Dalla rete diffondiamo questa lettera di Adriano Sofri a Dario Fo per ricordare Franca
Caro Dario, mi ricordo di una cosa che ti ho sentito dire in qualche occasione, che non riuscivi a credere di poter conquistare una donna meravigliosa come Franca, dopo esserne stato conquistato a prima vista. Lo ascoltai con una gran simpatia, perché mi ricordavo bene come fosse esplosivamente bella e intelligente Franca, e perché noi ragazzi –una volta era così, forse lo è ancora, sotto sotto- eravamo increduli di fronte alla bellezza delle ragazze, e ci meravigliavamo quando succedeva che, dopo averci conquistati, si lasciassero conquistare da noi. E’ una storia che non finisce mai di sorprenderci.
Franca, che non ha mai smesso di essere così bella, seppe diventare presto materna e senza smancerie. Adottavate una quantità di cause e di persone, e non avete mai smesso. Il pugno di anni che ci separava era bastato a farvi leggendari ai miei occhi, e quando familiarizzammo mi sembrò che anche questo fosse un pregio di quella voglia fraterna di uguaglianza che ci animava.
Grazie a lei innumerevoli persone destinate a restare fuori, intimidite persino dal loggione, erano autorizzate a venire a vedere gli spettacoli, e anche a visitarvi in camerino: persone che salivano di rango grazie alle speranze e alle lotte di allora, e si guadagnavano un privilegio agli occhi di artisti militanti come voi. Non dimentico le gelosie e le rivalità meschine che perfino in quegli anni di ambizioni generose e sconfinate –anzi, proprio allora- ci rosicchiavano, un gruppo da un altro, i dannati della terra dal soccorso rosso, i detenuti politici e quelli comuni…, e però ogni tanto grandi appuntamenti rimettevano tutti assieme, e anche grandi ideali.
Resistono, i grandi ideali, anche quando diventano più riservati. Del resto anche le gelosie meschine fioriscono ancora, nonostante le ambizioni si siano così rattrappite. La tenace serietà con cui Franca si occupava di quei problemi drammatici e delicati metteva in soggezione. Si caricava di una responsabilità, e non se ne lasciava distogliere da circostanze più clamorose né dal cambiamento dei tempi e degli umori. E ne abbiamo vissuti di tempi e umori diversi. Ci si sente, da un punto in poi, membri di una comunità larga di persone in lista d’attesa, che un po’ alla volta se ne vanno di là, a volte ordinatamente, a volte con una calca improvvisa e con un rovesciamento dell’ordine naturale, e chi resta tiene un orecchio accostato alla parete leggera che lo separa dai partiti.
Rileggo le pagine ironiche e piene di affetto con cui Franca ha preparato la sua partenza, per non esserne colta a tradimento, e perché non lo foste voi: fin dal racconto di lei bambina che si sdraiava ad aspettare di morire e tutti rosariavano e invece non c’era nessuno, e poi alla dichiarazione che sei stato tutto per lei, e la preoccupazione per chi chiuderà le tue finestre la sera dopo.
Sono una persona timida, diceva Franca prima di mostrare se stessa stuprata e l’infamia degli stupratori, e di dedicarlo “a tutte le donne e anche agli uomini”. Era ironico e istruttivo quel “e anche agli uomini”. Ne abbiamo avute cose da imparare sul nostro conto, e anche noi non abbiamo mai smesso.
Nel discorso al Senato, prima di uscirne, che ieri è stato riguardato migliaia di volte, citò “per esempio” le cose sulle quali i suoi colleghi erano sordi che non volevano sentire: “…come il precariato, come la prostituzione, come i morti sul lavoro…”. L’ho riascoltato, per evitare di sbagliare: forse aveva detto “la Costituzione”? No, aveva detto “la prostituzione”, ed era così importante che non occorre neanche che spieghi perché.
Io vi sono grato di tante cose, naturalmente. A Franca, di un affetto autorevole, per così dire, ricambiato di cuore, e che ora verso moltiplicato su te e Jacopo, con una solidarietà intima e militante. Ti abbraccio.
