Bruno Giorgini: La grottesca disciplina del PD. Viva Tsipras

| 22 Maggio 2014 | Comments (1)

 

 

 

Leggendo si stenta a crederlo. Dunque una iscritta al PD nonchè delegata CGIL, Micol Tuzi, viene in Piazza la sera di Tsipras. Indi consegna a Facebook la sua emozione per tutte quelle bandiere rosse dichiarandosi “semplicemente commossa” con una foto di Moni Ovadia e lo slogan: “tutto il resto è troika”.

Apriti cielo, il partito nuovo di Renzi entra in loop prima con una consigliera comunale di stretta fede le cui parole vi risparmiamo, quindi nientepopodimenoche con il Presidente del PD di Bologna: “Il sostegno a liste alternative al PD è incompatibile con la permanenza nel PD”.

Olè la grande (si fa per dire) caccia alla dissidente è cominciata. Infatti interviene il “responsabile organizzativo”- già fa specie che ci sia un responsabile organizzativo – lapidario: “sto facendo la segnalazione al comitato di garanzia, il voto è libero – ohibò grazie, tanta democrazia stupisce, soprattutto se deve essere dichiarata, quando parrebbe scontata, almeno Costituzione alla mano – “il voto è libero, ma (c’è sempre un ma a evitare che con la democrazia si esageri) il PD ha le sue regole”.

Il che fa intendere che le regole del PD sono altra cosa dal “voto libero”: un precipizio linguistico o un lapsus freudiano, certo una dichiarazione grottesca. Quindi senza tema del ridicolo pare che sarà chiamata a deciderà la commissione diretta da Davide Ferrari, già giovane militante del Movimento Studentesco, poi MLS (Movimento Lavoratori per il Socialismo), quello di Capanna, Cafiero ecc, l’ala stalinista della sinistra rivoluzionaria nel tempo che fu.

Il PD deve essere ben rincagnato per quella manifestazione così piena di persone nel cuore di Bologna, quella piazza grande luogo di tutti i dibattiti e spazio pubblico distintivo di democrazia,  nonchè di desiderio per il cambiamento e quasi sinonimo della “sinistra”, se ha deciso di buttarla sulla disciplina di partito; chissà cosa ne pensa Renzi di scuola democristiana, che trasse la sua forza dal tenere insieme il diavolo e l’acqua santa.

Il PCI ebbe in altri tempi, il 1977, un atteggiamento assai poliziesco e disciplinare, rincagnato appunto, salvo poi sciogliersi man mano, pur senza mai fare esplicita autocritica, talchè uno dei leader del ’77 ne diventò dirigente, venendo eletto anche in Comune, mentre l’Unità apriva le sue pagine, pubblicando  articoli poco ortodossi scritti da altri protagonisti di quel movimento. Fu un merito non secondario di Renzo Imbeni, di Walter Vitali, di Antonio La Forgia e di Mauro Zani, tra gli altri, che permise una rimarginazione delle fratture e ferite, seppure lenta e, forse, non completa e profonda quanto avrebbe dovuto.

Però a fronte dell’attuale farsa di un centralismo democratico da operetta, ebbene ci si domanda quanto è degenerato un corpo politico, tra l’altro quando il compagno G, al secolo Primo Greganti, iscritto al PD assai ligio allo statuto quindi non sottoposto a inchiesta da parte di una qualche commissione statutaria, finisce in carcere come sospetto collettore di mazzette e partecipante a un comitato d’affari corruttivo di larghe intese.

Forse è stato il nome esotico Tsipras uno che parla greco, o chissà, l’eccesso di rosso, o magari il troppo alto e imprevisto numero di partecipanti, a produrre questa specie di fibrillazione neuronale sbertucciata nel PD con conseguente risibile richiamo alla disciplina di partito.

Comunque sia, finiamo con la battuta di Moni Ovadia, pericoloso sovversivo: quando voti ricordati che nel segreto dell’urna Renzi non ti vede, ma Berlinguer sì.

