W il calcio: Partire da Bologna per una rivoluzione culturale del gioco del calcio

| 24 Luglio 2014 | Comments (1)

 

 

Riceviamo da Fausto Viviani presidente della Associazione W il Calcio di Bologna questa interessante proposta per un gioco del calcio responsabile e sostenibile. In una fase di profonda crisi finanziaria e culturale del Bologna vengono ricordate le immagini dello scudetto vinto dal Bologna nel 1964. I due giocatori che si fronteggiano sono Haller e Burgnich nella partita finale vinta dal Bologna sull’Inter 2-0 allo stadio Olimpico di Roma (vedi video alla fine articolo).

 

 


1. Proposta a tutte le realtà del Terzo settore che operano a Bologna negli ambiti sportivi, ambientali, sociali, educativi e culturali di Bologna.

 

Un breve riassunto. Nel corso dell’assemblea dell’associazione Futuro rossoblu, il progetto W il calcio, ha presentato una serie di proposte che hanno, come filosofia di fondo,  la necessità di fare della responsabilità e della sostenibilità il cuore di una nuova relazione,  a partire dal suo fortissimo tessuto associativo fino alle Istituzioni più rappresentative, tra il Boolgna FC e la Città Metropoltana.

Dalla lettura del testo, che vi alleghiamo,  si comprendono gli obiettivi e anche le azioni concrete che si possono immediatamente mettere “in campo”. Ma avere buone idee non basta, è necessario che le proposte “marcino” sulle gambe di chi quotidianamente si trova a misurarsi con i  problemi dell’ accessibilità, delle discriminazioni, dell’inquinamento e dello spreco, non solo per aquisirne le competenze e rendere più efficaci le proposte, ma sopratutto, per renderli protagonisti e principali attori di questo cambiamento.

Cambiamento che non farebbe bene solo a loro ma a tutta la Città. E chi, se non le associazioni che da anni intervengono su questi temi, spesso inascoltate, possono esercitare questo ruolo di proposta e di contributo diretto ad affrontare e risolvere, con la collaborazione di tutti, questi problemi? Ecco allora la ragione per la quale ci permettiamo di disturbarvi con questo messaggio; se condividete lo spirito e i contenuti del documento, vi chiediamo di partecipare, in rappresentanza della vostra associazione,  all’incontro fissato per il giorno 16 settembre, alle ore 18.00, presso la Uisp Bologna, via dell’Industria 20, dove, oltre a integrare il documento, costituire la rete di promozione e realizzazione del Progetto.

Cambiare si deve..cambiare si può!!

 

Fausto Viviani – W il Calcio

Manuel Gulmanelli – Futuro rossoblu

Umberto Molinari -Uisp Bologna

Leonardo Tancredi – Piazza Grande

Luca de Paoli – Bandiera Gialla

Luigi Luccarini – Centro sociale Croce del Biacco

Galvani Cinzia – Centro Bologna clubs

Giovanna di Pasquale- Coop Accaparlante

Paolo Zagatti – Bugs Bologna

Andrea Matteuzzi – Filt Bologna

 

 

 

2. Associazione W il calcio: I 30.000 SCENDONO IN CAMPO

Responsabilità e sostenibilità nel Calcio: un utopia concreta

 

Gazzoni, 2005, Cazzola 2008, Menarini 2010, Porceddda 2010, Zanetti 2011, Pavignani 2011, sono gli anni in cui i diversi presidenti hanno ceduto il Bologna Fc ai loro successori, senza dimenticare che nel 1993 il Bologna era già fallito con un debito di 30 miliardi di lire (15 milioni di euro attuali). Ora il destino del Bologna FC sembra di nuovo in forse e tutti speriamo che partecipi al campionato di serie B allestendo una squadra adeguata e competitiva. Il debito accumulato in questi 20 anni pare consistente e servono diversi milioni di euro per far fronte agli impegni presi senza rischiare un nuovo fallimento. Una condizione economica e organizzativa che è diventata, anche per incapacità gestionali, difficilmente sostenibile, dove, per l’ennesima volta si è costretti a sperare “nell’uomo della provvidenza”.

Ma si può pensare che sia possibile continuare cosi ancora per molto tempo? Che per strane ragioni e con il rischio di rimetterci un sacco di soldi delle persone, seppur ricche, buttino decine di milioni per tenere in piedi una società che gestisce uno “spettacolo” che perde ogni anno milioni di euro? Si potrebbe affermare che tutte le società di calcio, a cominciare da quelle europee più prestigiose a quelle italiane più blasonate, hanno in pancia una montagna di debiti, ma, al di la delle differenze di fatturato, il mal comune mezzo gaudio, in questo caso, non funziona. Allora il punto da cui partire, al di la che arrivi o meno un “salvatore” , è quello di rivedere alla radice le modalità con cui “produrre” calcio, assumendo come principi inderogabili quelli della responsabilità e della sostenibilità. Bene se arrivano risorse straordinarie per rimanere in navigazione ma è molto più importante che servano per fare in modo che, se non subito, il più presto possibile, la barca non abbia più bisogno di quelle risorse e possa navigare da sola. Di quale mare poi si tratti dipende dalla solidità della barca, dalla capacità dei dirigenti e dell’equipaggio e dal sostegno dei “tifosi”, ma la cosa importante è che lo faccia comunque bene e con responsabilità.

