Rossana Rossanda: Grecia. Lezione di democrazia

| 8 Luglio 2015 | Comments (0)

 

Diffondiamo da www.sbilanciamoci.info dell’8 luglio 2015 questo intervento di Rossana Rossanda. In questo articolo sono riprodotti murales di Atene contro l’Austerity

 

La confusione di commenti e notizie sui giorni convulsi che si vivono tra Atene e Bruxelles nasconde un’evidenza: il tentativo di colpire il governo Tsipras perché eversivo rispetto all’Europa dei mercati. In un’Europa governata dalla legge del più forte, Tsipras ha riportato nel suo paese il primato della politica, ricorrendo al voto popolare

Quanta confusione nelle notizie e nei commenti sui convulsi giorni che si vivono tra Atene e Bruxelles per nascondere un’evidenza: è in corso il tentativo di colpire il governo Tsipras perché eversivo rispetto all’Europa dei mercati. Eversivo per aver riportato nel suo paese il primato della politica, ricorrendo al voto popolare. Angela Merkel e il complesso finanziario tedesco ed europeo non lo sopportano. Si toglie alla Grecia il respiro negandole un taglio del rimborso del modesto debito greco, mentre la Germania ha chiesto e ottenuto l’annullamento di ben altro debito nel 1953. Oggi condonare il debito ai greci rappresenta non più del 2 per cento dei conti continentali, e ci vuole una bella faccia tosta per dimenticare che questo prodotto degli sciagurati conti greci non è opera di Syriza ma dei governi “perbene” che l’hanno preceduta, tipo Papandreu o Samaras. Sarebbe stato e continua a essere elementare consentire ad Atene il tempo e il respiro per fermare il buco. Ma l’obiettivo principale di questi giorni è far pagare a Tsipras l’audacia di essersi rivolto – contro il parere degli autonominati leader europei – al voto popolare.

Si pensi al pericolo: che succederebbe se l’Italia, o più probabilmente la Spagna di Podemos, seguissero l’esempio di Tsipras? Per gli altri strenui araldi della democrazia parlamentare non è del tutto facile dichiarare la nullità di un voto popolare così esplicito. Né si può dimenticare che due dei protagonisti non sono certo i rappresentanti più integri della dura pulizia delle regole economiche. Il leader della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha sul capo una denuncia per il trasferimento di capitali; su Christine Lagarde pende l’accusa di aver violato le regole di un arbitrato concedendo al miliardario francese Bernard Tapie 400 mila euro di più rispetto a quanto restituito al Credit Lyonnais.

Eppure Angela Merkel è questo che tenta, mentre l’ “europeista” Repubblica non esita a tacciare di narcisismo (cioè di essere innamorato di sé) uno Yanis Varufakis che si toglie di mezzo – gesto sconosciuto alla nostra sfera politica – per semplificare la strada del governo in quel paese.

Non è certo da Matteo Renzi, che allontana da sé fino al 2018 ogni consultazione elettorale, che si può attendere una parola di correttezza istituzionale. Ma la si vorrebbe dalle frantumate opposizioni che sulle questioni dei principi hanno taciuto in tutti questi anni per ragioni di viltà.

Non è un caso che l’eccezione greca metta in rilievo quanto la sola legge che vale nell’Unione europea sia quella del più forte, in questo caso le banche e i creditori tedeschi, e la prima vittima sia il paese al mondo che ha più dato all’introduzione della democrazia politica.

 


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Category: Osservatorio Europa, Politica

About Rossana Rossanda: Rossana Rossanda (Pola, 23 aprile 1924) è una giornalista, scrittrice e traduttrice italiana, dirigente del PCI negli anni cinquanta e sessanta e co-fondatrice de il manifesto, giornale con cui ha collaborato fino a novembre 2012. Nacque a Pola nel 1924. Fra il 1937 e il 1940 frequentò il Liceo Classico Manzoni di Milano e anticipò di un anno l'esame di maturità. Fu allieva del filosofo italiano Antonio Banfi, giovanissima partecipò alla Resistenza come partigiana e, al termine della Seconda guerra mondiale, si iscrisse al Partito Comunista Italiano. In breve tempo, grazie anche alla sua profonda cultura, venne nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI. Nel 1963 venne eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Nel 1968 pubblicò un piccolo saggio, intitolato L'anno degli studenti, in cui affermava la sua adesione al movimento della contestazione giovanile, sviluppatosi proprio in quell'anno. Contraria al socialismo reale dell'Unione Sovietica, insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri contribuì alla nascita de il manifesto, che, inizialmente, fu anche un partito, oltre che un quotidiano. Nonostante il parere contrario di Enrico Berlinguer[1], Rossanda fu radiata dal PCI a seguito del XII Congresso nazionale svoltosi a Bologna. Nel 1972 il manifesto partito ottenne solo lo 0,8% dei voti, e, anche a causa della sconfitta elettorale, si unificò con il Partito di Unità Proletaria, cioè con le parti del PSIUP e MPL che non avevano accettato di confluire nel PCI o nel PSI dopo la sconfitta elettorale del 1972, dando vita al PdUP per il Comunismo, di cui fu cofondatrice. Rossana Rossanda ha scritto la sua autobiografia: "La ragazza del secolo scorso", Einaudi, Torino, 2005

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