Mario Tronti: Firmare, anche nel PD, per non lasciare fuori la Lista per Tsipras

| 25 Marzo 2014 | Comments (1)

 

 

Diffondiamo da l’Unità del 25 marzo 2014

Ho letto l’intervento di Chiara Ingrao su “L’Unità” di giovedì scorso. Ne condivido l`appassionata indicazione. Anche chi esprime oggi un`intenzione di voto per il Pd dovrebbe mobilitarsi – ripeto, mobilitarsi – perché la lista «L`Altra Europa con Tzipras» possa raggiungere le 150mila firme necessarie per partecipare alla campagna elettorale delle elezioni europee. Mi convince la frase conclusiva. Si competa con gli argomenti e non con gli sbarramenti.

Non solo. C`è un nemico comune da battere: e sono i populismi, i nazionalismi, i localismi, che minacciano, non questa Europa, ma l`idea di Europa in quanto tale. Hanno dalla loro parte il disagio, il malessere, e il malumore e la rabbia, che la lunga crisi economica ha depositato nelle case, nelle famiglie, nella vita quotidiane delle persone. Da lì il bisogno di scaricare su un nemico visibile, palpabile, un risentimento di massa, che potrebbe coagularsi questa volta in un antieuropeismo viscerale. Abbiamo già avuto esperienza di questi improvvisi spostamenti emotivi, a livello di moltitudine, che la nostra razionalità politica non sa spiegare. E proprio perché non sa spiegare, non riesce a prevedere, con la conseguenza di subirli, nei risultati sugli equilibri politici, marcati da quasi inspiegabili vuoti di consenso. Questa idea che la sinistra parla alla testa dell`elettore, perché alla pancia parla la destra, è un`idea forse da rivedere: in base alla testa dura dei fatti. Non si combattono i populismi, privandosi del popolo, ma strappando il popolo al populismo: riorientando l`opinione, con la politica, con il partito, con il governo, in una sinergia di programmi e di azioni, dall`alto e dal basso.

Allora la proposta va articolata, con l`intento di aderire, con l`offerta pratica alla domanda di vari strati sociali. Quando Chiara Ingrao elenca il tipo di persone in carne ed ossa che si impegnano, e si candidano, nella lista dell`Altra Europa, «delegate e delegati metalmeccanici, compagne di strada di don Gallo e di Zanotelli, giornalisti, intellettuali, voci autorevoli del pacifismo e del femminismo, dell`Arci e dei Forum sociali», c`è da domandarsi a chi giova lasciar fuori dalla rappresentanza questo multivers o di posizioni alternative. E il problema si pone adesso per le Europee, si porrà per le politiche, viste le assurde soglie di sbarramento previste nell`ultima invenzione di legge elettorale. C`è una governabilità politica, data dai numeri in Parlamento, ma attenzione, c`è anche una governabilità sociale, data dai movimenti presenti nel Paese reale. Se non li esprimi, non governi, soprattutto quando chiedi governo dalla parte sinistra dello schieramento politico. E non c`è da pensare che se impedisci i canali di rappresentanza diretta a quelle posizioni, ne guadagna, ad esempio, il consenso del Pd. L`abbiamo visto: l`astensionismo pesca da quelle parti, e il grilliamo proprio lì ha gettato in gran parte le reti, riempiendole di pesci.

Siccome tutti ormai parliamo non di «più Europa», ma di «un`altra Europa», approfittiamo della prossima campagna elettorale per mettere a confronto le diverse altre Europa che immaginiamo. E il problema, lì come qui, è sempre quello: chi comanda? Dov`è l`effettivo punto di direzione dei processi? Si fa adesso un passo avanti, con la indicazione almeno del premier della Commissione. Ma il problema è se il livello della decisione rimane nella Commissione o si sposta effettivamente nel Parlamento. È se e quando il Parlamento europeo riuscirà ad esprimere un governo, politico, europeo. Va bene dall`austerità alla crescita e giusto discutere sulle diverse ricette per operare il passaggio dall`una all`altra. Ma siccome quel passaggio vuol dire anche il progetto di un`Europa sociale, e non più solo economica, vuol dire lavoro al centro, vuol dire riequilibrio delle diseguaglianze, vuol dire non più Europa tedesca ma Germania europea, allora qui irrompe, e bisogna far irrompere, il grande tema dell`Europa politica, di come riprendere il cammino verso questa utopia concreta. Solo qui, sul rilancio del progetto della sovranazionalità politica si riuscirà a contrastare il potere assoluto del complesso economico-finanziario, che ha imprigionato l`idea di Europa e l`ha quasi portata all`attuale immagine di un finale tramonto dell’Occidente.

Qui si gioca con forza il contrasto, da rilanciare in grande, tra destra e sinistra europea. L`Europa è luogo di passioni forti. Per tornare a farla amare dai suoi popoli bisogna liberarla dai lacci e lacciuoli di conti e compatibilità. Non di un fiscal ma di un political compact c`è bisogno: questo, sì, da mettere nelle Costituzioni. Pse batti un colpo.

 

Category: Elezioni europee 2014, Politica

About Mario Tronti: Mario Tronti (1931) negli anni Cinquanta aderisce al PCI. Cofondatore con Raniero Panzieri della rivista «Quaderni Rossi», dirige – a partire dal 1963 – la rivista «Classe operaia»; partecipa a «Contropiano»; e fonda, nel 1981, la rivista «Laboratorio politico». Ha insegnato Filosofia politica presso l'Università di Siena e per una legislatura (dal 1992 al 1994) è stato Senatore, eletto fra le fila del Partito Democratico della Sinistra. Attualmente presiede la Fondazione CRS (Centro per la Riforma dello Stato), un luogo di studi e iniziative fondato da Umberto Terracini e a lungo presieduto da Pietro Ingrao. È uno dei principali fondatori dell’operaismo italiano. Il suo libro Operai e capitale – pubblicato da Einaudi nel 1966 e ripubblicato, a quarant’anni di distanza, nel 2006 da DeriveApprodi – è unanimente riconosciuto il testo fondamentale di questa originale e radicale componente del marxismo teorico europeo, la cui diffusione, negli anni Sessanta, ha determinato la formazione di una mentalità e di un lessico fortemente innovativi, diventando un libro culto per le giovani generazioni del Sessantotto. Tra i suoi ultimi libri: Con le spalle al futuro (Editori Riuniti, 1992), La politica al tramonto (Einaudi, 1998), Teologia e politica al crocevia della storia (con Massimo Cacciari, AlboVersorio, 2007), Passaggio Obama. L’America, l’Europa, la Sinistra (Ediesse, 2009), Non si può accettare (Ediesse, 2009), Noi operaisti (DeriveApprodi, 2009), Dall’estremo possibile (Ediesse, 2011).

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. cristina mosca ha detto:

    Le parole di Mario Tronti sono decisamente condivise :mi auguro che siano di riflessione per le nuove generazioni Un forte abbraccio al mio grande Maestro Cristina Mosca

Leave a Reply




If you want a picture to show with your comment, go get a Gravatar.