Nei giorni della retrocessione in serie B tutti i media locali hanno fatto notare la differenza fra la condizione della società/squadra e il comportamento dei “tifosi” che, innamorati “fino alla fine” del Bologna, hanno riempito lo Stadio Dall’Ara, sostenuto la squadra e addirittura applaudito quella avversaria.

Afferma Prandelli, ex ct della nazionale italiana: “al nostro calcio serve una rivoluzione culturale”. In quale direzione lo ha indicato in tutti questi anni; portando la nazionale ad allenarsi in campi sequestrati alle mafie, partecipando direttamente a tante iniziative di solidarietà, convocando giocatori che si erano ribellati al malaffare, introducendo un codice etico e tanto altro ancora.

Tutti sappiamo che il calcio in Italia, come in altri Paesi, è un fatto sociale che richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali. Lo sport contiene in sé una forte valenza educativa, per la crescita della persona: crescita personale, nell’armonia di corpo e di spirito, e crescita sociale, nella solidarietà, nella lealtà, nel rispetto. Competono anche al calcio queste potenzialità.” Afferma un grande tifoso di calcio diventato Papa.

Partendo da tutto ciò la proposta è molto semplice : perché non provare a sperimentare a Bologna questa “rivoluzione responsabile”che, partendo dal presupposto che sta finendo (e per il Bologna non è mai cominciata,) la stagione di coloro che buttano soldi per acquisire prestigio internazionale e/o fare affari su altri fronti, si traduca, come primo passo, in un Quaderno di proposte e azioni, per ora scaturite all’interno del progetto W il Calcio e dell’associazione Futuro Rossoblu ma che dovrebbero essere fatte proprie da tutte le associazioni e cittadini che si riconoscono in questo progetto; con l’obiettivo di arrivare a condividere con l’Amministrazione Comunale, l’Università di Bologna, il Forum del terzo settore e sopratutto con il Bologna FC, un”Patto per il BolognA” che faccia della sostenibilità e della responsabilità sociale i cardini di una nuova strategia di azione comune.?? Se ci piace questa sfida il primo passo è quello di leggere , condividere, modificare, integrare queste proposte per poi, una volta condivise , allargarle a tutti i soggetti interessati Tra questi ovviamente e prioritariamente quelle che si occupano di attività sportive e di calcio come la Uisp, il Csi, l’Arci, l’Endas, l’Aics ecc..

I TITOLI DEL PATTO

Codice etico, Bilancio di responsabilità sociale e azionariato diffuso

Alla luce del Codice etico, recentemente aggiornato , del Bologna Fc (che pochi conoscono) proponiamo, attraverso un percorso condiviso e sopratutto partecipato, la costruzione, di un Bilancio di responsabilità sociale che assieme all’azionariato diffuso, contribuirebbero far diventare il Bologna FC la società che più di tutte esplicita ed assume un sistema di valori etici e ambientali come fondanti del suo agire e impegna tutti i suoi dipendenti, a partire dai giocatori , a farsi promotori nel campo e sopratutto fuori dal campo della loro diffusione e pratica.

Rispetto e anti discriminazione

Cosi come indicato nella guida Uefa e Against racism, proponiamo di co-gestire con il Bologna FC una specifica campagna contro il razzismo, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione, compresa quella di genere, valorizzando e sostenendo l’esperienza dei Mondiali antirazzisti e seguendo le regole indicate nella guida e che si riassumono nei seguenti punti:

capire il problema, essere chiari sugli obiettivi, redigere un piano di azione,sviluppare un identità chiara,monitorare e denunciare i problemi, partenariato, cultura dei tifosi, coinvolgere i giocatori più importanti, attività con i media, incoraggiare l’ingresso di nuovi tifosi.

Educazione nelle scuole e formazione dei giovani calciatori

Anche questo è un settore grandissimo e di straordinaria importanza. Due piste di lavoro. La prima è quella di continuare a garantire la presenza di giocatori e giocatrici del Bologna FC negli incontri nelle scuole all’interno, però, di una “strategia” dove vengono condivisi gli obiettivi e i contenuti educativi che si vogliono promuovere e che i giocatori, con la loro parola ma sopratutto con il loro esempio, portano nelle scuole. La seconda, altrettanto importante, è quella di affiancare alla formazione dei/delle giovani giocatori/trici , oltre alla conoscenze tattiche, tecniche e sportive anche quelle “storico-sociali” per aiutarli a capire “ in che storia si sono messi “ e che comunque il “gioco del calcio è più grande del calcio”.

