Mauro Zani: Perché domenica vado a votare e voterò l’Altra Emilia Romagna

| 20 Novembre 2014 | Comments (3)

 

1. Mauro Zani : Perché domenica vado a votare e voterò l’Altra Emilia Romagna.

Domenica vado a votare. Non era scontato. Non per me. In una delle rare occasioni pubbliche cui partecipai qualche mese addietro obiettai che tener in campo una lista sub-specie Tsipras alle regionali presentava ostacoli notevoli. Intanto era già chiaro , almeno a me, che Sel non ci sarebbe stata. I vecchi partiti ragionano in termini di potere, anche quand’esso è, in verità, assai poco. E poi la stessa dimensione regionale mal si prestava ad una campagna elettorale da parte di qualsiasi outsider di sinistra.

Personalmente non ritengo che si possa considerare il governo della regione, puramente e semplicemente come malgoverno. Non mi piace la propaganda a buon mercato. Tanto per dirne una. Non malgoverno in senso proprio. Piuttosto una tranquilla amministrazione e mediazione tra interessi diversi ma – secondo lo spirito di un tempo trapassato- sempre componibili. Da qui la difficoltà.

Di fronte all’idea stessa di sperimentare la possibilità di far crescere una nuova e moderna sinistra resta ancora in piedi, in Emilia- Romagna, un blocco conformistico congelato in un’era geologica remota ma tuttavia ancora capace di far appello inerziale alla ragion di un partito che non c’è più.

Non c’è più almeno da quando è nato il PD: il partito unico della nazione, artefice di una vera e propria svolta a-democratica tramite il combinato disposto di legge elettorale e riforma istituzionale. Un partito che nega radicalmente il valore intrinseco della rappresentanza in favore di una sempre malandrina governabilità. E’ la post democrazia che avanza ovunque sulle macerie fumanti della democrazia quale fu implementata e conosciuta nel secondo dopoguerra. Ma tutto ciò si rivelerà, in tutti i suoi nefasti effetti, al “grande pubblico” solo più avanti.

Nel frattempo si porta a compimento, come necessario corollario sociale, la spoliazione radicale dei diritti e del valore storico del lavoro umano ridotto a infima e dipendente variabile delle ragioni del mercato. Il lavoro come merce. La più infima delle merci. La meno costosa. La più deperibile. La più trascurabile. Di tutto ciò in Emilia- Romagna è paradossalmente più arduo discutere in virtù di una lunga deriva “riformistica” che continua a modellare , sia pur parzialmente, senso comune diffuso in molteplici settori sociali. Si pensa che Renzi passerà e che la ragion di un vecchio partito resterà o sarà comunque restaurata.

Trattasi di un’illusione tragica. Il mutamento genetico è già da tempo avvenuto. Le stesse èlites dirigenti sono state ampiamente sostituite da un ceto politico rampante del tutto immemore e comunque non interessato a ricollocare buon governo e antichi ideali in un mondo nuovo in profonda trasformazione al fine di restituire vigore e forza politica, all’alfa e all’omega del perenne conflitto per la giustizia sociale. Bonaccini m’appare come la più fedele e conforme fotocopia di tal ceto politico, Renzista della ventiquattresima ora, e proprio per questo inossidabile. Va a sostituire Errani, il quale , in tal contesto appare , nonostante limiti, errori e peccati non sempre veniali come l’ultimo dei Mohicani . Anche in Emilia- Romagna , né poteva essere diversamente, s’avanza uno strano guerriero . Colui che si definisce democratico proprio per coprire agli occhi di quella parte degli elettori, semper fidelis, il progetto post-democratico. Elettori e militanti che , volentieri porgono gli occhi a quella benda , magari per poter continuare a fare o frequentare le feste de L’Unità. Alla cieca.

Anche quando quel giornale non c’è più. Insieme a tutto un mondo ormai morto e sepolto. Li capisco , ma non li approvo.Come non li approvai in altre circostanze in passato.

In sostanza la lunga e scivolosa coda del buon governo scompare definitivamente, nello stesso momento in cui irrompe anche in Emilia- Romagna il renzismo che non ammette dissensi autonomistici e diversità positive o meno che siano. Non a caso dopo aver liquidato le provincie oggi il Duce (sia detto tecnicamente) del PD attacca frontalmente, in blocco e a prescindere da eventuali differenze, le regioni profittando dell’inclemenza del clima. Piove: regioni ladre. Tutte, nessuna esclusa. E si apre entro questa breccia, forzata dai renzisti alla Bonaccini, una vasta prateria, anche in Emilia –Romagna.

Andranno a pascolarvi non i reduci di Grillo e del grillismo ma i fautori della rifondazione della nuova destra tra Salvini e la Meloni con l’apporto (operativo e tecnico ca va sans dire) dei nazifascisti di casa Pound. E’ ciò che vuole, fortissimamente, Renzi che avendo assorbito Berlusconi e i suoi sodali nel partito unico, con il patto del Nazareno, ha bisogno come del pane quotidiano di un’opposizione. Visibile. Non ambigua, inafferrabile, contraddittoria,di colore indefinibile: insomma grillesca.