 

 

 

1. Eleonora Capelli: “L’esponente PD in piazza con Tsipras”. Bufera nel partito, i renziani all’attacco.

[Repubblica.it,  21 maggio 2014]

 

BOLOGNA – Bufera nel Pd a Bologna su una rappresentante dell’area cuperliana in piazza Maggiore lunedì sera con la lista Tsipras. I renziani vanno all’attacco invocando l’espulsione dal partito. Nel mirino Micol Tuzi (al centro nella foto), pedagogista, rappresentante Cgil che aveva preso la parola al summit romano con Gianni Cuperlo, rea di aver postato su Facebook il suo entusiasmo per Tsipras: “Arrampicata su per una impalcatura di San Petronio mi sento sul tetto del mondo. Piazza Maggiore da anni non era così piena e rossa”.

Frasi e foto, con commento “e tutto il resto è troika”, non passate inosservate in particolare tra i renziani. A sollevare il caso è stata la consigliera comunale Raffaella Santi Casali. “Io sono sempre stata eretica quindi non mi turbo, ma i compagni ortodossi che ogni tanto invocano espulsioni e probiviri, cosa dicono di una cuperliana di ferro dirigente del Pd che inneggia a Tsipras e tutto il resto è troika?”, dice. Durissima la chiosa di Piergiorgio Licciardello, presidente del Pd di Bologna. “Il sostegno a liste alternative al Pd è incompatibile con la permanenza nel partito – è la sentenza – Vale per renziani, civatiani e cuperliani. Non sono primarie. Sono elezioni vere”.

Micol Tuzi è stata eletta come rappresentante dell’assemblea cittadina del Pd dal circolo Repubblica. E replica con altrettanta durezza: “Imparo solo ora di essere una dirigente del Pd, le foto che ho fatto su ‘tutto il resto è troika’ erano goliardiche, in ogni caso davanti a una piazza del genere credo che il Pd dovrebbe fare autocritica, io voterò Tsipras perchè per una volta scelgo l’autonomia. Mi aveva già telefonato il segretario del mio circolo, ma credo che ci sia bisogno di spostare le politiche più a sinistra e comunque Renzi ha detto che chi ha la tessera Cgil non deve votare Pd”.

Le dichiarazioni di Micol Tuzi scatenano un putiferio con il responsabile organizzazione del Pd Raffaele Persiano che annuncia: “Scriverò al comitato di garanzia”. La “pena” prevista è la sospensione per due anni dall’iscrizione al partito e la cancellazione dall’albo delle primarie. Lei qualche ora dopo fa marcia indietro: “Non ho mai fatto dichiarazioni pubbliche di voto, non ho distribuito volantini, non ho fatto mai campagna elettorale per Tsipras, pur non nascondendo apprezzamento e simpatia. Chissà poi quanti nel segreto dell’urna non faranno scelte differenti dalla mia”.

 

 

 

2. Fabio Sebastiani: Bologna, la piddina Micol Tuzi “condannata” all’espulsione per le sue simpatie per Tsipras

[www.controlacrisi.org, 22 maggio 2014]

 

Micol Tuzi, pedagogista del Comune e sindacalista Cgil,è del Pd. Ma a Bologna l’altra sera, quando piazza Maggiore è stata letteralmente riempita dal comizio di Tsipras, ci ha tenuto a stare sul palco e dimostrare così la sua simpatia e la sua vicinanza alla lista Altra Europa. “Arrampicata su per una impalcatura di San Petronio- scriveva lunedi’ sera su Facebook- mi sento sul tetto del mondo. Piazza Maggiore, la mia piazza Maggiore, da anni non era cosi’ piena e rossa”.

