Mario Agostinelli: A Civitavecchia le lotte per la riconversione della attuale centrale a carbone
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CIVITAVECCHIA: irritante giustificare il gas fossile al convegno “Economy of Francesco” mentre i lavoratori scioperano a turni davanti alla Centrale.
Da mesi i cittadini, i comitati locali, le associazioni ambientaliste, gli studenti, il Consiglio comunale con il Sindaco, le Forze politiche (con l’eccezione di Italia Viva), la CGIL e la UIL conducono a Civitavecchia una campagna per impedire la riconversione a gas fossile della attuale centrale a carbone.
A sostegno di una riprogrammazione dell’offerta energetica con rinnovabili e idrogeno si è creato un vasto fronte di adesioni, che ha registrato un momento di convinta mobilitazione in concomitanza con un episodio di irritante mistificazione.
Mentre i metalmeccanici scioperavano ad inizio turno davanti alla centrale, la regione Lazio organizzava a Roma un convegno dal titolo accattivante: “Economy of Francesco: energia, ambiente, salute e agricoltura. Al servizio di un Paese migliore, più virtuoso e inclusivo”. Durante il suo svolgimento è intervenuto anche il presidente di Enel Italia Tamburi, che ha affermato che la “sostenibilità” dell’energia lungo il litorale laziale potrà pur essere rafforzata da azioni a minor impatto rispetto al carbone, ma, alla fine, si dovrà passare attraverso la combustione di gas fossile.
In risposta ad una deprecabile e irrispettosa manifestazione di incoerenza rispetto al messaggio sull’ingiustizia sociale e climatica che papa Francesco va da tempo riproponendo, il Comitato locale contro il metano ha pubblicato sul giornale della cittadina laziale la nota che vale la pena di riportare di seguito per intera.
“Nella lettera pubblicata ieri sulle testate locali, in cui Mario Agostinelli, presidente dell’associazione “Laudato si” esprime la solidarietà ai lavoratori metalmeccanici in sciopero, ci sono alcuni spunti di riflessione che vale la pena riprendere, proprio mentre gli operai manifestavano sotto la centrale Enel di Civitavecchia e, inoltre, emergeva dalle consultazioni per il Governo la novità della istituzione del nuovo Ministero per la transizione energetica. Nelle stesse ore, durante un convegno organizzato a Roma dalla Regione Lazio, i vertici dell’Enel confermavano che la via nazionale alla sostenibilità continuerà a passare dalla combustione del gas; tradotto: la transizione energetica si nutre di belle parole -rinnovabili, smart grid, batterie – ma, alla fine, una volta dismesso il carbone, si continuerà a bruciare gas fossile. Magari con la benedizione della Regione Lazio. Non c’è che dire, tempismo perfetto.
Ma fin qui poco di nuovo. Sapevamo già che sono troppo alti gli interessi in gioco, esclusivamente economici, per ammettere che transizione energetica vuol dire abbandono totale dei combustibili fossili e un nuovo corso incentrato sulla sostituzione con le energie rinnovabili rafforzate dal binomio con l’idrogeno e gli stoccaggi. Lo impone l’Europa, ora dovrà dirlo (si spera) anche Draghi, che nella dimensione europeista è perfettamente integrato.
Ciò tuttavia che nell’iniziativa della Regione più sconcerta e in egual modo suscita irritazione è il richiamo a Papa Francesco e alla enciclica “Laudato sii”; richiamo presente già nel titolo del convegno e confermato sia dalla location dove si è svolto, sia dal parterre, composto da molte personalità vicine alla Chiesa.
I richiami all’ingiustizia climatica e sociale del Papa, di alto valore etico e morale, sono state utilizzate da alcuni relatori solo per attenuare e mascherare l’incoerenza dei progetti che stanno portando avanti, come i turbogas sulla costa tirrenica. E risulta ancor più grave che si sia utilizzato un luogo istituzionale che, più o meno consapevolmente, se ne è reso complice.
Giova ricordare che l’Enciclica “Laudato si” parla, fra l’altro, di ecologia integrale, i cui cardini sono l’Ambiente e i beni comuni (clima, desertificazione, sfruttamento estrattivo, deforestazione, inquinamento del suolo, del mare e dell’aria, rifiuti e scorie tossiche, land e water grabbing, proliferazione nucleare), le migrazioni, la povertà e l’economia dello scarto, il vivente.
Si afferma chiaramente e ancor più si dimostra, come questi temi siano interconnessi fra di loro e come ci sia un’intima relazione fra le povertà e la fragilità del pianeta, fra degrado ambientale e degrado umano ed etico, fra locale e globale. E che giustizia climatica vuole dire giustizia sociale.
E quando nell’Enciclica si parla di decarbonizzazione, si esprime forte preoccupazione nel rilevare che in Italia la quota di gas nel mix energetico è fissata addirittura in crescita, e allo stesso tempo si denuncia chiaramente come il gas venga sostenuto e incentivato per interessi geopolitici, allo scopo di mantenere centralizzato il sistema energetico e impedire che la sufficienza energetica venga raggiunta con fonti rinnovabili gestite su reti territoriali.
Queste cose Papa Francesco le ha dette direttamente alle lobby energetiche: le ha convocate appositamente mesi fa in Vaticano, esortandole ad abbandonare definitivamente i combustibili fossili e contribuire per la propria parte, con i fatti, alla salvezza del pianeta.
In questo contesto, è utile ricordare che il titolo del convegno regionale dell’11 Febbraio era: “L’economia di Francesco: l’energia, l’ambiente, la salute, l’agricoltura. Al servizio di un Paese migliore, più virtuoso e inclusivo”. Per l’appunto!”
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