Sergio Caserta: Scuola pubblica, salute e lavoro; tre ragioni di lotta unitaria

| 3 Maggio 2013 | Comments (0)

 

 

Scuola pubblica, salute e lavoro, tre ragioni di lotta unitaria, per la difesa del welfare, dei diritti sociali ed economici: 18 e 26 maggio, due date fondamentali

 

La maestra di scuola materna comunale Emy Pacilli, descrive con la spontanea timidezza che può provare una neofita a parlare sul palco di una sala strapiena, la sua difficoltà a comprendere gli stravolgimenti che stanno avvenendo nella scuola pubblica bolognese: il senso d’imbarazzo e insicurezza del suo lavoro che considera a rischio, in un processo di mutazione dei contratti che sta avvenendo in forza delle scelte del Comune di trasferire tutta la gestione del proprio personale all’ASP, per dar luogo alla riduzione del costo del lavoro.

Emy lavora con orgoglio da tredici anni nella scuola comunale, pur se con un contratto a termine che si rinnova ogni volta, e proprio non riesce a comprendere perché sia indispensabile da parte del comune rinunciare alla gestione di un servizio così importante per la comunità, onore e vanto della Bologna d’avanguardia in tutt’Italia.

Il teatro Testoni è gremito, 450 posti a sedere ma c’è almeno il doppio delle persone, viene letto in apertura il messaggio di Stefano Rodotà che pur non potendo partecipare per ragioni sopravvenute all’incontro, conferma tutto il suo convinto sostegno al referendum del 26 maggio.

È proiettato all’inizio uno spezzone del bellissimo film di Mellara e Rossi “la febbre del fare” che rievoca con grande pathos, la Bologna di Dozza e Fanti, in quegli anni furono gettate le basi della città “civile e produttiva” che tra le tante realizzazioni, in primo luogo si distinse proprio per la dotazione di scuole materne a servizio delle famiglie di lavoratrici e lavoratori, cosicché a Bologna e in Emilia, il tasso d’occupazione femminile fu da allora e per lungo tempo il più alto d’Italia.

In sala è presente applauditissima, Adriana Lodi assessore alla scuola di allora che nel film rievoca il viaggio a Stoccolma per andare a conoscere come funzionavano gli asili nel nord-Europa.

Mi ritorna in mente, lo slogan di vent’anni dopo nel 1975, quando la sinistra vinse per la prima volta nella sua storia, le elezioni amministrative conquistando con Maurizio Valenzi il comune di Napoli che recitava: “Si fa come a Bologna, un’aula al giorno, una scuola al mese, dodici scuole l’anno” per colmare il grave deficit di scuole pubbliche della terza città d’Italia.

La serata prosegue con l’intervento artistico di Ivano Marescotti che recita aforismi e poesie sul tema della scuola, in particolare rievoca alcune importanti passi di Piero Calamandrei che preconizzavano sul finire degli anni cinquanta, il rischio per la democrazia della svalutazione della funzione della scuola pubblica.

Il futuro della scuola, il rischio di un suo offuscamento, il clima di preoccupazione e di scontento, per non dire di rabbia, per il prevalere di un atteggiamento da parte della classe politica al governo delle istituzioni, di arretramento culturale e politico sul fronte di principi e valori che sono alla base della democrazia e della crescita civile, si percepisce chiaramente negli interventi, in particolare quello conclusivo di Maurizio Landini segretario generale della Fiom.

Landini reduce da un altro importante appuntamento della mattina a Bologna dove la Fiom ha radunato, oltre al suo vasto mondo, economisti, giuristi, esponenti politici e rappresentanti di movimenti sociali per discutere di lavoro e welfare, non usa mezzi termini per denunciare che sono a rischio diritti fondamentali per i cittadini: il diritto al lavoro, quello alla salute e appunto il diritto alla conoscenza e quindi all’istruzione libera e gratuita, sottolinea le ragioni per cui questi diritti sono in discussione riconducendole alle conseguenze della globalizzazione capitalistica e al pensiero liberista che punta tutto sulla compressione dei diritti sociali per garantire un profitto più elevato alla rendita del capitale, soprattutto finanziario.

Questa battaglia per difendere la scuola pubblica, ha un valore di carattere molto più generale e pertanto la Fiom la sosterrà, cosi come anche i rappresentanti di altre categorie della Cgil (non tutte purtroppo) quelli della conoscenza, attraverso l’impegno esplicitato dalla segretaria nazionale Gianna Fracassi.

Landini impegna anche i quadri della Fiom, nell’ambito delle proprie iniziative in corso, di garantire il sostegno al referendum, per sensibilizzare i lavoratori e i cittadini a votare, considerando anche che il Comune ha stabilito un numero di seggi insufficienti a consentire una normale espressione del voto, ciò descrive meglio di ogni altra ragione la profondità delle differenze che percorrono le forze della sinistra, su questo evento in cui si gioca non poco degli indirizzi complessivi di amministrazione della città e non solo.

Ci si confronta su due opzioni di politica economica molto diverse e a questo punto contrastanti, in altre parole se la crisi debba essere affrontata con una “ritirata” dello stato, in tutte le sue articolazioni dal gestire direttamente e comunque orientare e decidere, in materia d’istruzione e di altri servizi fondamentali per il cittadino (come fu l’acqua nel referendum precedente) oppure la linea dei diritti si abbassa alle opportunità, ovvero si riduce lo spazio a favore di un concetto di “mercato dei servizi”, dove il pubblico tuttalpiù copre spazi marginali nell’area della sussistenza a danno della qualità che se rimane, sarà per chi se la potrà comprare?

Queste scelte poco o nulla hanno a che vedere con l’esigenza di risparmiare, perché le priorità non possono essere definite nell’imposizione di una concezione economicistica, l’indirizzo dei tagli è materia di scelte politiche e in questo i cittadini devono avere l’ultima parola.

Perciò in questo mese di maggio ci sono almeno due appuntamenti fondamentali: la grande manifestazione del 18 maggio a piazza san Giovanni a Roma, dove la Fiom lancerà la sua piattaforma economica e rivendicativa con l’obiettivo di incidere sulle politiche generali del Paese e il 26 maggio nel referendum consultivo di Bologna sul finanziamento alle scuole materne private-parificate, dove la porzione di welfare in discussione è certamente parte del problema più complessivo e pertanto l’espressione del voto determinante.

 


 

Category: Politica, Scuola e Università

About Sergio Caserta: Sergio Caserta è nato a Napoli. Studi in materia giuridica ed economica, dirigente di organizzazioni ed imprese cooperative, attualmente vive a Bologna e si occupa di marketing e comunicazione d'azienda. Formatosi nel PCI di Berlinguer, coordina l'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra (www.arsinistra.net). Nel 2005 fu tra i promotori della rete "Unirsi" (www.unirsi.it). Già consigliere provinciale di Sinistra Democratica, oggi aderisce a Sinistra Ecologia e Libertà. Attualmente coordina il Manifesto Circolo di Bologna

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