Meriam: Il Comune di Bologna può ritirare lo striscione “Meriam deve vivere”

| 25 Luglio 2014 | Comments (0)

 

 

 

Come “Inchiesta” avevamo aderito all’Appello di Amnesty International (vedi www.inchiestaonline.it del 16 maggio 2014) a favore di Meriam Yahia Ibrahim Isha condannata a morte a Khartoum nel Sudan per apostasia e poi liberata arrivata a Roma il 24 luglio 2014. Nella foto si vede lo striscione “Mirian deve vivere” che era stato appeso dal Comune di Bologna e che è stato oggi ritirato perché quella campagna è finita ed è finita bene. Riportiamo la cronaca dell’arrivo di Meriam a Roma da Repubblica .it:

 

ROMA 24 luglio 2014 – Meriam Yahia Ibrahim Isha, la giovane cristiana condannata a morte a Khartoum, in Sudan, per apostasia e poi liberata, è arrivata con i due figli e il marito, Daniel Wani, in Italia su un volo della presidenza del Consiglio. Con lei il viceministro agli esteri Lapo Pistelli che segue da tempo il suo caso. Ad accogliere la 27enne sudanese il presidente del Consiglio Matteo Renzi, accompagnato dalla moglie Agnese, e il ministro degli Esteri Federica Mogherini. La donna è scesa dall’aereo con in braccio la figlia più piccola, Maya, nata mentre la madre era in carcere, lo scorso 27 maggio. Il viceministro Pistelli portava invece il figlio più grande, Martin, di un anno e otto mesi.

In tarda mattinata Meriam è stata ricevuta da papa Francesco che ha voluto porgerle personalmente il suo “grazie”. A Santa Marta la giovane si è trattenuta circa mezz’ora in un’atmosfera che il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha definito “molto serena e affettuosa”. “Il Papa – ha aggiunto – è stato molto tenero con lei, il marito, che era in carrozzella, e l’ha ringraziata per la sua testimonianza”. Per Lombardi si è trattato di “un gesto di vicinanza e solidarietà per coloro che soffrono a motivo della loro fede e della pratica di fede. E questo va a al di là di quest’incontro così bello e attento”. Da parte loro, Meriam e i loro “hanno ringraziato Francesco per il sostegno ricevuto e lo hanno informato sulla vicenda e la situazione attuale”.

“Anche oggi siamo felici. Vi dirà tutto il viceministro Pistelli che ha curato questa operazione. Oggi è soltanto un giorno di festa”, ha detto dal canto suo Renzi. Arrivando a Roma il vice ministro agli Affari esteri Pistelli, partito alle 18.45 di ieri per andare a prendere in Sudan Meriam, ha detto che la donna e “i due figli stanno bene sono in ottima forma”. “Il Santo Padre è stato informato ieri dalla presidenza del Consiglio” dell’arrivo di Meriam “e ha espresso la sua gratitudine e la sua gioia – ha aggiunto – . Credo che Meriam e i due figli avranno degli incontri importanti nei prossimi giorni e poi si trasferiranno negli Stati Uniti”. La donna potrebbe incontrare il Santo Padre come ha detto Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, in prima linea per la liberazione della giovane. Sul volo in arrivo dal Sudan Pistelli ha postato una foto, con un soddisfatto “Missione compiuta”.

“E’ una grande gioia – ha commentato il ministro degli Esteri, Federica Mogherini – . Abbiamo seguito il caso sin da prima che fosse resa nota la condanna. Grazie al grande lavoro fatto da tanti, oggi possiamo accogliere Meriam a Roma. Ora lei ha bisogno di tranquillità con la sua famiglia”. Pistelli ha confermato che il governo continuerà a seguire il caso “fino alla fine”. Poi ha detto che i casi di Meriam e dei Marò “sono molto diversi”, spiegando che il governo è impegnato pancia a terra a risolvere il caso dei fucilieri. Non può essere messo in dubbio il nostro impegno e del Parlamento su questa vicenda, che continuerà fino alla conclusione”. Pistelli ha anche ribadito l’impegno del Governo per la liberazione degli italiani ancora ostaggi in varie parti del mondo e delle ragazze nigeriane rapite da Boko Haram.

Il caso di Meriam aveva commosso il mondo. È stata a lungo in carcere incinta del suo secondo figlio. Nata da padre musulmano, Meriam era stata cresciuta nella fede cristiana dopo l’abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto.

La storia di Meriam era stato citato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, in occasione del suo discorso di inaugurazione del semestre europeo a Strasburgo. Parlando di Meriam e delle ragazze nigeriane sequestrate dagli islamisti di Boko Haram, Renzi aveva sottolineato: “Se non c’è una reazione europea non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa”.

 


Category: Donne, lavoro, femminismi, Osservatorio internazionale

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