Maurizio Matteuzzi: Le facilmente indovinabili elezioni del Senato Accademico dell’Università di Bologna.

| 24 Marzo 2015 | Comments (0)

 

 

Diffondiamo questo testo di Maurizio Matteuzzi dal titolo “Di spirito profetico dotato” mentre si stanno svolgendo le elezioni del Senato Accademico dell’Università di Bologna in relazione alle quali  i Docenti preoccupati sono già oggi  in grado di “indovinare” tutti i nomi dei componenti che risulteranno “liberamente” eletti.


Purtroppo si incontra spesso, nella ormai sconfinata letteratura volta a gettare fango sulla nostra università pubblica, un argomento che si basa sul fatto che qualche anima bella ha depositato in anticipo i risultati di un concorso. Sia chiaro: nessuno vuole negare distorsioni e abusi di taluni concorsi universitari; ma l’argomento sopra esposto è fallace, decisamente malfondato; e meraviglia che ci caschino, e si straccino le vesti, anche giornalisti di un certo spessore, magari con il solo difettuccio che proprio su questa o analoghe “macchine del fango”, come si usa dire oggi, abbiano fondato la loro fama. Ancor più meraviglioso (in senso stretto: suscitante meraviglia), è che redazioni serie queste cose le pubblichino.

L’argomento è fallace per almeno due aspetti. Il primo è che uno specialista di uno specifico settore disciplinare sa benissimo quali siano gli studiosi eccellenti in quell’ambito. Proveremo a fare un esempio basato sullo sport nazionale, quello in cui siamo tutti fratelli d’Italia. Supponiamo che oggi uno vada da un notaio, e depositi una busta opportunamente sigillata, nella quale sta scritto il nome della squadra di calcio che vincerà lo scudetto. Supponiamo che vi sia scritto “la Juventus”. Ecco, credete voi che, fra un mese e mezzo, quando la aprirà e la mostrerà orgoglioso, qualcuno lo prenda sul serio? Un’ondata di risa lo seppelirà… Potremmo fare tanti facili esempi simili: una corsa sui 100 metri tra Bold e il nostro edicolante potrebbe prestarsi bene, come anche un incontro di pugilato tra Tyson e Brunetta. Insomma, cominciamo a montarci la testa: un po’ di spirito profetico ce l’abbiamo anche noi, perbacco.

C’è un altro motivo per il quale il sopra spiegato argomento è vacuo. Supponiamo che a un concorso ci siano tre candidati, A, B e C. E supponiamo che qualcuno abbia interesse a screditarlo, con il metodo sopra. Non è difficile: basta andare da tre notai diversi, e depositare la previsione della vittoria di A presso il primo, di B presso il secondo… E’ inutile, siamo un paese di santi, di navigatori e soprattutto di furbi. E, andiamo scoprendo, di indovini.

Ma ecco che, con il presente documento, i Docenti Preoccupati hanno deciso di superare ogni caso di divinazione passato presente e futuro. E questo non si riconduce ai casi che abbiamo “smontato” sopra: questa è una vera magia, incomparabilmente più precisa e più complessa. Siamo in grado di indovinare non il vincitore, ma l’elenco di tutti e soli i futuri componenti del Senato Accademico, per quanto attiene ai docenti, così come saranno a breve liberamente eletti. Come chi si interessa di queste cosa saprà, le candidature sono articolate per area; e le aree sono cinque. Forse perché 5 è il numero del matrimonio, il primo pari, il 2, assieme al primo dispari, il 3, essendo la numerologia concorde nel ritenere l’1 non un numero, ma l’essere da cui tutte le cose procedono. Questo assunto si va ad aggiungere alle molte tesi numerologiche della “riforma epocale”: 12 sono al più le “scuole”, forse per via dello Zodiaco o degli Apostoli, 10 o 11 i membri del CdA, probabilmente perché il 10 è un numero triangolare ( 1 + 2 + 3 + 4 ), e 11 uno gnomone; 45 devono essere i docenti di un Dipartimento, si capisce che se sono 39 la disciplina non sta in piedi. Bene, oltre ad ereditare tutte queste idiozie dal potere centrale, ci abbiamo messo anche un po’ del nostro, mantenendo il vecchio assunto, tutto bolognese, che le aree disciplinari siano 5, non più di 5 e non meno di 5, perbacco.