L’uomo con la camicia bianca , il neo-democristiano post- democratico ha bisogno di camice nere , tutt’al più verde scuro. Un’opposizione chiaramente, di destra. Condizione necessaria per continuare a spacciarsi come centro-sinistra.

Ebbene , c’è bisogno di un’opposizione di sinistra. Per smascherarlo. Vediamo se è possibile cominciare a costruirla anche in Emilia- Romagna mentre si sta costituendo in buona parte d’Europa. Un successo seppur parziale dell’Altra Emilia- Romagna, domenica nelle urne, potrà forse far riflettere qualcuno che dentro lo stesso PD comincia a mordere il freno di fronte alla democratura renzista. E potrà fors’anche chiarire ai compagni di Sel (che saluto cordialmente) che sostenere la candidatura del proconsole Bonaccini è come insaponare la corda alla quale si verrà , inevitabilmente, sospesi.

 

 

 

2. Sosteniamo  L’altra Emilia Romagna

Le prossime elezioni in Emilia Romagna, rappresentano un appuntamento importante per il rinnovamento degli assetti politici e programmatici di una regione che e’ stata per lungo tempo all’avanguardia dello sviluppo economico e civile, ma oggi subisce le pesanti conseguenze della crisi economica a partire da un vistoso aumento dei disoccupati ed inoccupati.

La deindustrializzazione è ormai un fatto reale, intere filiere produttive sono a rischio di estinzione. Le politiche regionali, negli ultimi anni, sono state caratterizzate da un forte appiattimento ed appanamento delle capacita’ di governo in particolare in settori portanti quali il consumo di suolo e  l’ambiente, le infrastrutture per la mobilità, la programmazione economica e la formazione.

Si è instaurata e si è via via consolidata, una pratica di negoziazione tra i diversi livelli istituzionali e attori sociali, in assenza di una forte visione d’insieme e senza individuare le necessarie priorita’. Le scelte in molti casi si sono rivelate inadeguate o sbagliate, basti pensare alle settore delle costruzioni dove ad uno sconsiderato consumo di suolo si affianca l’accumularsi di più di 50.000 appartamenti nuovi invenduti. Non meno critica e’ la situazione dal punto di vista della funzionalita’ istituzionale e degli strumenti di partecipazione democratica, in conseguenza dello svuotamento delle provincie non adeguatamente e prontamente sostituite da una nuova organizzazione istituzionale mentre prolificano gli enti di secondo livello, non  elettivi, che segnano in misura sempre più’ forte il distacco dei cittadini dalla partecipazione attiva. Infine nessun segnale di dissenso è venuto dalla dominante classe politica regionale nei confronti delle scelte del governo Renzi parodiate in materia di lavoroad una grave lesione dei diritti fondamentali tutelati dallo Statuto dei lavoratori.

Il PD emiliano, anche attraverso la candidatura di Bonaccini di fatto avalla le scelte di Renzi, contraddicendo la sua storia e rompendo con la sua tradizione di forza popolare, di sinistra e riformatrice. Si rende necessaria una svolta politica sancita dall’affermazione delle forze più vive della sinistra e della società civile che opponendosi alla deriva di destra, agiscano in difesa dei valori e dei diritti sociali ed economici oggi in serio pericolo. Per questa ragione i sottoscritti sostengono con il proprio voto i candidati della lista L’altra Emilia Romagna.

Vittorio Capecchi, Marco Capponi, Pierluigi Cervellati, Neva Fanti, Mauro Zani, Gabriele Pastrelo, Gianni Vannini (ordinariofisica generale a ingegneria), Claudio Berardi, Francesco Garibaldo, Federico Mucciarelli, Dino Buzzetti, Rudi Ghedini, Libero Mancuso, Paolo Tomasi (ex area SEL), Renzo Craighero, Silvia Lolli, Gabriella Masciaga, Sergio Zappol, Giovanni Gottarelli, Flavio Niccoli

 

 

3. Appello per l’Altra Emilia Romagna

Le prossime elezioni in Emilia-Romagna rappresentano un appuntamento importante per il rinnovamento degli assetti politici e programmatici di una regione che è stata – per lungo tempo – all’avanguardia dello sviluppo economico e civile, ma che oggi subisce le pesanti conseguenze della crisi economica a partire da un vistoso aumento dei disoccupati e degli inoccupati.

La deindustrializzazione è ormai un fatto reale: intere filiere produttive sono a rischio di estinzione. Le politiche regionali, negli ultimi anni, sono state caratterizzate da un forte appiattimento e appannamento delle capacità di governo, in particolare in settori portanti quali il consumo di suolo e l’ambiente, le infrastrutture per la mobilità, la programmazione economica e la formazione.

Si è instaurata, e si è via via consolidata, una pratica di negoziazione tra diversi livelli istituzionali e attori sociali in assenza di una forte visione d’insieme e senza individuare le necessarie priorità. Le scelte in molti casi si sono rivelate inadeguate o sbagliate, basti pensare al settore delle costruzioni dove, a uno sconsiderato consumo di suolo, si affianca l’accumularsi di più di 50mila appartamenti nuovi invenduti.

