Amina Crisma: Verso un’egemonia incontrastata della Grande Narrazione del governo cinese? Un episodio istruttivo su Omnibus della Sette

| 26 Gennaio 2021 | Comments (0)

Verso un’egemonia incontrastata della Grande Narrazione del governo cinese? Un episodio istruttivo su Omnibus de La Sette (24 gennaio 2021).

 

Da tempo, alcune voci (a dire il vero piuttosto inascoltate, o, per dir meglio, clamantes in deserto) segnalano un fenomeno che si va facendo sempre più presente nel panorama odierno: la crescente presa sulla pubblica opinione dell’autorappresentazione in chiave autocelebrativa che offre di sé e del proprio ruolo interno e internazionale il governo della Repubblica Popolare Cinese.1 Non può d’altronde stupirci che tale Grande Narrazione, compatta, univoca, invariabilmente “armoniosa” e trionfale, esplicita apologia dell’efficienza di un sistema autoritario, sia efficacemente propagata dall’attuale leadership cinese, acutamente consapevole della propria forza e interessata ad affermare a livello globale un primato non soltanto di ordine materiale, economico e geopolitico, ma anche di ordine spirituale, culturale, simbolico; come certo non ci stupisce che essa compaia su Global Times, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese. Meno ovvio è che essa sia accolta, senza ombra veruna di perplessità, dubbi o riserve, in ambienti che ci si potrebbe forse aspettare in certa misura proclivi all’esercizio di una qualche forma di critica2. Molti esempi della sua capacità di seduzione si potrebbero addurre – ne trattano fra l’altro interventi recenti apparsi su Inchiesta e su Sinosfere -3, e se essa continuerà a esser proposta senza incontrare obiezioni di sorta, rischierà di diventare una profezia che si autoavvera: sarà presa ovunque per verità rivelata, ovvia e autoevidente.

Un episodio in questo senso istruttivo, proprio in questi giorni, è Omnibus de La Sette del 24 gennaio. Interviene Fabio Massimo Parenti, dal 2019 Foreign Associate Professor of International Political Economy al Department of Diplomacy della China Foreign Affairs University (CFAU) di Pechino, e collaboratore di Global Times. Spiega, senza alcuna incertezza, che la questione degli uiguri del Xinjiang e quella di Hong Kong semplicemente non si pongono: nel primo caso, a suo dire, si è trattato di lotta al terrorismo, nel secondo di un intervento “in punta di diritto” sulla base della nuova Legge sulla sicurezza nazionale. Ergo, ne conclude, sollevare questi argomenti (ai suoi occhi evidentemente del tutto irrilevanti) è interferire negli affari interni di un Paese sovrano.

Questo genere di posizione non è una voce qualsiasi, non è l’opinione di un qualsivoglia esperto: è, tout court, la posizione ufficiale del governo di Pechino, così come compare su Global Times a cui Parenti collabora. Forse sarebbe stato opportuno che i responsabili del programma avessero preliminarmente chiarito questo non irrilevante dettaglio ai loro spettatori.

E magari, sarebbe stato anche opportuno sommessamente ricordare che non dovremmo mai essere indifferenti alla sorte delle nostre sorelle e dei nostri fratelli umani, quando la loro vulnerabilità si trovi esposta – in qualsiasi luogo, a qualsiasi latitudine, sotto qualsiasi sistema, con qualsiasi giustificazione dettata da Realpolitik – alle possibili prevaricazioni di un qualsivoglia potere. Questo non c’entra nulla con le cosiddette “guerre umanitarie” promosse da grandi potenze in nome di un “imperialismo dei diritti umani”; c’entra invece con Amnesty International, ad esempio, e con il suo equanime impegno alla protezione, ovunque, delle vittime di soprusi; e c’entra con quel dovere di solidale responsabilità verso le fragili creature umane perennemente inadempiuto su questa Terra, e peraltro perennemente e concordemente tematizzato da molto grande pensiero d’Oriente e d’Occidente, dal confuciano Mencio a Simone Weil, come ci ricordava in limpide pagine, oggi più che mai attuali, un indimenticabile maestro quale PierCesare Bori.4

1 Cfr. M. Scarpari, “All’ombra dell’anaconda. Considerazioni sinologiche”, Sinosfere, 13 gennaio 2021 www.sinosfere.com.

2 Un esempio significativo di adesione a tale Grande Narrazione è offerto da Michael Dunford, già docente all’Università del Sussex, ricercatore autorevole e autore di studi importanti, attualmente Full Professor all’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, in un articolo cofirmato con il collega Bing Qi e uscito a luglio sulla rivista “Research in Globalization” con il titolo “Global reset: COVID19, systemic rivalry and the global order” (2020) (https://doi.org/10.1016/j.resglo.2020.10002).di L’articolo descrive quali saranno le magnifiche sorti e progressive che attendono il mondo: si renderà sempre più visibile ed evidente il fallimento dei sistemi liberali occidentali, già avviati a un ineluttabile declino; la loro incapacità di governare la pandemia ne accentuerà definitivamente la crisi, e la Repubblica Popolare emergerà trionfalmente da questa situazione vedendo sempre più felicemente accresciuta la sua “armoniosa” leadership mondiale.

