Nexus Cgil Emilia Romagna: Unisol, un nuovo modello cooperativo per il Brasile (seconda parte)

| 8 Maggio 2013 | Comments (0)

 

 

 

Questo Dossier, pubblicato in “Inchiesta” gennaio-marzo 2023,  è stato curato da Nexus Cgil Emilia Romagna (Sandra Pareschi presidente; Sabina Breveglieri responsabile progetti in America latina). Il Dossier analizza in quali termini si può parlare di economia solidale e come storicamente si sia arrivati alla realizzazione di Unisol, un nuovo modello cooperativo per lo sviluppo.

 

3. Il contributo italiano alnuovocooperativismo brasiliano

 

Lidea della parte brasiliana in Emilia Romagna piace a chi fa cooperazione, ai sindacati, alla Lega delle cooperative e alla Regione. Un grande ruolo sul versante italiano è universalmente riconosciuto a Enrico Giusti, direttore di ISCOS/CISL Emilia Romagna, improvvisamente scomparso nellottobre 2007.

 

3.1 Enrico Giusti1

Con un passato da prete operaio, Enrico Giusti, sindacalista della CISL di Bologna e dellEmilia Romagna, per anni responsabile dellISCOS Emilia Romagna e anche dellarea America Latina a livello nazionale, ha fortemente contribuito al dispiegarsi delle relazioni tra Emilia Romagna e Brasile, tra sindacati, movimento cooperativo e istituzioni.

Egli cominciò la sua attività sindacale allinizio degli anni70 con un grosso impegno nel campo della formazione legata al mondo del lavoro, allinterno del Centro Operativo Unitario. Fu, infatti, uno dei più importanti artefici delle 150 ore, che hanno permesso a molti operai di ottenere la licenza media.

Enrico è tra i primi a capire che il sindacato deve allargare le sue frontiere, occuparsi delle politiche internazionali, della cooperazione internazionale. Sceglie come terra di missione soprattutto Brasile.

Nel 1986 Giusti parte per il Brasile per conto della FIM Nazionale e lavora a Betim, vicino a Belo Horizonte, per costruire un percorso di formazione professionale a favore degli operai e dei sindacalisti metalmeccanici della CUT, soprattutto nellarea della Fiat.

Giusti forma molti sindacalisti, crea relazioni sindacali, collabora alla nascita della scuola di formazione della CUT di Belo Horizonte, inaugurata nel 1987, grazie a una sottoscrizione unitaria tra gli operai metalmeccanici italiani di FIM FIOM UILM con la raccolta di unora di lavoro.

Proprio lesperienza a Belo Horizonte, permette a Giusti di conoscer il pedagogista Paulo Freire, i fratelli Boff ma anche i massimi dirigenti della CUT e del PT, figure che successivamente avrebbero occupato incarichi di rilievo nel governo del paese (Lula in primis, ma anche Luiz Soares Dulci, Luiza Erundina, Vicentinho, Luiz Marinho), diventando per loro un importante consigliere.

E’ Giusti a creare il legame tra CUT e la CGIL, attraverso Claudio Sabattini, allora responsabile del Dipartimento Internazionale della CGIL.

Eopinione condivisa che Giusti sia stato lartefice di importanti relazioni, che prima erano non solo inesistenti, ma anche difficili, diventando il collante tra diverse personalità e sensibilità.

La sua capacità di costruire reti, lo portò ad intuire che il modelloEmilia Romagnapoteva diventare fondamentale per la nascita di un Brasilenuovoe, tornato in Italia in qualità di direttore di ISCOS Emilia Romagna, coinvolge subito la Regione Emilia Romagna, creando relazioni istituzionali ed idee progettuali, grazie alla quali, nel 1998 si giunge alla firma dei protocolli dintesa che aprono al co-finanziamento di progetti di cooperazione internazionale consortili con Nexus Emilia Romagna, in particolare a sostegno del cooperativismo brasiliano.

