Roberto Dall’Olio: Le undicimila notti di G. Ford
Glenn Ford è stato accusato nel 1983 di aver ucciso un gioielliere presso cui lavorava occasionalmente. Lunedì 10 marzo un giudice della Louisiana lo ha riabilitato. Dopo 25 anni nel braccio della morte, è stato rilasciato perché innocente. L’incredibile storia arriva dagli Stati Uniti, più precisamente dallo Stato della Louisiana. Il 64enne Glenn Ford era stato accusato di aver ucciso un gioielliere presso cui lavorava occasionalmente nel 1983 e, pur dichiarandosi sempre estraneo ai fatti, dal 1988 attendeva di essere giustiziato. E’ stato un giudice della Louisiana a scagionarlo, dopo aver raccolto nuove informazioni che confermano la versione dei fatti di Glenn. Il suo avvocato ha spiegato alla stampa che il giudice ha riconosciuto come il processo sia stato “compromesso da avvocati inesperti e dal fatto che alcune prove sono state dichiarate inammissibili, incluse informazioni fornite da un informatore”. Glenn Ford, da parte sua, appena uscito dal braccio della morte del penitenziario ha dichiarato: “Sono stato imprigionato per quasi 30 anni per qualcosa che non ho fatto. Quando mi hanno condannato, i miei figli erano piccoli. Ora sono uomini. La mia mente in questo momento va in tutte le direzioni, ma sto bene”. Apparentemente tranquillo, Glenn non ha voluto sparare a zero sulla giustizia americana. Riceverà 330,000 dollari di risarcimento. Nessun carcerato nella storia moderna degli Stati Uniti è mai rimasto così a lungo nel braccio della morte prima di essere riconosciuto innocente. Lunedì scorso il giudice distrettuale Ramona Emanuel gli ha ridato la libertà. Anche la famiglia della vittima ha accolto favorevolmente il rilascio di Ford, nero condannato all’epoca dei fatti da una giuria di bianchi, malgrado l’arma del delitto non sia mai stata ritrovata e non vi fossero testimoni oculari dell’assassinio.
undicimila notti
negli sfinteri della morte
la gattabuia
che mi anneriva
io nero
entratovi giovane padre
per omicidio
decretato da cinqueL’Wren Scott morta, l
giudici solo bianchi
in piena era reaganiana
saldavo i miei incubi
di innocente
tutte le notti
la moneta fu questa
per pagare nel tempo
la speranza della libertà
sopportare l’attesa
della giustizia
erano fiamme d’inferno
i soli che bruciarono
i miei giorni
la quasi morte
data dall’odio
dei tempi di pace
di una democrazia
poi qualcuno capì
lesse studiò
il mio caso
rividi la luce
ora sono nonno
mi chiamo Glenn Ford
le notti buie
sono finite
ma gli undicimila giorni
e la mia vita rapita?
Quelli valgono
duecentocinquantamila dollari
c’è un prezzo per tutto
quaggiù
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