Bruno Giorgini: Rispondendo a Francesco Viva Tsipras

| 15 Maggio 2014 | Comments (0)

 

 

 

 

Mi telefona Francesco vecchio amico e compagno di antichi stravizi rivoluzionari, oggi ricercatore sulle tracce delle onde gravitazionali, per dirmi che mica è tanto convinto di votare Tsipras: seppure mandiamo due o tre persone al Parlamento europeo che mai potranno fare, senza un retroterra politico qua, senza un movimento che li sostenga.

Discutiamo a lungo, Francesco non è l’unico scettico; ci sono anche Giorgio, Giovanna e altri, tutti/e che vengono da là, quella sinistra rivoluzionaria, alternativa , extraparlamentare, la si chiami come si vuole, del tempo che fu. Ma anche amici e colleghi da sempre schierati a sinistra, comunque concepita, sollevano dubbi e critiche.

MI perdonerà Francesco se, a rischio di fare di tutte le erbe un fascio, cercherò di accorpare le varie obiezioni, tentando di spiegare perchè, nonostante siano da un certo punto di vista in molti casi ragionevoli, voterò la lista Tsipras.

La prima critica si riferisce alla inconsistenza se non vacuità politica di Tsipras sul piano nazionale, non sarà certo questa lista il seme che farà ricrescere il rinsecchito albero della sinistra italica. Qualcuno più sanguigno la dice così, in versione edulcorata: ma con l’età che hai, non sei stanco di esercizi onanistici.

La seconda è la stessa ma a rovescio per dir così: Antonio vota M5S perchè questa è l’unica speranza di ribaltare il sistema, di mandarlo a gambe all’aria, e quindi dopo si potrà riparlare di sinistra. C’è poco da rispondere perchè è vero che gran parte del voto che nasce da proteste sociali della più varia natura si è incanalato nel movimento penta stellato.

Così cosa rispondere a chi dice che ancora non era cominciata la corsa quando già qualcuno dei garanti si sfilava, per non dire della formazione non proprio trasparente delle singole liste, e dei litigi che rumoreggiano in sottofondo.

Nel contempo quelli più a sinistra della sinistra mi rimproverano che nulla dice la lista Tsipras sull’Ilva di Taranto, sulla chiusura dell’altoforno a Piombino, sull’ingiusto arresto e detenzione per terrorismo di alcuni militanti Notav, e su parecchio altro, quindi niente voto perchè la lista è un po’ troppo riformista, un po’ troppo  opportunista, c’è troppa sel con le mani in pasta, e tutti abbiamo sentito Vendola fare lo svenevole al telefono coi padroni del vapore, pardon dell’altoforno.

Arrivano quindi quelli che di campagne elettorali s’intendono, e “ non si può, non c’è nemmeno una parola d’ordine, prima le persone, come sta scritto sui manifesti,  sembra più inventata dalla caritas che da una lista di sinistra, e poi la Spinelli scrive begli articoli ma quando sta in TV mai che si capisca bene cosa vuole, contro chi sta e asieme a chi vorrebbe stare ”.

Sul versante dei più vicini al PD  “Tra l’altro il governo qualcosa sta pur facendo, anche Landini l’ha detto che 80 euro di aumento in busta paga lui non è mai riuscito a ottenerli nemmeno con gli scioperi più duri. Poi dà una scossa, finalmente qualcosa si muove, non se ne poteva più, e se tornasse Berlusconi?

Intanto la destra si è spaccata e FI sta sotto il 20%. Renzi è anche uno dei pochi che va nelle scuole e magari qualcuna riuscirà a sistemarla” E tralascio le contumelie quando scoppia la tangentopoli dell’expo milanese, con tutto quel che segue, ma tsipras cosa dice, ma tsipras cosa fa eccetera.

A questo punto avrete notato che fin qui tutte le critiche si concentrano su questioni politiche nazionali, mentre l’Europa è scomparsa. Si tratta di una torsione, non proprio corente con una democrazia limpida, impressa alla scadenza elettorale in primis da Renzi, il quale vuole riscattare così il peccato originale che macchia la sua ascesa al potere.

Tutti ricordiamo le sue solenni e reiterate promesse che mai e poi mai sarebbe diventato Presidente del Consiglio senza una legittimazione elettorale. Invece proprio come il D’Alema che voleva rottamare, è salito sullo scranno con una congiura di palazzo tramite un voto della direzione PD che ha sfiduciato Letta – non il Parlamento, la direzione di un partito col 25% dei voti, con un premio di maggioranza incostituzionale alla Camera, e non maggioritario al Senato! – e tramite l’appoggio di Napolitano, Presidente della Repubblica cui non compete decidere, sfiduciare e/o fiduciare i governi, però lo fa –  roba da PCUS dei tempi peggiori. Dulcis in fundo scrive il patto del nazareno sulle riforme istituzionali e persin costituzionali in una stanza faccia a faccia con il cav. (ex.), elevato al rango di padre della patria.