 

3.2 Gli accordi

Il 24/02/1998 si firma il primo protocollo dintesa tra lo Stato di São Paulo, rappresentato da Mario Covas e la Regione Emilia Romagna, con Emilio Sabattini, per sviluppare collaborazioni a livello economico.

Nel contempo, i contatti tra i metalmeccanici dellABC affiliati alla CUT, il mondo sindacale e cooperativo italiano, sintensificano per collaborare in maniera propositiva nella diffusione di un nuovo modello di cooperativismo in Brasile.

Ciò porta il 04/03/1998 alla firma di un protocollo dintesa tra il sindacato dei metalmeccanici dell’ABC (nella persona di Luiz Marinho) e CGIL CISL UIL, i sindacati metalmeccanici FIM FIOM UILM e Legacoop dell’Emilia Romagna per promuovere lo sviluppo del movimento cooperativo nello Stato di São Paulo a beneficio dei settori popolari per una maggiore democratizzazione delleconomia, prevedendo anche la formazione in Italia di unequipe di brasiliani.

Questo protocollo fornisce le vere linee di azione per promuovere la cooperazione, prevedendo un impegno diretto da parte delle organizzazioni sindacali italiane e del movimento cooperativo, anche nel coinvolgere le istituzioni. Nell’autunno 1998 si provvede a organizzare una visita studio per unequipe brasiliana, composta da Nilson Tadashi Oda (ingegnerie di produzione), Francisco Dias Barbosa (allora vice-presidente del sindacato dei metalmeccanici dellABC regione di São Bernardo do Campo) e Marcelo Mauad (avvocato), per conoscere il movimento cooperativo e sindacale emiliano-romagnolo e promuovere lo sviluppo di un nuovo modello nella regione dellABC.

In quelloccasione, è rilevante il seminario di formazione sulla cooperazione del 29 e 30 settembre, 1 e 2 ottobre 1998. vengono contattate figure come Mauro Ienco, Mario Viviani, Valerio Cerritelli, Andrea Gianfagna, già interlocutori durante i confronti sul tema. Viene coinvolto anche Renato Zangheri, ex sindaco di Bologna, il quale aveva scritto molto in precedenza sulla cooperazione, facendone una ricostruzione storica.

Nei rapporti reciproci tra i diversi soggetti, il Brasile è visto come un luogo dove collaborare e dove le entità sindacali, da cui era partita liniziativa, stavano agendo in maniera autonoma rispetto agli input ricevuti in Italia. I brasiliani, infatti, più che controparti, vengono considerati compagni di viaggio di unesperienza paritetica che vede crescere entrambi i gruppi. Oltreoceano, sono stati capaci di proporre molti spunti originali.2

Alla fine del 1999 si tiene il III Congresso del Sindacato dei Metallurgici dellABC che ha come sottotitoloAlternative alla generazione di lavoro e reddito, e sviluppo sociale. Parte del programma viene dedicato al cooperativismo, realizzando anche un seminario internazionale sul tema, al quale partecipano rappresentanti di entità sindacali e cooperative italiane e spagnole.

Al Congresso la discussione sulle cooperative, occupa, dunque, un posto di rilievo, essendo una delle ottoprioritàstabilite dal sindacato per la sua azione futura. Tra le considerazioni riguardo alle cooperative allinterno delle risoluzioni del sindacato affiora quanto segue:

«- nella storia internazionale della classe lavoratrice le cooperative emergono […] come organizzazioni gemelle dei sindacati, rappresentando uno strumento desercizio della solidarietà, protezione mutua e apprendimento nella gestione delle attività economiche;

nellattuale scenario brasiliano, marcato da una profonda crisi economica e sociale e dalla disoccupazione crescente, frutto tanto della politica neoliberale in corso quanto delle tendenze mondiali di riorganizzazione produttiva, la lotta contro la disoccupazione e per la generazione dimpiego emerge come asse centrale delle mobilitazioni sindacali, esigendo fermezza, audacia, creatività e coraggio per percorrere cammini nuovi, includendo esperienze di economia solidale e di cooperative, che non si limitino alla sfera del consumo, dellabitazione o dei servizi, ma comprendano anche la produzione e il controllo sulla nostra forza lavoro;

