Aldo Ridolfi: La poesia di Adriana Rezzele. L’assoluto valore del particolare

| 3 Febbraio 2023 | Comments (0)

 

 

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Aldo Ridolfi: La poesia di Adriana Rezzele: l’assoluto valore del particolare

Adriana Rezzele è una poetessa che abita a Selva di Progno (Verona), in Val d’Illasi, là dove il solco vallivo si avvicina alla sua testata rappresentata da cime alte 2200 metri. Lì, in quella nicchia, l’aria si fa sottile e i sentimenti scorrono più liberi. Liberi anche di essere raccontati.

E’ ciò che fa Adriana nella sua ultima raccolta Voci del verbo amare, Bonaccorso editore 2023. La sera del 27 gennaio la raccolta è stata presentata proprio nel Centro di cultura del comune alla presenza del sindaco e di un numeroso pubblico. Ospitiamo qui la presentazione di Aldo Ridolfi.

Buona sera. Sono contento di essere qui. Perché Adriana me lo ha chiesto e di ciò mi ritengo onorato; perché sono assieme ad amici e amiche; perché ci siete voi venuti ad ascoltare la lettura di poesie e qualche relativo commento e ciò mi fan ben sperare per il futuro, nonostante le fatiche del presente.

Devo dirvi che ho una premessa da fare. Le premesse sono maledettamente noiose, portate pazienza, ma a volte aggiungono luce a ciò che viene detto dopo.

La premessa consiste in questo: ogni volta che mi viene chiesto di presentare un autore entro in una crisi che si risolve solo a lavoro finito. Certo, in questa crisi c’è una mia  personale inadeguatezza rispetto al compito che mi viene chiesto, ma c’è qualcos’altro di ben più serio. E’ che nel momento in cui si apre un testo scritto da qualcuno ci si trova davanti ad una montagna altissima con passaggi di settimo grado per arrivare in cima. Quello che voglio dire è che in queste poesie, in questi versi c’è tutta l’anima della persona che gli ha scritti. Non si tratta, per me, di aver studiato, di conoscere la filologia, di sapere che cos’è la metrica, di individuare i debiti letterari  eventuali. Sembra che sia così, ma non si tratta di questo. E’ che dentro queste settanta pagine c’è Adriana Rezzele. Con il suo mondo. Con i suoi sentimenti, il suo sentire e il suo dire. Il suo coraggio, la sua apertura al mondo. Il suo amore verso chi, verso che cosa. La sua passione, la sua perseveranza, la sua trasparenza, i suoi entusiasmi, anche i suoi patire i suoi dolori… Capite quanto è delicato intervenire da fuori in tutto ciò. E’ come muoversi in una stanza zeppa di cristalli di Boemia: se compi un passo falso viene giù tutto. Non tanto i cristalli di Boemia, che rimangono oggetti, ma lo stesso spirito che informa i testi di Adriana. Qui c’è un’anima, quella di chi ha scritto, che ha il sacrosanto diritto di essere presa sul serio, molto sul serio. Capita. Seguita. Interrogata. Perfino “spiata”.

E allora proviamoci.

Intanto: Adriana, come tutti quelli che scrivono, cita in esergo altri autori. Le parole hanno questo di vantaggioso che si possono prendere a prestito, senza carta di credito, senza cauzione. Sono lì: prendile, riflettici, usale. Le parole sono di tutti!

Adriana nella sua tesi di laurea – diventata nel 2013 libro – cita Rainer Maria Rilke. E’ una citazione perfetta, che si adagia come un vestito di seta sulla sua anima. E’ anche una citazione complessa, ma di essa io prendo le sole prime cinque parole, sono sufficienti: «Voci, voci. Ascolta mio cuore…»

Con questa tesi dal titolo Spazio vissuto ad Adriana è riuscito un colpo perfetto: ragionare scientificamente di geografia tirandosi dietro anche i sentimenti, i vissuti, gli ideali. E’ quella che si chiama visione olistica della vita, della realtà, del mondo. Un sentire che l’Autrice ha trasportato nella sua poesia.

Ma ritorniamo a Voci del verbo amare: si realizza, lì, l’invito all’ascolto di Rilke?

Certo, quelle voci ci sono, innumerevoli e Adriana le ascolta e le fa sue.

Le “Voci” di Rilke e di Adriana non provengono dall’etere, non entrano in un orecchio per uscire dall’altro, non sono debitrici al web, non sono dematerializzate… Sono le voci che mandano i vecchi mobili, le fredde ranocchie, i bambini che giocano nel cortile della scuola; sono le voci del Tilio, e de l’Aulo, due figure per lei ferme e solide come le montagne che le stanno accanto, sono l’urlo del superfluo che soffoca ma anche quelle che escono dalla scatola a fiori; sono i nissoi da dota che sussurrano, gli immensi derli del padre mentre vanga l’orto o cammina nel bosco, il bisbiglio delle viole…

Adriana raccoglie queste voci e riesce a dare al particolare la prospettiva dell’immensità. E se non scoprivo questo (grazie ad una conversazione brevissima con lei) avrei frantumato tutti i cristalli di Boemia! E allora mi è apparso chiaro che Adriana non si ferma alle cose – nonostante la loro nobiltà – ma si incammina alla ricerca dell’assoluto che è un suo bisogno viscerale, un suo percorso vitale.

Ed è in buona compagnia: tanti anni fa, in una gremita saletta della Biblioteca Civica di Verona, il poeta Mario Luzi, ormai vecchio, con un filo di voce, magrissimo ha detto pressappoco così: «I poeti cercano il tutto, cercano l’assoluto». E Adriana a pagina 24:

«E’ una continua ricerca di Assoluto…

in un tramonto

 negli occhi di un bambino

 nel moto continuo delle onde del mare…

Ma l’assoluto non va cercato

come qualcosa da catturare, da afferrare,

da trattenere.

L’assoluto va colto mentre si fa.

Va guardato mentre accade.

L’assoluto è ovunque

e si pone in essere continuamente…

L’assoluto è nel particolare

e si svela in  modo particolare nelle persone.»

La corrispondenza d’amorosi sensi, per dirla con Foscolo, è perfetta. Così come è palmare il circolo ermeneutico di Adriana: dal particolare all’universale e dall’universale al particolare.  Noi aspiriamo al cielo ma abitiamo la terra. Non possiamo dimenticarlo, mai. Adriana non lo dimentica. Adriana con il suo stile, con il suo lessico, con il suo sentire abbraccia – declinando anche qui il verbo amore – il messaggio di F. Holderlin grande poeta tedesco per il quale «Con merito, poeticamente abita l’uomo la terra».

Forse questo è il progetto più ecologico che mi sia capitato di sentire: abitare poeticamente il mondo.

 

 

Category: Arte e Poesia

About Aldo Ridolfi: Aldo Ridolfi è nato e vive a Tregnago. Laureatosi in pedagogia ha esercitato la professione di insegnante effettuando con i suoi alunni numerose ricerche di carattere ambientale relative al proprio territorio. Ha prodotto diversi studi storico-geografici, tutti pubblicati su riviste locali; ha collaborato alla realizzazione di film e documentari, sempre di carattere locale; dal 2003 al 2008 è stato responsabile della Redazione della rivista Cimbri/Tzimbar. Ha collaborato a vario titolo alla realizzazione di libri e suoi racconti sono presenti su diverse antologie di premi letterari. Fa parte del GISM: Gruppo Italiano Scrittori di Montagna.

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