Così il ganzo fiorentino si appropria delle elezioni europee e in mille modi vuole accreditarle come elezioni “politiche” nazionali di seconda istanza. D’altra parte nel gioco si butta a capofitto Grillo, che vuol vincere nello scontro petto a petto con Renzi e il PD, Berlusconi sta più di sbieco sapendo che senza di lui Renzi non va da nessuna parte, per ora.

Così Tsipras rimane solitaria a parlare d’Europa, un piacere e/o un desiderio solitario appunto, eppure encomiabile, perchè se anche Renzi non se ne è accorto, l’Europa rischia di bruciare, qua all’angolo in Ucraina per esempio, poi di fianco in Spagna i catalani scalpitano, in Scozia anche si muovono gli indipendentisti, volgendo gli occhi alla Grecia massacrata dall’austerità della Troika (FMI, BCE, CEE) i neonazisti di alba Dorata sono sempre più aggressivi, l’Ungheria già ha varato leggi liberticid, e si potrebbe continuare nell’elenco dei focolai di crisi ogni giorno più virulente.

Se una cosa il processo dell’unità europea di buono aveva prodotto era la pace, la realizzazione delle parole d’ordine con cui si uscì dalla seconda guerra mondiale “mai più Auschwitz, mai più guerra”, ma già arrivarono negli anni ‘90 le guerre balcaniche culminate nell’assedio di Sarajevo, con contorno di pulizia etnica, e dopo il bombardamento di Belgrado, adesso la guerra di Kiev con Russia e USA in pericolosa contrapposizione, mentre l’ Europa appare impotente, la signora Merkel sprezzante coi piccoli Greci, è balbettosa coi grandi Russi e Americani.

Questa è la prima cosa per cui votare Tsipras, l’Europa dei popoli, per scrivere la Costituzione europea dei diritti civili, politici, sociali  stabiliti tra cittadini liberi e eguali al di là della singola nazionalità, etnia, censo, ideologia, religione, cultura, colore della pelle. Quindi nell’unità costituzionale dei popoli, con tutte le loro differenze, costruire anche una efficace politica estera. E una politica economica che non si riduca al fiscal compact e al pareggio di bilancio anzi proprio li scancelli, ma per esempio cominci a tassare i capitali come recentemente hanno suggerito Piketty e Cohen, tra gli altri, a condividere il debito – pensate lo spread tra i bond tedeschi e i BTP italiani, l’incubo del tutto artificiale usato come arma che ci perseguita, scomparirebbe.

Oppure anche mettere finalmente mano a azioni di contrasto verso il cambiamento climatico, e/o effetto serra, che ormai galoppa, e da lì al rapporto uomo natura non modellandolo più sul paradigma del dominio e sfruttamento  da parte degli umani sulla natura, bensì in un rapporto di equità tramite scienza e democrazia.

Ma non voglio farla lunga, soltanto aggiungere che Tsipras non è solo il candidato a Presidente della CEE di una lista nostrana, ma di tutta la sinistra europea. Probabilmente dalle elezioni europee uscirà una CEE frutto di una coalizione tra Partito Socialista e Partito Popolare, magari con qualche scampolo dei Liberali, sarà allora importante che un gruppo di deputati si batta lì per dire ai popoli che una alternativa esiste.

Un gruppo che può inventare, proporre e praticare denunce e azioni politiche efficaci dentro e fuori il Parlamento europeo, in connessione con quel che si muove nella società sull’arco che va dall’ecologia all’economia, passando per i diritti e la democrazia. Con tutti i limiti che i miei simpatici amici, e amiche, dicono, la lista Tsipras è un primo tentativo di raccordarsi per una serie di forze, e di singoli, misurandosi con la dimensione continentale.

E, in questa prospettiva, credo che una certa inabilità alla politica che contraddistingue la lista Tsipras sia piuttosto una qualità che un difetto, così come la problematicità che spesso emerge nelle parole dei suoi portavoce e/o candidati, ben diversa dalla tronfiaggine dei politici di professione che tranciano giudizi assertivi a ogni passo,  mentendo sapendo di mentire, proprio come Renzi, che mai e poi mai doveva eccetera, e che ora per cancellare il peccato deve truccare le carte delle elezioni europee, trasformandole in un plebiscito per sè stesso e il suo governo.

Quindi, comunque vada, il voto al PD sarà sommamente inutile per l’Europa, così come fu inutile alla ultime politiche quando Bersani segretario, e Renzi suo competitore alle primarie, ma su questo d’accordo, promisero solennemente “mai più con Berlusconi”. Ahimè, che triste fine fa la verità, trionfando la menzogna, fino alla vergogna di chi, circa centoventi dis/onorevoli ancora lì seduti, votò non molto tempo fa contro Romano Prodi Presidente della Repubblica. Francamente preferisco i due o tre, magari di più, che spero la lista Tsipras riuscirà a fare eleggere in Europa. Comunque saranno sempre meglio assai, gente che puoi salutare la mattina senza temere che la sera faranno finta di non conoscerti.

 

Tags:

Category: Elezioni europee 2014, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

Leave a Reply




If you want a picture to show with your comment, go get a Gravatar.