le esperienze già in corso di cooperativismo tra noi, benché positive, portano con loro ancora problemi derivanti dalla mancanza di un progetto strategico meglio definito da parte dei lavoratori, come dal fatto che la maggioranza delle esperienze è iniziata in imprese fallite o in via di fallimento, il che crea difficoltà addizionali per lesito finale, generando dubbi e insicurezza tra molti compagni e aree del movimento sindacale rispetto alle prospettive di un cooperativismo effettivamente combattivo e di sinistra.»3

Sempre al III Congresso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC, il 04/11/1999, alla presenza della delegazione italiana, Walter Barelli, rappresentate dello Stato di São Paolo, e José Lopez Feijòo, del sindacato dei metallurgici dellABC, firmano un ulteriore protocollo, a integrazione dei due protocolli del 1998. Questo documento mira a promuovere lo scambio di esperienze nel campo del sistema di cooperativismo tra Regione Emilia Romagna e Stato di São Paulo. Come enuncia la clausola prima, emerge la necessità di dare un supporto gestionale alle imprese.

Il sindacato chiude il suo III Congresso nel Novembre del 1999 con la decisione di creare l’Unione e Solidarietà delle Cooperative dello Stato di São Paulo (UNISOL Cooperativas). Essa si sarebbe formalizzata nel febbraio del 2000 con lelaborazione e lapprovazione dello statuto4.

Questa associazione fondata dal Sindacato dei Metallurgici e dei Chimici dellABC, dal Sindacato dei Metallurgici di Sorocaba e da 12 cooperative, aveva lobiettivo di cercare di promuovere, attraverso larticolazione degli interessi delle sue cooperative affiliate, un sistema cooperativo nella regione e nello stato di São Paulo.

Secondo Nilson Tadashi Oda5, la costituzione di unassociazione di cooperative, come nel caso di UNISOL Cooperative, si inseriva in un progetto politico ampio, confermando la convinzione della CUT e del sindacato dei metallurgici dellABC che leconomia solidale compisse il suo ruolo in termini di democratizzazione delleconomia e delle relazioni di lavoro e che permettesse di dare un nuovo significato politico ed economico allo sviluppo del cooperativismo, come traiettoria del sindacalismo6.

UNISOL rappresenta quindi un vero e proprioprototipodi lega di cooperative, in seno al movimento sindacale e alleconomia solidale più in generale7.

Il progetto politico che emerge dal testo fornito ai partecipanti delCorso di formazione di formatori in cooperativismoorganizzato da UNISOL, Sindacato dei Metallurgici dellABC e Municipio di São Paulo (2001), è il seguente:

«Abbiamo come progetto politico quello di sviluppare una società senza esclusioni, solidale, fraterna, egualitaria, che persegua la democrazia sociale, politica ed economica, assumendo come nostra missione la promozione e lorganizzazione di cooperative autentiche e democratiche cercando linclusione sociale, politica ed economica dei lavoratori. In questo modo, UNISOL Cooperative cerca di differenziarsi dalle altre associazioni già esistenti, che hanno come caratteristiche le strutture centralizzanti e controllanti, e che sono servite per fiscalizzare il lavoro delle cooperative. La nostra base dazione è la collaborazione reciproca delle nostre affiliate, e la ricerca del consolidamento dellunità dazione che abbia come obiettivo centrale il rafforzamento e lo sviluppo delle nostre affiliate.».8

Le linee sulle quali si muove UNISOL Cooperative per promuovere la sua azione sono:

  • Organizzare i lavoratori per tutto il periodo di crisi dellimpresa;

  • Valutare preliminarmente la fattibilità economica della conversione dallimpresa alla cooperativa;

  • Formare i lavoratori dentro i principi storici e ideologici del cooperativismo;