Non meno critica è la situazione dal punto di vista della funzionalità degli strumenti di partecipazione democratica, in conseguenza dello svuotamento delle Province, non adeguatamente e prontamente sostituite da una nuova organizzazione istituzionale, mentre prolificano gli enti di secondo livello, non elettivi, che segnano – in misura sempre più forte – il distacco dei cittadini dalla partecipazione attiva.

Infine nessun segnale di dissenso è venuto da chi governa la politica regionale nei confronti delle scelte del governo Renzi che mirano, in materia di lavoro, a una grave lesione dei diritti fondamentali tutelati dallo Statuto dei lavoratori. Il Pd emiliano, anche attraverso la candidatura di Bonaccini, di fatto avalla le scelte di Renzi, contraddicendo la sua storia e rompendo con la sua tradizione di forza popolare, di sinistra e riformatrice.

Si rende necessaria una svolta politica sancita dall’affermazione delle forze più vive della sinistra e della società civile che, opponendosi alla deriva di destra del Pd, agiscano in difesa dei valori e dei diritti sociali ed economici oggi in serio pericolo.

L’Altra Emilia-Romagna esprime una coerente continuità con il progetto dell’Altra Europa con Tsipras. Il suo progetto politico e programmatico si riconnette alle lotte contro il propagarsi di un neoliberismo pericoloso per la democrazia e i diritti, contro le imposizioni di austerità e di tagli al welfare della Troika, alla base dell’aggravarsi della crisi e dell’esasperazione delle ingiustizie sociali.

Per questa ragione i sottoscritti sostengono con il proprio voto i candidati della lista L’altra Emilia-Romagna.

 

Hanno aderito finora: Leonardo (Dino) Angelini, psicoterapeuta; Deliana Bertani, psicoterapeuta; Carla Maria Ruffini, docente Università di Bologna; Danila Fabbi, pensionata; Arno Sassi, impiegato; Laura Landi, insegnante; Neviana Nironi, dipendente comunale; Maurizio Gambarelli, presidente Coop Cinema Eden e consulente Cna; Giorgio Giovanardi, dirigente sindacale Uilca; Daniela Paini, insegnante; Renato Sala, pensionato; Ethel Campani, impiegata; Gianni Rinaldini, Spi-Cgil; Paola Mistrali, insegnante; Tiziano Rinaldini, pensionato; Alberto Ferrigno, FFSS; Armando Malagoli, ritirato dal lavoro; Giovanna Clausi Schettini, insegnante presso il liceo A. Moro di Reggio; Ornella Sacchi, pensionata; Barbara Zenoni, mamma e lavoratrice; Pier Luigi Burani, dirigente d’azienda in pensione; Mauro Bortolani, pensionato; Cristian Veronesi, programmatore; Luca Grasselli, consulente del lavoro e consigliere comunale L’Altra Albinea; Massimo Corbetti, Rsu gruppo Pozzoni di San Martino in Rio; Giuseppe Vecchi, impiegato; Marco Montanari, studente; Massimo Comunale, medico di famiglia; Annachiara Piffari, insegnante; Maurizio Montecchi, ex Rsa Filcams in mobilità; Stefania Martini, casalinga; Gian Franco Riccò, pensionato; Francesco Fantuzzi, dottore commercialista.

 

 

 

Tags:

Category: Osservatorio Emilia Romagna, Politica

About Mauro Zani: Mauro Zani. (Bologna 1949) così si definisce nel suo blog: Nessun merito particolare. Ex politico di professione. Ex comunista del PCI , ex dirigente del PDS e poi dei DS. Deputato per tot legislature e , da ultimo MEP, che vuol dire membro del parlamento europeo, il posto dove si va a finire quando cominci a star sui coglioni . Prima ancora , da giovane, segretario della FGCI (non era la federazione gioco calcio)e poi del PCI e poi del PDS della federazione di Bologna. Poi segretario regionale del PDS e, dopo un decennio circa,dei DS, prima di Bologna e poi dell’Emilia Romagna. Anche presidente della Provincia di Bologna. Bei tempi. Componente della segreteria nazionale PDS e DS per un sacco di tempo. Troppo. Con Occhetto , con D’Alema , e infine con Veltroni (prima versione). Mai stato comunque l’ano di qualcun altro: non occhettiano , non dalemiano, non veltroniano, non fassiniano. Forse neppure zaniano. Alfine in pensione all’età di 59 anni tra il solllievo dei più. Salvo quelli (non molti e non pochi) che mi salutano ancora con stima se non con affetto quando m’incontrano. Figura di riferimento, mio padre: bracciante e operaio povero,partigiano comunista , mai militante , spirito libero, mangiapreti per istinto. Onesto, buono e generoso, sempre.

Comments (3)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. MAURIZIO ARTONI ha detto:

    CHIEDO SE E’ POSSIBILE AVERE UN INDIRIZZO MAIL O ALTRO PER CONTATTARE ZANI

    GRAZIE

  2. Lainey ha detto:

    Superior thinking detrnsmoated above. Thanks!

Leave a Reply




If you want a picture to show with your comment, go get a Gravatar.