Sostegno ai progetti internazionali di solidarietà

Qui la prima idea che ci viene in mente è quella di come si sostengono quei progetti, proposti da associazioni che si occupano di solidarietà internazionale, che mettono al centro il gioco del calcio come vettore di recupero e inclusione sociale nelle diverse e molteplici“periferie del mondo “. Dalle partite di beneficenza per raccogliere fondi all’aiuto ad organizzare il gioco con supporti tecnici, palloni, magliette e scarpe, ecc.. Molto già si fa ma molto altro si può fare.

Disabilità e stadio accessibile:

Premesso che ci si riferisce a persone su sedia a rotelle, persone a mobilità ridotta, persone ipovedenti e cieche, persone con ipoacusia e sorde, persone con difficoltà di apprendimento e persone con disturbi psichici o psicologici il primo passo è quello di fare una valutazione dell’accessibilità, così come indicato nella guida Uefa e Cafe “per uno Stadio accessibile e una partita piacevole”, poi individuare uno o più responsabili per la disabilità e infine, pur tenendo conto dei limiti strutturali del Dall’Ara, fare in modo di rendere il più accessibile possibile il parcheggio, lo scarico, l’accesso , la segnaletica e la visione della partita. Nello stesso tempo si pone anche il problema dell’accessibilità dei fruitori della Piscina Comunale nei giorni in cui si giocano le partite e di come valorizzare la presenza e gli spazi concessi alle Associazioni all’interno dello Stadio Dall’Ara.

Ambiente, lotta allo spreco e km zero

In quest’ambito appare centrale il tema dello Stadio e del Centro tecnico di Granarolo. Si tratta di temi di rilevante interesse economico ma che vanno ripensati alla luce della necessità di non sprecare ulteriore territorio e di recuperare l’esistente cosi come indicato in diversi progetti di ristrutturazione dello Stadio. Poi c’è tutto il tema degli approvvigionamenti alimentari, della riduzione del confezionato e della valorizzazione dei prodotti locali. Il progetto di Fico al Caab e la filosofia di Slow food potrebbero essere opportunità e riferimenti utili.

Riduzione drastica rifiuti e utilizzo materiali riciclati

Alla fine di ogni partita lo Stadio si presenta come un grande discarica a cielo aperto. Molto si può fare per cambiare i comportamenti dei tifosi e contribuire ad accrescere il livello di civiltà nello Stadio e per la proprietà transitiva, che vale anche in questo caso, nella città. Assieme a ciò va rivista la filiera degli approvvigionamenti, inserendo come vincolo , la possibilità di riciclare il più possibile fino a raggiungere l’ impatto zero.

Mobilità sostenibile

Su questo punto vale il discorso fatto sulla disabilità e quindi studiare prima di tutto il problema e poi introdurre i cambiamenti possibili. Aumentare il trasporto pubblico, aiutare i tifosi a condividere il trasporto privato attraverso una piattaforma web appositamente predisposta, favorire l’uso della bicicletta anche attraverso la chiusura di alcune strade al traffico automobilistico e parcheggi sicuri e custoditi possono essere delle piste su cui lavorare.

Pari opportunità e inclusione sociale

In questo settore, in verità molto ampio, si collocano sicuramente due priorità. La prima è quella di come far in modo che la presenza femminile, sia nella pratica sportiva che nella presenza allo Stadio, trovi un adeguato impegno e proposte specifiche su cui coinvolgere tutti i soggetti interessati. La seconda è quella relativa alla popolazione “immigrata”e agli studenti universitari. Dai dati del censimento nel 2012 risiedevano a Bologna 101.443 stranieri e più di 40.000 studenti fuori sede , di cui molti poi rimangono a Bologna. Sono due “target” di popolazione a cui si potrebbe dedicare una serie di azioni specifiche di coinvolgimento e sensibilizzazione. Ad esempio, per gli stranieri, non ci risulta che esista una pubblicazione, o meglio dei depliant di presentazione del Bologna FC nelle loro lingue; ne esiste un rapporto più o meno strutturato con l’Università di Bologna.

Legenda alla voce TIFOSO: persona che ama il gioco del calcio, sostiene, con passione, la propria squadra e non odia nessuno.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=qm9tyRNTGb8[/youtube]

Category: Culture e Religioni, Sport e giochi, Video

About Fausto Viviani: Fausto Viviani: sindacalista funzionario presso la Cgil Emilia Romagna nel settore del welfare e delle organizzazioni civiche e sociali, il suo ufficio è denominato "Nuovi diritti" . E' stato responsabile del progetto "Delegato sociale" della Cgil. Ha fondato l'Associazione bolognese W Il calcio per un calcio responsabile e sostenibile.

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  1. Masilu ha detto:

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