  • Fornire ampio sostegno giuridico e legale per formare i soci-lavoratori e per formalizzare la nascita della cooperativa;

  • Formare un gruppo di gestione in grado di condurre in maniera autonoma gli affari della cooperativa;

  • Ricercare possibili alternative di appoggio finanziario e tecnico complementari, necessarie allinizio degli affari della cooperativa;

  • Promuovere i contatti e fornire il necessario accompagnamento nella negoziazione con fornitori, clienti e creditori;

  • Accompagnare e appoggiare le cooperative e i loro soci-lavoratori nella soluzione dei loro problemi quotidiani, particolarmente quelli relativi alle relazioni interpersonali;

  • Articolare contatti con consultori specializzati per elaborare piani di affari necessari, insieme alle fonti finanziarie, allacquisto dellimpresa fallita da parte della cooperativa e dei suoi soci-lavoratori9.

Il rafforzamento di questa prima esperienza legata allarea di São Paulo, grazie ad un ampliamento su scala nazionale, avrebbe portato, il 28 luglio del 2004 alla nascita di UNISOL Brasile,Unione e Solidarietà delle Cooperative e delle Imprese di Economia Sociale del Brasile, centrale cooperativa promossa dalle organizzazioni sindacali che si proclama alternativa al sistema OCB (Organizzazione delle Cooperative Brasiliane), volta a rafforzare sempre più sul territorio nazionale i principi di un cooperativismo che essa definisceautentico”, in quanto basato sulla partecipazione democratica dei lavoratori, lautogestione e una crescita sostenibile e integrale.

L’accordo siglato il 14/12/2010 tra Unisol, Nexus ed Iscos sottolinea la condivisione tra tutti i firmatari dell’importanza della promozione dell’economia solidale e del rafforzamento del cooperativismo per migliorare le condizioni economiche delle famiglie brasiliane identificando Unisol come attore tecnico e politico. Nella premessa l’Accordo sottolinea la lunga relazione di fiducia che esiste a far data dalla visita in Italia del Presidente Lula nel 1997. Da quella visita partì forse il percorso di gestazione più concreto di Unisol che oggi rappresenta oltre 700 cooperative dislocate in tutto l’ampio territorio brasiliano.

 

 

3.3 Levoluzione delle relazioni: la centralità dei servizi alle imprese, il ruolo della Regione Emilia Romagna

Dopo la costituzione di Unisol ed i primi salvataggi di aziende in crisi da parte dei lavoratori emergono nuovi bisogni: accesso a fondi e servizi per favorire la crescita e la stabilizzazione delle cooperative

In Emilia Romagna e in Europa si era soprattutto discusso su come fornire alle parti sociali (sindacati e imprese) il supporto per i mutamenti organizzativi e su come il settore pubblico potesse favorire tali innovazioni, puntando su codeterminazione, compartecipazione, cogestione (le parti sociali fanno accordi fra loro, aiutati e favoriti dal settore pubblico) 10.

Tale discussione viene traslata, per la sua importanza, anche in Brasile, in quanto, da un lato, si aveva la crescita del movimento cooperativo con imprese recuperate che richiedevano sistemi gestionali più sofisticati e, dallaltro, in Italia si proveniva da unesperienza in cui soprattutto in Emilia Romagna il modello cooperativo era stato costruito sui servizi alle imprese forniti dal settore pubblico, con ERVET11. Si trova quindi interesse e concretezza nellincrociare nuovamente le istituzioni, come la Regione Emilia Romagna., nel progetto brasiliano.

Lesperienza emiliano-romagnola fornisce non solo gli strumenti per favorire le relazioni tra le organizzazioni sindacali italiane, movimento cooperativo, i metallurgici dellABC e la CUT, ma anche e soprattutto l’esperienza di politiche messe in campo dalle istituzioni per supportare lo sviluppo industriale e dei distretti, i servizi alle imprese. Ciò andava poi trasferito e/o implementato anche in Brasile. Per tale motivo furono coinvolti nuovamente la Regione Emilia Romagna e lo Stato di São Paulo.