Non andremo da un notaio: ecco qui accanto il risultato definitivo delle future libere elezioni. E dovrete darci atto che indovinare un vincitore è un conto, ma indovinare tutti e soli i membri che verranno a rappresentare il corpo docente in Senato è tutt’un’altra cosa. Altroché.

Da dove ci deriva questo spirito profetico? In realtà, diciamo subito a chi teme il paranormale o è scettico sullo spirito e sul sopramondo, ebbene, lo confessiamo: non siamo indovini, non parliamo col trascendente e non giochiamo di conseguenza neanche al lotto. La cosa è molto più semplice: i nostri oligarchi, nelle segrete stanze, hanno negoziato e predeterminato l’elenco esatto di chi va eletto. 25 sono i posti, e sono già tutti belli stabiliti, già suddivisi per area, a 5 a 5 (ancora la numerologia…); un’unica variante, in realtà i candidati sono ben 26, tanto per creare un po’ di suspance, e perché non si possa dire che è una procedura deterministica, a zero gradi di libertà.

Dal punto di vista della democrazia, del diritto fondamentale ad esprimere le proprie preferenze, chissà se i nostri colleghi ci metteranno ancora molto a capire di essere presi per i fondelli? Vi è una stretta analogia con il macromondo della politica, il mitico porcellum, in base al quali altri sceglie per noi chi dobbiamo votare; procedura dichiaratamente anticostituzionale, e tale dichiara anche in forma esplicita. E quando questi processi si verificano, al di là della vergogna che dovrebbe seppellire chi li ha ideati e praticati, ma vi sono facce di tolla che non si lasciano per niente turbare, avviene poi che la gente a votare non ci va più; vedi le recenti regionali in Emilia Romagna. Pessimo segnale per la democrazia. Ci sentiamo di fare un’altra previsione: saranno in tanti a chiedersi “ma cosa devo andare a votare a fare, se il Senato è già fatto?”. E vuoi che non ci sia qualcosa di più ameno, o più utile da fare nella nostra vecchia città?

 

 

 

Category: Scuola e Università

About Maurizio Matteuzzi: Maurizio Matteuzzi (1947) insegna Filosofia del linguaggio (Teoria e sistemi dell'Intelligenza Artificiale) e Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Studioso poliedrico, ha rivolto la propria attenzione alla corrente logicista rappresentata da Leibniz e dagli esponenti della tradizione leibniziana, maturando un profondo interesse per gli autori della scuola di logica polacca (in particolare Lukasiewicz, Lesniewski e Tarski). Lo studio delle categorie semantiche e delle grammatiche categoriali rappresenta uno dei temi centrali della sua attività di ricerca. Tra le sue ultime pubblicazioni: L'occhio della mosca e il ponte di Brooklyn – Quali regole per gli oggetti del second'ordine? (in «La regola linguistica», Palermo, 2000), Why Artificial Intelligence is not a science (in Stefano Franchi and Güven Güzeldere, eds., Mechanical Bodies, Computational Minds. Artificial Intelligence from Automata to Cyborgs, M.I.T. Press, 2005). Ha svolto il ruolo di coordinatore di numerosi programmi di ricerca di importanza nazionale con le Università di Pisa, Salerno e Palermo. Fra il 1983 e il 1985 ha collaborato con la IBM e, a partire dal 1997, ha diretto diversi progetti di ricerca per conto della società FST (Fabbrica Servizi Telematici, un polo di ricerca avanzata controllato da BNL e Gruppo Moratti) riguardo alle tecniche di sicurezza in informatica, alla firma digitale e alla tecniche di crittografia. È tra i promotori del gruppo «Docenti Preoccupati» e della raccolta firme per abrogare la riforma Gelmini.

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