Bruno Giorgini: Compagni sovranisti? No grazie

| 26 Settembre 2018 | Comments (0)

 

 

Incontro per caso Ambrogio, uno dei geniali inventori di Radio Alice, e subito scatta la discussione politica. E’ semplice: l’attuale governo nazionalsocialista di Salvini & c. è una sciagura, da qualunque verso lo si guardi. Porti chiusi come in guerra, migranti come nemici invasori, zingari nel mirino, leggi e decreti autoritari, parole e azioni contro la libertà di stampa, stato di polizia in fieri, violenze verbali e fisiche, fascisti a tempo pieno che scorazzano, diritti umani violati, i poveri che occupano le case sfitte imprigionati, l’Unione Europea indicata come responsabile di ogni nequizia e sfruttamento, la Nazione protetta dai fili spinati al confine invece fonte di ogni bene nonchè rifugio del popolo. Ma a volte ci sono cose ai margini che dicono dell’anima di questo governo più delle prese di posizione eclatanti. Per esempio Di Maio ha nominato il generale dei carabinieri Leonardo Alestra a capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’ex comandante della Guardia di Finanza in Veneto generale Antonino Maggiore a direttore dell’Agenzia delle entrate, e last but not least ha voluto al governo come ministro per l’ambiente l’ex generale dei carabinieri Sergio Costa.

Una tale concentrazione di militari nelle strutture di governo non si era mai vista in tempo di pace: voilà disvelata l’anima militar militaresca di Giggino Di Maio, che nel suo inconscio, preconscio, magari conscio vorrebbe tutti i cittadini sull’attenti sbattendo i tacchi. Quindi si tratta di un governo la cui natura di destra fino ai fascisti di Casa Pound, legati con molti fili al ministro dell’interno Salvini, è palese e dispiegata, e contro cui ogni persona di sinistra, comunque intesa, non può altro che opporsi. Col non piccolo problema che questo governo sembra godere, almeno stando ai sondaggi, di un ampio favore tra gli elettori, più di uno su due lo approva. A proposito di elezioni, sono già all’orizzonte quelle europee, assai disagiate perchè i cosidetti sovranisti, cioè i nazionalsocialisti del nuovo millennio, sono abbastanza forti quasi ovunque, mentre il premier ungherese Orban teorizza la democrazia illiberale, tagliando libertà di stampa e d’opinione, nonchè inibendo pena il carcere le attività di accoglienza e assistenza per i migranti delle ONG e dei singoli cittadini, oltre a limitare fortemente la libertà di ricerca e insegnamento, Orban l’amico caro di Salvini. Allora il mio pensiero è chiaro. Alle elezioni europee ciascuno degli oppositori al ciclo nazionalista, simil razzista, autoritario, e antieuropeo vada come vuole coi suoi simboli e le sue proposte politiche, ma con due parole d’ordine comuni: l’Europa Unita, e la pace.

Già la pace, perchè l’insorgere dei nazionalismi, sempre è stato foriero di guerre in Europa, e non solo. Ovvero dicendola in altro modo: mai più Auschwitz, mai più guerra. Non un’unica lista, ma un unico spazio politico geografico, con tutte le contraddizioni , le lotte di classe e no, che lo attraversano, e le ingiustizie. Uno spazio che va difeso contro l’invasione dei nazionalsocialisti, non ancora pienamente nazisti, ma sulla strada. Tutto mi par chiaro, e semplice se non che Ambrogio mi interrompe, uscendo con: e coi compagni sovranisti come la mettiamo? Con un pezzo della sinistra antieuropea, un po’ salvinista un po’ grillina?

Già. I comunisti non furono mai europeisti entusiasti. Ricordo il tentativo di Berlinguer in Piazza Maggiore con Marchais, all’epoca segretario del PCF, di lanciare l’eurocomunismo che uscì di strada alla prima curva per non riprenderla più. Mitterand forte della vittoria ottenuta con la gauche tentò di costruire un’Europa sociale, al fianco dell’Europa monetaria, ma fu sconfitto dalla Gran Bretagna in coppia con la Germania. Poi venne la discussione sulla Costituzione europea che avrebbe definito l’identità, l’appartenenza, e la cittadinanza europea, se mai fosse stata approvata, il che non fu. Così è rimasto l’euro e la BCE diventando l’Europa terra di conquista e rapina per l’alta finanza globale, con una tecnocrazia politica lontana dai popoli e anche molto antipatica, quando non odiosa.