Il 09/07/2001 si giunge alla firma di un protocollo dintesa, siglato da Duccio Campagnoli per la Regione Emilia Romagna, già da qualche anno coinvolto in queste relazioni, e da Walter Barelli per lo Stato di São Paolo, che rientra in questa visione di supporto alle imprese da parte del pubblico (cfr. clausola prima), per favorire lo sviluppo industriale dellarea di São Paulo. Emerge, quindi, proprio il tentativo di sviluppare un appoggio politico e istituzionale, e non meramente finanziario, alle imprese cooperative, ed all’allora embrione di UNISOL, per permettere la diffusione delleconomia solidale.

Due anni dopo, il 01/07/2003, viene firmato un ulteriore protocollo dintesa a livello istituzionale, a conferma del precedente, per favorire interscambi di conoscenze e sapere nella gestione, per supportare il consolidamento delle cooperative e delle imprese di autogestione e di economia popolare e solidaria, attraverso seminari, eventi e incontri.

In realtà, però, lo Stato di São Paulo non riuscirà a fornire un sostegno tangibilmente forte dal punto di vista dei servizi alle imprese. Emergono a tale proposito diverse motivazioni. Nonostante ci fosse una forte volontà politica iniziale, espressa dalla previsione di un funzionario che si occupasse di tale materia, il cambio di colore politico in seguito alle elezioni del 2002 portò il governo di São Paulo a uno spostamento delle priorità12.

Eunanime lopinione che sia stato successivamente il governo federale, con Lula alla presidenza, a dare una grossa spinta per il rafforzamento dell’economia solidale, del cooperativismo in particolare con la creazione nel 2003 della Secretaria Nacional de Economia Solidaria (SENAES), con a capo Paul Singer allinterno del Ministério do Trabalho e Emprego 13.

Sandra Pareschi, attuale Presidente di Nexus, dice a riguardo:

«Le esperienze di sviluppo locale solidale si sono agganciate alle politiche pubbliche costituendo una visione politica della società e dell’economia che ha interessato molte delle comunità locali, e, in Brasile, come in altri paesi progressisti dell’America Latina, anche il governo centrale. E’ stato un vero e proprio processo storico e partecipativo di autogestione dei lavoratori e lavoratrici, ma anche delle politiche pubbliche di sostegno, di prospettiva economica e sociale del lavoro.

Oggi in Brasile esiste il Forum dell’Economia Solidaria (FBES) composto da reti e organizzazioni di una diversità di pratiche associative del segmento popolare solidario: rurale, urbano, studenti, chiese, sindacati, università, pratiche di governo e politiche sociali, pratiche di appoggio al credito, reti di informazioni, vincoli a reti internazionali di sostegno. Il primo governo Lula ha creato la Segreteria Nazionale di Economia Solidaria (SENAES) e approvato la Carta, promossa dal forum dal titolo “Economia Solidaria come strategia Politica di Sviluppo” per le direttrici fondamentali del programma di governo, con articolazioni negli Stati e municipi di tutto il Paese. Questo processo consiste nella sfida di praticare un modello diverso di commercializzazione, a volte lavorare con una moneta sociale, promuovere consorzi solidali, realizzare fiere di economia solidale in tutti gli Stati, fare campagne di consumo equo e cosciente, commercio giusto e solidario, costituire reti, finanza solidale, lavorare nel campo di una legge generale per la promozione del cooperativismo e delle cooperative di produzione. Esistono specifiche figure, nei Comuni, Province, Regioni, Stato Federale, con la missione di ampliare sempre più il dibattito, la proposizione di strumenti adeguati per sviluppare, rafforzare, stimolare l’organizzazione e la partecipazione sociale di questo segmento, nelle decisioni sulle politiche pubbliche.»

