Elezioni francesi: adesso il gioco si fa duro

| 24 Aprile 2012 | Comments (0)

Un amico mi telefona dall’Italia, chiedendomi tra il serio e il faceto se le squadre fasciste sono già sottocasa. Lo rassicuro, ma certo è che la vincitrice netta e chiara di questo primo turno è Marine Le Pen. La candidata del Fronte Nazionale, lo storico partito dell’estrema destra francese, sta tra il 17 e il 18%, il miglior risultato mai ottenuto, il che vuol dire che se incontrate in Francia dieci persone a caso, c’è una buona probabilità che due siano elettori del FN, anche se non ve lo diranno, e infatti i sondaggi le attribuivano tre quattro punti in meno, ah gli stupidi sondaggi. Il doppio binario, per un verso xenofobia e razzismo, per l’altro difesa delle classi popolari contro le oligarchie ha funzionato, eccome! Nel suo discorso di vittoria Marine Le Pen ha parlato di rassemblement dei patrioti di destra come di sinistra, di battaglia per una nuova Francia, di operai, pescatori, contadini, artigiani, lavoratori che hanno fatto crescere l’onda blue marine, con un efficace gioco di parole, ha inneggiato alla resistenza di milioni di francesi contro la finanza internazionale e l’oligarchia per rendere al popolo la sua libertà, la sua sovranità, la sua dignità, la sua fierezza, concludendo tra gli applausi scroscianti con il famoso slogan del ‘68; ce n’est que un
début, continuons le combat. Nemmeno una parola contro gli immigrati o i mussulmani o i comunisti. E’ la nuova cifra della destra nazional popolare, che punta anche a raccogliere se non l’eredità, almeno molti pezzi di una destra classica gaullista che Sarkozy ha portato sull’orlo di una crisi che potrebbe essere mortale. Sarkozy,  presidente uscente che arriva secondo al primo turno, e non era mai successo. Primo Hollande, il candidato socialista, a cui subito Eva Joly, la candidata verde, e Jean-Luc Melénchon del Front de Gauche hanno portato il loro appoggio per il secondo turno. Melénchon dicendo: mobilitatevi e votate per lui come se fossi io. Ma il candidato del Front de Gauche era palesemente deluso dal magro 11% ottenuto. Sperava, anche qui i sondaggi che lo davano attorno al 14%, hanno sbagliato alla grande, di arrivare almeno al 15%, i voti ottenuti dal PCF al
tempo del programma comune con Mitterand. Ovviamente ha detto che la lotta continua, specie contro il Fronte Nazionale, la benemerita mobilitazione antifascista, che rischia però di sbagliare bersaglio, perché Marine Le Pen è ben più di una banale fascista attardata, ricordando piuttosto Isabelita Peron. Comunque la candidata del FN si è riservata di annunciare la sua posizione per il voto tra Hollande e Sarkozy, il primo Maggio a Parigi in piazza dell’Operà. Sarkozy giocherà duro su vari fronti. Il primo interno nel confronto diretto con Hollande che ha sfidato a tre dibattiti faccia a faccia sulle questioni economiche, sociali, e internazionali, cui Hollande ha risposto picche, e staremo a vedere, perché comunque il dibattito diretto tra i due contendenti al secondo turno è una tradizione che difficilmente il candidato socialista potrà evitare. E tutti ricordano come Mitterand indietro nei sondaggi fece a fette Chirac, vincendo il match televisivo e le elezioni. Soltanto molti a sinistra temono che nel caso odierno possa avvenire il viceversa. Poi c’è il fatto che tutta la sinistra non va oltre il 44% e si vince col 51%, insomma molti voti devono da qui al 6 maggio essere conquistati da Hollande, e non sarà facile il bilanciamento tra la necessità di fare il pieno dei voti a sinistra e quella di avere il consenso di molti cittadini elettori del centro o moderati, senza dimenticare l’elettorato popolare del FN. Staremo a vedere cosa inventerà Hollande, e pure Sarkozy deve per un verso andare a pescare voti sull’estrema destra e per l’altro volgersi al centro di Bayrou. Potrebbe fare offerte a Marine Le Pen sottobanco, e a Bayrou più esplicitamente, per esempio offrendogli il posto di Primo Ministro, se venisse rieletto. Già stasera alcuni che avevano precipitosamente abbandonato Sarkozy in vista del trionfo socialista, si sono altrettanto precipitosamente impegnati in lodi più o meno sperticate del presidente uscente, col che la politica è anche in Francia spesso senza vergogna. Poi molti temono una aggressione della finanza internazionale, molto evocata da Sarkozy: se Hollande vince finiremo come in Grecia. E magari di
questa profezia sarkozista avremo un assaggio di qui al secondo turno, tanto perché si capisca che non sono parole a vanvera, la classica profezia che si auto avvera. Diciamola anche così: può l’Europa della austerità, del rigore, dei sacrifici, della limitazione se non cancellazione dei diritti sociali e del lavoro, l’Europa della regola d’oro del pareggio di bilancio a tutti i costi, l’Europa della decapitazione sociale come dicono i miei amici comunisti, l’Europa della BCE che elargisce miliardi di euro alle banche come  noccioline, tagliando salari e pensioni nonché posti di lavoro, può  questa UE sopportare un Presidente francese socialista? Con le riforme che egli propone, e se anche ne facesse la metà sarebbe una inversione di tendenza significativa. Questa Ue che si regge sull’asse Sarkozy Merkel, e c’è da credere che la cancelliera tedesca metterà i piedi nel piatto, in un modo o nell’altro. La paura è una delle armi del presidente uscente, e poiché ormai quella del mussulmano fondamentalista è stata utilizzata nel primo turno con l’affaire Mohammed Merah, adesso si attiva a pieno regime quella della crisi, del debito, del fallimento dello Stato. Per cui nonostante i soliti sondaggi, inaffidabili quanto mai, che danno vincente Hollande, lo scontro sarà duro assai e senza esclusione di colpi, molti sotto la cintura perché infine bisogna fare i conti pure coll’uomo Sarkozy. Un mio amico, storico insigne, mi ripete ormai da giorni che il presidente uscente gli ricorda Napoleone III, il quale pur di non abbandonare il potere, con un colpo di stato distrusse la Repubblica di cui era presidente, autoproclamandosi imperatore, quindi inamovibile. E’ evidentemente una metafora, ma dice del clima e della posta in gioco. D’altra parte i francesi lo hanno capito, e nonostante le vacanze e i sondaggi (ahimè, non ne hanno azzeccato una) che li volevano astensionisti, sono andati a votare con un tasso di partecipazione di oltre l’80%.

(da e-il mensileonline di Emergency)

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Category: Osservatorio internazionale

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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