L’entusiasmo di Tuzi, che ha postato varie foto della serata, non e’ passato inosservato in particolare tra i renziani. A sollevare il caso, pur senza far nomi, e’ stata la consigliera comunale Raffaella Santi Casali. “Io sono sempre stata eretica quindi non mi turbo, ma i compagni ortodossi che ogni tanto invocano espulsioni e probiviri, cosa dicono di una cuperliana di ferro dirigente del Pd che inneggia a Tsipras e tutto il resto e’ troika?”, dice citando appunto un post di Tuzi. Durissima la chiosa di un altro renziano doc, Piergiorgio Licciardello, presidente del Pd di Bologna. “Il sostegno a liste alternative al Pd e’ incompatibile con la permanenza nel Pd- e’ la sentenza- Questo vale per Galliera, vale per Argelato, vale per Malalbergo e vale per Bologna. Vale per renziani, civatiani e cuperliani. Non sono primarie. Sono elezioni vere”.

Nando Mainardi, segretario di Rifondazione comunista in Emilia Romagna e Laura Veronesi, numero uno bolognese dello stesso partito, stanno con Micol Tuzi,e colpiscono nel vivo lo schieramento renziano nel Pd. “Per il Pd evidentemente- scrivono in una nota congiunta- e’ lecito e normale governare con Alfano e riscrivere la Costituzione con Berlusconi ma e’ proibito ascoltare un leader di sinistra come Tsipras in una piazza Maggiore gremita di bandiere rosse. Esprimiamo la nostra solidarieta’ nei confronti dell’esponente Pd Micol Tuzi”.

“Mi assumo piena responsabilita’ delle mie azioni e ne rivendico l’autonomia. Liberta’ di opinione e di espressione, secondo Costituzione”, è la difesa di Micol Tuzi, che sottolinea che “essere membro di un’assemblea elettiva di emanazione congressuale e’ cosa un po’ diversa che essere una dirigente di partito. Non sono una dirigente del Pd, ma una donna che, forse ingenuamente, e’ ancora una iscritta e vuole credere che la sua ‘d’ stia a significare democratico. E che, forse altrettanto ingenuamente, continua a credere nel significato di questa appartenenza”.

Della Cgil, “di essa si’, sono dirigente. E Renzi stesso invita a scegliere tra Pd e Cgil”. A Tuzi arriva anche un’attestato di solidarieta’ targato Movimento 5 stelle. “Il Pd e’ nel panico, non controlla piu’ i suoi militanti”, scrive sempre via Facebook Davide Zannoni, consigliere di quartiere al San Vitale per il Movimento 5 stelle. “Non passa giorno- assicura- che autorevoli esponenti del Pd confessano l’insofferenza a rimanere nel Pd e la loro intenzione di votare Tsipras o 5 stelle. Non possono divulgare la loro decisione per timore di rappresaglie”.

 

 

 

 

 

 

Category: Elezioni europee 2014, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

Comments (1)

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  1. Davide Ferrari ha detto:

    I regolamenti del PD non prevedono alcuna forma di espulsione.
    Micol Tuzi non ha ricevuta nessuna espulsione. Micol Tuzi ha espresso una indicazione di voto, poi però mutata, per una lista e per candidati di altra forza politica, pur essendo iscritta e membro di un organo dirigente del PD. La Commissione di garanzia ha valutato la sua dichiarazione di avere svolto la campagna elettorale per il PD e la sua volontà di rimanere nel Pd, che NATURALMENTE richiede che si voti e faccia votare questo partito. Dopo una sospensione necessaria dall’organo (l’assemblea cittadina) di cui fa parte, ha chiesto al Circolo (sezione) nel quale è iscritta -e che l’ha eletta nell’assemblea- di promuovere un confronto con Tuzi e, se riteneva, concordemente con lei, di rivotare la sua elezione. Cosa che è avvenuta. Micol Tuzi, non è quindi espulsa e fa parte dell’assemblea cittadina del PD di Bologna. Quanto al mio percorso politico il settarismo preistorico, caro Bruno, con il quale lo rilevi fa sorridere ma, forse, ci fa ringiovanire…

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