3 Cfr. ad es. A. Ceccagno, A. Crisma, “Durante e dopo il covid. Come la guerra di propaganda fra USA e Cina sta cambiando le università nel mondo”, Inchiesta www.inchiestaonline.it 6 settembre 2020; F. Lafirenza, “La Cina d’oggi non è solo successi: dobbiamo trasmettere anche senso critico”, 16 dicembre 2019 www.ilcorriere.it (anche in www.inchiestaonline.it ); M. Miranda, “L’era dello storytelling, la Cina e noi”, Sinosfere 20 dicembre 2020 www.sinosfere.com; A. Andreini, “Hong Kong e il ruolo dei sinologi: perché è fondamentale parlare”, 25 novembre 2019, www.sinosfere.com; A. Crisma, “Ritorno a Confucio e Grandi Narrazioni: il controverso ruolo della storia nella Cina d’oggi”, Paradoxa 4/2020 pp. 45-59; A. Crisma, “La Cina su Inchiesta”, forthcoming su www.inchiestaonline.it e su Inchiesta 210/2020.

4 Per una declinazione autenticamente interculturale, e scevra di qualsiasi arroganza occidentalocentrica, del tema dei diritti umani, si veda P. C. Bori, Per un consenso etico fra culture, cap. VII, Marietti 1991 (e cfr. A. Crisma, “La questione dei diritti umani nel pensiero di PierCesare Bori”, Inchiesta 202/2018 e www.inchiestaonline.it )

Category: Ambiente, Osservatorio Cina, Ricerca e Innovazione, Storia della scienza e filosofia

About Amina Crisma: Amina Crisma ha studiato all’Università di Venezia conseguendovi le lauree in Filosofia, in Lingua e Letteratura Cinese, e il PhD in Studi sull’Asia Orientale. Insegna Filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Bologna; ha insegnato Sinologia e Storia delle religioni della Cina alle Università di Padova e di Urbino. Fa parte dell’Associazione Italiana Studi Cinesi (AISC) e, come socia aggregata, del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore di seconda fascia per l’insegnamento di Culture dell’Asia. Tra le sue pubblicazioni: Il Cielo, gli uomini (Venezia 2000); Conflitto e armonia nel pensiero cinese (Padova 2004); Neiye, Il Tao dell'armonia interiore (Garzanti, Milano 2015), Confucianesimo e taoismo (EMI, Bologna 2016), Meditazione taoista (RCS Milano 2020). Ha contribuito a varie opere collettanee quali La Cina (Torino 2009), Per una filosofia interculturale (Milano 2008), Réformes (Berlin 2007), In the Image of God (Berlin 2010), Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Bologna 2010), Confucio re senza corona (Milano 2011), Le graphie della cicogna: la scrittura delle donne come ri-velazione (Padova 2012), Pensare il Sé a Oriente e a Occidente (Milano 2012), La diversità feconda, dialogo etico fra religioni (Bologna 2021). Fra le riviste a cui collabora, oltre a Inchiesta, vi sono Asiatica Venetiana, Cosmopolis, Giornale Critico di Storia delle Idee, Ėtudes interculturelles, Mediterranean Journal of Human Rights, Prometeo, Paradoxa, Parolechiave, Sinosfere. Fra le sue traduzioni e curatele, la Storia del pensiero cinese di A. Cheng (Torino 2000), La via della bellezza di Li Zehou (Torino 2004), Grecia e Cina di G.E.R. Lloyd (Milano 2008). Tra i suoi saggi: Il confucianesimo: essenza della sinità o costruzione interculturale?(Prometeo 119, 2012), Attualità di Mencio (Inchiesta online 2013), Passato e presente nella Cina d’oggi (Inchiesta 181, 2013), Taoismo, confucianesimo e questione di genere nelle ricerche e nei dibattiti contemporanei (2014), La Cina su Inchiesta (Inchiesta 210/2020), Quale ruolo per la Cina nello spazio pubblico? fragore di silenzi e clamore di grandi narrazioni (Sinosfere 14 marzo 2021). I suoi ambiti di ricerca sono: il confucianesimo classico e contemporaneo, le fonti taoiste, le relazioni interculturali Cina/Occidente, il rapporto passato/presente, tradizione/modernità nella Cina d’oggi, i diritti umani e le minoranze in Cina, le culture della diaspora cinese, le questioni di genere nelle tradizioni del pensiero cinese. Ha partecipato a vari convegni internazionali sul dialogo interculturale e interreligioso promossi dalle Chaires UNESCO for Religious Pluralism and Peace di Bologna, di Tunisi, di Lione, dalla Konrad Adenauer Stiftung di Amman, da Religions for Peace, dalla Fondazione Scienze Religiose di Bologna. Coordina l’Osservatorio Cina di Inchiesta e di valorelavoro ( www.valorelavoro.com ). Cv dettagliato con elenco completo delle pubblicazioni: al sito web docente www.unibo.it

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