Alberto L’Abate: Corsa alla Guerra?

| 27 Marzo 2015 | Comments (0)

 

 

 

 

Dopo i recenti fatti di Tunisi, con l’uccisione, da parte di fanatici miliziani dell’ISIS ( sedicenti “islamisti”), di molti turisti tra i quali anche 6 italiani, ed il ferimento di altri, che erano in visita ad un museo di quella città, sembra ormai scatenata, nel nostro paese, la “corsa alla guerra” contro questa organizzazione terroristica. Ed i giornali hanno riportato che anche un importante personaggio del Vaticano (speriamo senza il consenso di Papa Francesco) si è dichiarato a favore di questo intervento militare.

E’ certo che i miliziani di questa formazione ed anche quelli di Boko Haram, che operano in Nigeria ed altri paesi africani e dicono di essere ”islamisti”, e pure loro commettono crimini così efferatin ed orrendi da fare rivoltare lo stomaco, far venire la rabbia , e stimolare una risposta violenta ed armata.

Ma prima di gettarsi in una nuova guerra sarebbe importante seguire i consigli di uno dei più grandi scienziati del secolo scorso, Albert Einstein, che ci insegna che, prima di agire, “bisogna porsi delle domande”.

E le domande da porsi sono svariate:

 

1) La prima di queste è : “Quanto sono vere le informazioni che ci vengono date dai nostri mezzi di comunicazione di massa, od almeno, se non del tutto false, quanto sono volutamente esagerate per convincerci a fare la guerra?”

 

Gli esempi di queste falsità sono moltepici, ne citerò solo alcuni:

  1. Per fare la guerra contro i Serbi di Milosevic si sono chiaramente esagerati i crimini da questi commessi contro gli albanesi del Kossovo, quando, nella realtà, questi crimini si sono ingigantiti e diventati di massa dopo l’inizio dei bombardamenti della Nato a Belgrado e nella Serbia, e non prima. Inoltre, per convincere gli alleati a parteciparvi, gli esperti militari statunitensi avevano detto che la guerra sarebbe durata pochi giorni, con la sconfitta della armata di Milosevic, mentre invece ci sono voluti circa tre mesi.

  2. Per fare la prima, e poi soprattutto, la seconda guerra contro Saddam Hussein in Iraq, si sono inventate notizie, poi dimostratesi false, che lui fosse già sulla strada di costruire, nel suo paese, la bomba atomica, o addirittura che l’avesse già quasi fatto.

  3. Il terzo esempio, che ci fa venir dei dubbi, è il fatto che per convincerci a fare la guerra contro questi barbari criminali dell’ISIS che distruggono statue millenarie sacre, ci fanno vedere dei miliziani (?) che distruggono statue chiaramente di gesso e non reali. Sono falsi i miliziani o le statue e chi li distrugge?

 

2) La seconda domanda da porsi è: Come mai quei personaggi, prima amici e alleati, e poi diventati nemici contro i quali si è combattuto, come Saddam Hussein, Bin Laden , ed anche Gheddafi, sono stati uccisi a freddo, anche se non risulta che al momento della cattura fossero armati, e non sono stati invece sottoposti ad un regolare processo, come una società che si autoproclama “civile “ dovrebbe fare?

Forse perché si aveva paura che, in un processo, sarebbero venute fuori notizie e fatti che avrebbero messo in luce anche i misfatti e le contraddizioni dei vincitori?

 

3) La terza domanda: Come mai non si sono appoggiati realmente i movimenti ed i paesi islamisti più moderati che sono poi quelli che soffrono, più degli altri, di questi crimini dei movimenti estremisti sedicenti ‘islamisti’ ?

Anzi, al contrario, sono stati visti, e sono visti tuttora, come pericolosi nemici all’interno dei quali si anniderebbero, con la loro complicità, anche i terroristi?

 

4) Quarta domanda: “Chi ci guadagna realmente dalle guerre fatte in precedenza, e da quelle che si vogliono fare?”

Quanto scritto dal Generale Mini, nel suo libro sull’ipocrisia della guerra, ci dovrebbe fare pensare. Mentre il nostro paese, ed anche altri, sono in una profonda crisi economica, con una fortissima disoccupazione (soprattutto, ma non solo, giovanile), con una povertà molto diffusa, e mentre, malgrado questo, si tagliano le spese sociali, si spendono invece cifre astronomiche per le guerre facendo arricchire enormemente i costruttori ed i venditori di armi. Scrive Mini che le cinque più importanti industrie di armi degli Stati Uniti, dal 2001 al 2010, hanno visto accrescere il loro fatturato da 217 a 386 miliardi di dollari, ed i loro profitti da 6,7 a 24,8 miliardi (e cioè, questi ultimi, si sono quasi triplicati).

 

5/6) Ultime due domande : Si fanno le guerre per combattere i criminali, o per arricchire i già pochi ricchi del mondo? . E perché non si lavora seriamente nella ricerca di soluzioni alternative, giuste e nonviolente?

 

Ma il lettore forse dirà: “Ma queste sono tutte cose che devono fare i governi, io non posso farci nulla!”.

NON E’ VERO! Tu puoi firmare, e far firmare ai tuoi amici e conoscenti, la raccolta di firme per un progetto legge di iniziativa popolare per una difesa civile non armata e nonviolenta che è stata lanciata all’Arena per la Pace di Verona del 2014, ed alla quale aderiscono sei reti composte da moltissime organizzazioni per la pace e la nonviolenza del nostro paese. Questa campagna, che è stata definita: “Un’altra difesa è possibile”, chiede con forza alle autorità di eliminare gli inutili e pericolosi F35 che sono aerei di attacco, e non di difesa, e perciò anche contrari all’Art.11 della nostra Costituzione che riconosce solo guerre di difesa, e chiede inoltre di dar vita, nel nostro paese , a “Corpi Civili di Pace”, richiesti ed approvati ripetutamente dal Parlamento Europeo, che sono strumenti essenziali per la prevenzione dei conflitti armati, e per la riconciliazione dopo le guerre

 

Il compito della campagna è di raccogliere 50.000 firme, questa si chiuderà nel maggio 2015, ma le firme vanno raccolte e fatte avere alla segreteria entro la terza settimana di aprile. Per conoscere ulteriori notizie sulla campagna, e sapere dove andare a firmare nel luogo della tua residenza puoi scrivere a: <info@difesacivilenonviolenta.org>, o aprire e studiare il sito <www.difesacivilenonviolenta.org>.

 

MUOVITI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

 

Category: Culture e Religioni, Osservatorio internazionale

About Alberto L'Abate: Alberto L'Abate (Brindisi, 1931) è un sociologo italiano, impegnato nella ricerca per la pace e la non violenza . Allievo di Aldo Capitini è stato collaboratore delle iniziative di Danilo Dolci nella comunità di Trappeto. Come docente universitario, ha la cattedra di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, ed è promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Università di Firenze. All'impegno accademico affianca l'attività di ricerca e di formazione nel Movimento Nonviolento e nelle Peace Research, nonché di portavoce dei Berretti Bianchi e promotore dei Corpi civili di pace. Come ricercatore e programmatore socio-sanitario, è stato anche un esperto delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina e si è impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione", importante esperienza di mediazione per la pacificazione di una zona appena uscita dalla guerra nell'ex-Jugoslavia.

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