Tags: Franca Rame
Category: Arte e Poesia
About Adriano Sofri: Adriano Sofri (Trieste, 1942) è un giornalista, scrittore e attivista italiano, ex leader di Lotta Continua, condannato a 22 anni di carcere - dopo un lungo e controverso iter giudiziario - quale mandante dell'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Condannato nel 1990 è stato scarcerato nel gennaio 2012, per decorrenza della pena. Sofri si è sempre proclamato innocente. Ha un fratello maggiore, Gianni, storico e saggista, e una sorella, Stella. Fu attivo nella sinistra operaista italiana sin dai primi anni sessanta (collaborò alla rivista Classe operaia), fu tra i fondatori del movimento Il potere operaio pisano, per poi fondare la formazione extraparlamentare comunista Lotta Continua, di cui fu uno dei leader principali fino al suo scioglimento nel 1976. Prima dell'omicidio di Luigi Calabresi, il commissario era stato pubblicamente accusato dagli anarchici e da Sofri, per mezzo di una ampia campagna dalle pagine del giornale Lotta Continua, di essere il responsabile della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra della Questura di Milano durante l'interrogatorio relativo alla strage di piazza Fontana.Condannato nel 1990, e nel 1997 in via definitiva, insieme a Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi, in seguito alla confessione e testimonianza di Leonardo Marino (ex-militante di Lotta Continua), Sofri si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e non ha mai presentato richiesta di grazia, che pure è stata invocata da diversi giornalisti e intellettuali. Il 9 gennaio 2009, in una intervista al Corriere della Sera, pur ribadendo la sua innocenza, si è assunto la corresponsabilità morale dell'omicidio. Il 16 gennaio 2012 viene scarcerato per decorrenza della pena.
Sposato negli anni '60 con la pisana Alessandra Peretti, da cui nacquero i figli Luca, giornalista, e Nicola. Dal 1972 ha poi avuto per compagna, fino alla scomparsa, la norvegese Randi Krokaa. Adriano Sofri è ateo.
Negli anni settanta Sofri fu il leader di Lotta Continua, una delle principali formazioni extraparlamentari marxiste. Lotta Continua si distinse per l'attività politica in aperto contrasto con le forze del Parlamento. Dopo il 1976 appoggiò il Partito Comunista Italiano e, successivamente, presentò proprie liste con altre formazioni di sinistra radicale. Dalle pagine dell'omonimo giornale, sul quale Adriano Sofri scriveva, la formazione attaccò fortemente, tra gli altri, il commissario Luigi Calabresi, da loro accusato di essere il responsabile della morte di Pinelli. La campagna venne sostenuta anche da molti giornali e riviste. Quando Calabresi morì assassinato in un agguato il 17 maggio 1972 il giornale titolò: Ucciso Calabresi, il maggior responsabile dell'assassinio Pinelli. Ancora prima della vicenda giudiziaria, Sofri abbandonò la politica attiva e attualmente è giornalista di Repubblica. È stato iscritto molte volte al Partito Radicale. Oltre che contro la pena di morte, Sofri si è pronunciato contro l'ergastolo, e per l'abolizione dell'ergastolo ostativo dall'ordinamento italiano. Dagli anni ottanta, abbandonata la militanza politica, si è dato all'attività di studio e pubblicistica in campo storico-politico con numerosi articoli e saggi. Tra le sue opere:Memoria , Sellerio Editore, 1990; L'ombra di Moro, Sellerio Editore, 1991; Le prigioni degli altri, Sellerio Editore, 1993; Il nodo e il chiodo, Sellerio Editore, 1995; Lo specchio di Sarajevo, Sellerio Editore, 1997; Piccola posta, Sellerio Editore, 1999; Racconto di Natale, Einaudi, 2002 con illustrazioni di Sergio Staino; Altri Hotel. Il mondo visto da dentro, 1997-2002, Mondadori, 2002; Gli angeli del cortile, Einaudi, 2003 con illustrazioni di Sergio Staino; L'impero delle cicale. Il terzo racconto di Natale, Coconino Press, 2004 con illustrazioni di Sergio Staino; Chi è il mio prossimo, Sellerio Editore, 2007;Contro Giuliano. Noi uomini, le donne e l'aborto, Sellerio Editore, 2008;La notte che Pinelli, Sellerio Editore, 2009 ;
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli, Lindau, 2012 con Gianfranco Ravasi; Doppio rosso. Cina e Cuba. La differenza, la somiglianza, Skira, 2012 con De Benedetti Neige e Visetti Giampaolo; Machiavelli, Tupac e la Principessa, Sellerio Editore, 2013; Reagì Mauro Rostagno sorridendo, Sellerio Editore, 2014