Maurizio Matteuzzi: Università di Bologna. Indovinati 25/25 eletti al senato ma un 16% non vota.

| 27 Marzo 2015 | Comments (0)

 

 

Miracolo, miracolo: la nostra profezia si è avverata. Abbiamo indovinato 25 su 25 eletti al Senato. Altro che Nostradamus, altro che Silvan o Mago Zurlì. Ora che la sceneggiata è andata in onda, che tutto è andato come doveva, come si vuole là dove si puote, siamo tutti più rassicurati. Dal Poeta ci discostiamo solo dal “e più non dimandare”: domanderemo ancora, rassegnatevi.

Che dire? La prima considerazione è che “poco è da rallegrarsi”, come dice un altro poeta, ma non quello maiuscolo: sinceramente non ce la sentiamo di congratularci con chi si è prestato, o magari anzi, ha organizzato, questa stucchevole sceneggiata. Bravo Senatore! Buon pro ti faccia; goditi ora le attese prebende, siano esse morali o materiali. Sinceramente, non so chi tu rappresenti: certamente non me: sappi che non parlerai mai in mio nome.

Intanto un 16% dei colleghi si è aggiunto a chi non vota. Buon segnale, la gente si deve abituare, cos’è questa assurda pretesa di votare liberamente? Ecco, l’italica genialità ci ha già dotato a priori dei mezzi  espressivi acconci: abbiamo Aristotele, che ci spiega come l’aristocrazia possa trasformarsi nella sua forma degenere, l’oligarchia; e abbiamo Cetto Laqualunque che ha già la risposta pronta: ‘nto culo ad Aristotele! Siamo fortissimi, non c’è che dire.

Poi vabbe’ c’è anche il piccolo particolare che non è  al momento dato di sapere il numero delle schede bianche o nulle; segno inequivocabile che non è un numero trascurabile. Esperti di cui mi fido argomentano che si tratta di un ulteriore 15%, circa. E qui abbiamo finalmente un dato effettivamente consolante, e questa volta lo dico senza ironia: in conclusione, oltre la metà dei colleghi ha capito che andare a votare era completamente inutile. Questo dato conforta, una metà dei professori universitari non è proprio sciocca; e son soddisfazioni! Vedi la lungimiranza del criterio della mediana, che molto non avevano capito…

Siamo avviati dunque, senza incertezze, alla governance altro che baronale: con la “gelmini” siamo al feudalesimo, alla faida e al guidrigildo; d’altra parte lo abbiamo sempre saputo, e scritto su queste pagine. Complimenti a quel 32% che lo ha capito adesso: non è mai troppo tardi…

Adesso siamo pronti a una nuova bisogna, ancora più sofisticata. Resta da determinare il Consiglio di Amministrazione dell’Alma Mater, l’organo supremo. Ecco, una nuova illuminazione, il contatto diretto con le idee, la noesis platonica, il velo di Maya che si squarcia. Vediamo un po’, mi limito alle iniziali: i fortunati illuminati geniali chiarissimi e via dicendo componenti accademici  saranno: A.S., F.G., L.D., G.E.C., M.T.

Come spero di sbagliarmi; ma che bello potere conoscere il futuro!

 

 

Category: Scuola e Università

About Maurizio Matteuzzi: Maurizio Matteuzzi (1947) insegna Filosofia del linguaggio (Teoria e sistemi dell'Intelligenza Artificiale) e Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Studioso poliedrico, ha rivolto la propria attenzione alla corrente logicista rappresentata da Leibniz e dagli esponenti della tradizione leibniziana, maturando un profondo interesse per gli autori della scuola di logica polacca (in particolare Lukasiewicz, Lesniewski e Tarski). Lo studio delle categorie semantiche e delle grammatiche categoriali rappresenta uno dei temi centrali della sua attività di ricerca. Tra le sue ultime pubblicazioni: L'occhio della mosca e il ponte di Brooklyn – Quali regole per gli oggetti del second'ordine? (in «La regola linguistica», Palermo, 2000), Why Artificial Intelligence is not a science (in Stefano Franchi and Güven Güzeldere, eds., Mechanical Bodies, Computational Minds. Artificial Intelligence from Automata to Cyborgs, M.I.T. Press, 2005). Ha svolto il ruolo di coordinatore di numerosi programmi di ricerca di importanza nazionale con le Università di Pisa, Salerno e Palermo. Fra il 1983 e il 1985 ha collaborato con la IBM e, a partire dal 1997, ha diretto diversi progetti di ricerca per conto della società FST (Fabbrica Servizi Telematici, un polo di ricerca avanzata controllato da BNL e Gruppo Moratti) riguardo alle tecniche di sicurezza in informatica, alla firma digitale e alla tecniche di crittografia. È tra i promotori del gruppo «Docenti Preoccupati» e della raccolta firme per abrogare la riforma Gelmini.

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