Da Bologna un cesto di banane per Tavecchio
Da Repubblica.it del 28 luglio 2014
BOLOGNA – L’associazione bolognese “W il calcio” ha fatto recapitare oggi pomeriggio un cesto di banane indirizzate a Carlo Tavecchio, il candidato presidente della Fifa, a Roma. Con un emblematico biglietto di accompagnamento: “Da parte di Opti Pobà, no racism, w il calcio”. “Le ragioni di questa scelta ci sembrano tanto ovvie da non meritare nessun commento – spiega Fausto Viviani, uno degli animatori dell’associazione bolognese – lo scopo della nostra azione è quello di contribuire ad allargare il più possibile l’indignazione di chi ama il gioco del calcio ed è stufo di vederlo trascinato nella polvere. In queste partite la palla non la giochiamo noi, non ne abbiamo nè l’ambizione nè il fisico, tocca ad altri questo compito. Nel frattempo possiamo però manifestare la nostra riprovazione per quanto accaduto ed auspicare che una pioggia di banane reali o virtuali inondi la federazione”.
“W il calcio”, reduce dai successi dei mondiali antirazzisti che si sono tenuti anche quest’anno a Bosco Albergati di Castelfranco Emilia (Modena), si unisce così alle tante dichiarazioni che hanno stigmatizzato le parole pronunciate in pubblico l’altro ieri da quello che era – fino a poco fa- il più probabile candidato alla presidenza della fifa, la federazione italiana giuoco calcio. E invita tutti a scrivere il proprio dissenso, lanciando un mail bombing, all’indirizzo: press@figc.It.
La frase incriminata pronunciata da Carlo Tavecchio era: “diciamo che ‘Opti Poba’ è venuto in Italia che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”. E’ così spiegato perché il cesto di banane inviato da W il Calcio sia a nome di Opti Poba a cui è attribuita la maglia numero 10.
Category: Sport e giochi
Ma la cosa più incredibile, a parte la presente gaffe, è il CV, o meglio, la fedina penale (che metto sotto da wikipedia): possibile che non ci sia di meglio?
Procedimenti giudiziari e condanne
Carlo Tavecchio è stato processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d’ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7.000 euro.