivesto con l’armatura, le immagini e i colori dei ricordi. E diventa quasi un giocattolo tra le mie mani divertite. Per me è infatti fondamentale l’aspetto ludico del processo creativo; in questo senso credo che la creatività sia l’unica cosa che possa mantenere questo mondo a colori.

La creatività intesa come libera espressione del proprio talento, qualunque esso sia. Non dico niente di nuovo, forse solamente dovremmo essere maggiormente educati a questo: creare è una possibile strada verso la felicità.”

 

 

 

 

 

 

 

Category: Arte e Poesia, Osservatorio Sicilia, Video

About Barbara Floridia: Barbara Floridia è docente di letteratura italiana e latina dal 2000. Ha insegnato in vari Licei di Italia. Oggi è in ruolo presso il Liceo S. Savarino di Partinico (PA). Specializzata all'insegnamento nelle scuole di secondo grado (SISS) presso l'Università degli studi di Messina, ha conseguito il Diploma di Specializzazione biennale Post-Laurea in "Metodologie psicopedagogiche", il Master in «Dirigere, gestire e organizzare le istituzioni scolastiche e formative» e il Perfezionamento universitario in "Scuola ed educazione interculturale ". Inoltre, presso il centro studi LAB di Roma ha frequentato il corso in scrittura creativa "Laboratorio in scrittura per la narrativa e la sceneggiatura cinematografica" tenuto, tra gli altri, dal regista G. Tornatore, dallo scrittore A. Camilleri e dai giornalisti R. Cotroneo e V. Mollica. Ha diretto la regia della tragedia "Medea" di Seneca presso il Teatro Civico di Thiene (VI, 2003), ha scritto e diretto il recital “Sicilia: terra promessa «Hic quaerite Troiam»" (Castello di Spadafora, ME, 2007) ed è autrice del romanzo «Cesare ed io» (Ibiskos Editrice, 2014). Per ulteriori informazioni sulle attività di Barbara Floridia si veda www.barbarafloridia.com

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