Grazia Sofia Tricomi: Il movimento contro le trivelle per salvare l’Adriatico
Il 23 maggio a Lanciano, in Abruzzo, si è svolta la manifestazione contro le trivelle per salvare l’Adriatico e per chiedere al Governo di bloccare, in particolar modo, Ombrina Mare e gli altri progetti petroliferi.
In generale si è manifestato anche contro le grandi opere, il cui Sblocca Italia è il nemico comune, come dimostrato dallo striscione di apertura.
La manifestazione è partita nella zona dove dovrebbe essere installata a 6 km dalla Costa dei Trabocchi, la piattaforma petrolifera Ombrina Mare, alta come un palazzo di 10 piani e che collegata a 4-6 pozzi dovrebbe consentire l’estrazione di petrolio entro 6-9 mesi.Un corteo lungo 4 km, 60.000 persone, 482 adesioni di comitati, associazioni ed enti, molte provenienti anche da altre regioni italiane.
E’ stato sorprendente constatare quanta gente ci fosse a esprimere la sua avversione agli scellerati progetti che il Governo vorrebbe per la nostra Italia.
Nel corteo c’erano migliaia di bambini, ragazzi, adulti, anziani; semplici cittadini che hanno avvertito il dovere di scendere in piazza per esprime la loro contrarietà alle varie opere che una volta realizzate deturperanno in modo irreversibile il nostro territorio.
Peccato che molti giornali nazionali abbiano fatto passare il solito messaggio che a protestare fossero solo gli “ambientalisti” (termine usato nell’occasione con accezione velatamente negativa), come se nessun altro cittadino si sentisse minacciato da una politica che non ha a cuore la tutela del territorio, come se certe bellezze non fossero patrimonio di tutti.
Il giorno dopo, domenica 24 maggio, dalle ore 10 alle ore 17.00, presso la sala del Consiglio del Comune di Pescara, si è tenuta invece l’Assemblea Nazionale: “Blocca lo Sblocca Italia” promossa dal Coordinamento Nazionale No Triv, dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, da Nuovo Senso Civico, da Pescara Punto Zero e da Zona 22. All’assemblea hanno partecipato esponenti di movimenti, associazioni, comitati, sindacati, partiti politici, enti locali provenienti da 12 regioni italiane; assemblea che ha avuto lo scopo di decidere le iniziative future da intraprendere per salvare il nostro Belpaese e il cui report si può trovare a questo indirizzo:
A entrambi gli eventi, tra tutti i partecipanti c’eravamo anche noi, alcuni dei membri del “Coordinamento Nazionale No Elettrodotti Inutili” con vari striscioni, in rappresentanza di tutti quei cittadini che da anni stanno lottando contro le opere di Terna e che troppo volte rimangono inascoltati dalle istituzioni.
Queste esperienze si sono rivelate un’utile occasione per scambiarsi, soprattutto con i membri dei comitati abruzzesi che si oppongono alla realizzazione dell’elettrodotto Villanova-Gissi e del cavo Terna Tivat-Pescara-Cepagatti, materiale, pareri, suggerimenti su tematiche e problematiche comuni.
Ho avuto la fortuna di visitare anche vari paesini abruzzesi che, come quelli attraversati dall’elettrodotto Sorgente-Rizziconi in Sicilia contro la cui realizzazione i cittadini si battono da anni, verrebbero irrimediabilmente deturpati dalla costruzione dell’elettrodotto a 380kV in doppia terna “Villanova-Gissi”. Non ho potuto fare a meno di avvertire una fitta allo stomaco notando da quali meraviglie fossi circondata e allo stesso tempo realizzando di quali bellezze potremmo essere privati tutti.
Ammirando gli splendidi vigneti e i tanti terreni coltivati non ho potuto fare a meno di pensare quale immenso patrimonio verrebbe perso con la messa in funzione dell’opera di Terna. Osservando le favolose colline con il mare sullo sfondo, mi sono rifiutata di immaginarle come quelle messinesi, sfigurate da enormi piloni con 18 cavi dell’alta tensione.
Ho lasciato l’Abruzzo chiedendomi se i luoghi che avessi ammirato fossero apparsi belli solo ai miei occhi o se semplicemente gli interessi economici stessero prevalendo anche sulle bellezze di cui l’Italia è ricca; meraviglie che troppo spesso chi ci governa non mette in conto quando autorizza certi vergognosi progetti.
Spero solo che la coscienza di qualche politico impedisca, in tempo, questo ennesimo scempio perché come scriveva G. Snyder: “La natura non è un posto da visitare. E’ casa nostra.”; ma ho paura, che chi ci governa, troppo spesso se lo dimentichi.
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