Il Manifesto: 42 anni di «Inchiesta» una lente sulla crisi
DIBATTITO SULLA STAMPA A SINISTRA: “INCHIESTA”, “IL MANIFESTO” ecc..
Riproponiamo l’articolo dedicato alla rivista «Inchiesta» da “Il Manifesto” del 7 agosto 2012
Esiste da 42 anni, è arrivata la numero 176, riuscendo a superare crisi e difficoltà inevitabili per una creatura degli anni Settanta, in particolare se di sinistra. E soprattutto chiamandosi Inchiesta e volendo essere «uno strumento di ricerca che indaga sui temi e problemi del mondo del lavoro, della scuola, della condizione femminile e giovanile, dell’immigrazione». Sulla società, insomma, con il difficile metodo – esplicitato a partire dalla testata – che ha rappresentato una delle principali innovazioni nella storia del movimento operaio italiano, da Raniero Panzieri in qua.
Oggi Inchiesta è diretta da un mai domo Vittorio Capecchi, ha un interessante sito (www.inchiestaonline.it) che un gruppo di giovani intellettuali-militanti costruisce come prezioso archivio di inchieste e dossier), la versione cartacea esce ogni tre mesi – in libreria – e costituisce una delle poche voci «riflessive» sulla condizione sociale. Non solo italiana, mescola le vicende del nostro paese con interessanti – a volte sorprendenti nei temi – reportage e corrispondenze internazionali. L’ultimo numero, appena uscito, ruota attorno all’intreccio tra crisi economica e lavoro, a partire dall’intervento del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini (sull’insopporttabilità del vuoto di attenzione politica che incontra il lavoro), proseguendo con gli articoli di Umberto Romagnoli, Stefano Rodotà, Francesco Ciafaloni e al dossier curato da Tiziano Rinaldini e Luciano Berselli sull’Europa «lungo la linea della catastrofe». Tra urgenze politiche e necessità sociali si colloca il «dialogo» tra Marco Revelli e Gianni Rinaldini sulla neo-nata Alba. Tra gli altri interventi un originale saggio sulla pirateria contemporanea di Roberto Bianco, sintomatico intreccio di antico e moderno.