Roberto Alvisi: L’IMA entra nel MIT

| 18 Luglio 2017 | Comments (0)

 

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Ima, la società emiliana delle macchine automatiche di Alberto Vacchi, ha fatto il suo ingresso nella fondazione del Massachusetts Institute of Technology di Boston per l’innovazione, il Deshpande Center for Technological Innovation. Vacchi, presidente e A.d di Ima, ha ricevuto oggi presso il Centro servizi di Ozzano dell’Emilia (Bologna) il direttore del Deshpande Center del Mit, Leon Sandler. “L’entrata di Ima nel Deshpande Center, una fondazione del Mit di Boston per l’innovazione, rafforza una collaborazione già avviata da tempo su temi specifici – ha affermato Vacchi -.

Personalmente, sono sempre più convinto che l’innovazione reale, apprezzabile dagli end user che trovano risposta alle loro esigenze di crescita, sia fondamentale per una realtà come Ima, che punta esclusivamente alla qualità e all’affidabilità dei prodotti e dei servizi che offre. Noi continueremo ad investire in innovazione, anche con una strategia di M&A finalizzata ad acquisire competenze funzionali ai nostri business”.

Il Deshpande è un centro del Mit che finanzia i progetti innovativi di ricercatori e professori del prestigioso istituto di Boston, interessati ad avviare proprie startup, finendo per essere una officina alla quale vengono sottoposte tutte le tecnologie più innovative passando dai biomateriali alle bio molecole, fino ai prodotti di ingegneria meccanica. Con l’ingresso nella fondazione, l’attesa è che i rappresentanti di Ima partecipino in prima persona al processo di valutazione delle possibili nuove iniziative imprenditoriali

 

Category: Osservatorio Emilia Romagna, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università

About Roberto Alvisi: Riportiamo la Biografia di Roberto Alvisi (nato a Bologna nel 1938) per la lista "La rosa per Bologna". Per le elezioni 2016 Roberto Alvisi si è candidato sempre per "La rosa per Bologna" con la Lista Bologna viva. "Ho fatto il sindacalista per una vita. Dai picchetti davanti alla Sasib di Bologna, alla militanza nella Fiom-Cgil, poi l'esperienza unitaria con la Flm. Era il '68 quando ho compreso che la lotta o era dentro il sindacato, o non era per niente. Parole d'ordine come militanza, solidarietà, equità, eguaglianza, contrattazione divennero allora il mio pane quotidiano. Le stesse parole - poi - che vent'anni dopo ho messo in campo come presidente di una combattiva associazione, la Uildm di Bologna: la Unione per la lotta alla distrofia muscolare. Un altro “padrone” da combattere, una nuova problematica da affrontare, una dura esperienza nel settore socio-sanitario-assistenziale con uno strumento diverso : il volontariato. Per me la politica e l'impegno civile si mescolano sempre: una parola, una sola: solidarietà. Se dovessi riassumere i miei ultimi vent'anni da presidente della Uildm, non trovo altri termini. Solidarietà era la stessa parola che usavo spesso quando facevo il sindacalista, e che non ho smesso di usarla anche in una piccola ma ascoltata associazione che si occupa di disabilità”. Mio figlio Bruno ha di recente concluso la sua esperienza di vita di persona distrofica; anche nel suo ricordo continuerò ad operare nel volontariato, nel privato sociale e nella ampia rete delle strutture istituzionali che la città possiede per migliorare la qualità della vita delle persone".

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