Ma c’è anche Schengen, con i giovani studenti a fare l’erasmus senza problemi da Palermo a Stoccolma, e la libertà di lavoro senza vincoli. Schengen con l’abolizione delle frontiere interne per la prima volta nella storia politica del mondo: senza guerra. Giova ricordare che dalla guerra franco prussiana del 1870 alla seconda guerra mondiale finita nel 1945, l’Europa fu per oltre settanta anni attraversata da quella che qualcuno battezzò “la guerra civile europea”, mentre dal 1945 a oggi 2018, l’Europa è stata sostanzialmente in pace. Con la guerra nella ex-jugoslavia a un tiro di schioppo, e quella d’Ucraina ancora in corso, seppure ora a bassa intensità. Però in Europa è arrivata la delocalizzazione, per cui oggi vado al lavoro e domani la mia fabbrica non c’è più, svuotata con la produzione spostata altrove, lontano, così come i tagli alla sanità, alle pensioni ecc..indotti dalla politica di austerità scellerata della UE hanno colpito le persone più povere, e impoverito molte altre che appartenevano al ceto medio, Su questa scia tutti coloro che maledicono l’Europa in quanto territorio del grande capitale e della speculazione finanziaria, quelli che Macron è figlio di una grande banca e Le Pen viene dal popolo, che l’uno è algoritmico e l’altra carnale, tutti quelli che lo stato nazionale almeno sai dov’è e magari puoi occupare il Palazzo d’inverno, garrendo la bandiera rossa davanti alle masse tumultuanti, o cliccare sul blog di Grillo per scegliere Di Maio che poi va al governo in my name per fare il socialismo, se non proprio almeno il reddito dicittadinanza, e l’accordo dell’Ilva che gli operai applaudono, ebbene per quelli di loro a variante di sinistra, ecco che il vecchio Marx ha qualcosa da dire.

“Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria, è profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardare con occhio disincantato la propria reale condizione e i propri rapporti con i loro simili ..- e insiste, ricarando la dose- Il continuo rivoluzionamento della produzione, l’ininterrotto scuotimento di tutte le situazioni sociali, l’incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l’epoca dei borghesi tra tutte le epoche precedenti. Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, …e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si dissolve nell’aria tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardare con occhio disincantato la propria posizione, i propri reciproci rapporti”. Marx entra poi nel merito delle differenti professioni intellettuali, profetizzandone la proletarizzazione. “La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attività che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l’uomo di scienza, in salariati alle sue dipendenze.” Infine ecco arrivare la globalizzazione. Sì proprio lei che Marx aveva visto ben oltre un secolo fa. “Ai vecchi bisogni, soddisfatti con i prodotti del paese, subentrano bisogni nuovi, che per essere soddisfatti esigono i prodotti dei paesi e dei climi più lontani. All’antica autosufficienza e all’antico isolamento locali e nazionali subentra uno scambio universale, una interdipendenza universale fra le nazioni. E come per la produzione materiale, così per quella intelettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. L’ unilateralità e la ristrettezza nazionali diventano sempre più impossibili, e dalle molte letterature nazionali e locali si forma una letteratura mondiale”.

Insomma la sinistra che si ispira a Marx una cosa soltanto può essere, o tentare di essere: internazionalista come recita il Manifesto nelle sua ultima pagina, che nel nostro contesto significa almeno europeista. Per tutte le altre sinistre che sono in ballo, una miriade, pur non avendo alle spalle il profetico Marx, il discorso non mi pare molto diverso: sinistra e nazionalsocialismo sono antitetici. Non foss’altro che per ragioni etiche e storiche. In fine comunque vada, credo sia il momento di “intraprendere anche senza sperare, perseverare anche senza riuscire”Mar

Category: Culture e Religioni, Guardare indietro per guardare avanti, Osservatorio Europa, Osservatorio internazionale, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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