 

3.4 Il ruolo della cooperazione internazionale sindacale e degli istituti sindacali di cooperazione

Il sindacato dell’Emilia Romagna, gli istituti di cooperazione sindacale (Nexus e Iscos), con il contributo della Regione Emilia Romagna, hanno avuto un forte ruolo di sostegno al sindacato brasiliano nella decisione di far nascere e sviluppare la centrale cooperativa UNISOL, dai suoi primi passi, ovvero da quando è sorta la prima struttura Unisol nello Stato di São Paulo, a quando Unisol si è allargata ad una dimensione nazionale, fino alla creazione della struttura finanziaria Unisol Finanças, anche grazie a progetti di cooperazione decentrati co-finanziati dalla Regione Emilia Romagna.

Il totale approssimativo di tutti i progetti di cooperazione realizzati tra Nexus, Iscos ed Unisol ammonta a circa un milione di euro di cui circa il 25% è andato a sostenere UNISOL Finanças, il fondo di credito etico e solidale che Unisol ha creato nel 2006 per migliorare le condizioni di accesso alle risorse finanziarie da parte delle cooperative affiliate. La sua mission è promuovere “l’accesso al credito per le imprese dell’economia sociale e solidale, per promuovere la generazione di reddito ed il mantenimento o creazione di posti di lavoro, così come promuovere la costituzione ed il consolidamento di nuove imprese cooperative” (dalla statuto di Unisol Finança).

Negli ultimi anni, accompagnando le politiche decise dal gruppo dirigente di Unisol, gli istituti di cooperazione sindacale hanno appoggiato non solo la struttura di secondo livello, ma anche i settori produttivi e le singole cooperative affiliate, e hanno sostenuto i progetti di rafforzamento delle Reti Produttive (Justa Trama – filiera del cotone biologico; Cocajupi – rete di produttori di anacardi; Casapis – rete di produttori di miele; Redesol – rete di catadores da rua e di cooperative di riciclaggio; Coopasub -filiera di produzione della manioca). Si è fatta formazione per quadri e formazione professionalizzante; acquistate attrezzature, sostenuto il fondo di credito di Unisol Finança ed accompagnato gli scambi internazionali, senza disperdere la parte più politica delle relazioni sindacali.

Infatti tra Brasile e Italia i rapporti sindacali sono molto forti14. Anche per il sindacato italiano, nell’era della globalizzazione è sempre più chiaro che non si difende il lavoro nel chiuso di un’azienda, di una regione, nemmeno di un Paese! Il Brasile, come potenza mondiale economica, entra “in rotta di collisione”su molti settori produttivi, auto e agroindustria in primo luogo, da cui la necessità di incrementare la cooperazione intersindacale. I progetti di cooperazione allo sviluppo sono diventati perciò uno strumento di scambio di conoscenze e pratiche comuni sindacali. La cooperazione intersindacale con l’appoggio delle istituzioni ha contribuito ad aprire una importante riflessione sul tema dell’economia solidaria anche in Regione Emilia Romagna.

 

3.5 Il ruolo di Legacoop

Legacoop ha mostrato da subito un notevole coinvolgimento nella costituzione di Unisol.

La presenza della Legacoop nello scenario brasiliano ha comunque radici più antiche che si legano allintero panorama cooperativo del paese latinoamericano. I primi contatti col Brasile, risalgono alla seconda metà degli anni ottanta, quando si avviarono una serie incontri e scambi fra la Legacoop Nazionale e lOCB, la centrale cooperativa nata nel 1969, prevalentemente espressione delle cooperative operanti nel settore agro-alimentare. Lallora presidente del OCB, Roberto Rodriguez, poi presidente dellACI (Alleanza Cooperativa Internazionale), manifestò un vivo interesse per il modello cooperativo italiano, e sotto il suo impulso molti dirigenti dellOCB vennero in quegli anni in Italia per conoscere da vicino lesperienza multisettoriale di Legacoop.Legacoop (e le sue strutture specializzate e regionali) hanno stabilito, a partire dal 1998, rapporti istituzionali sia con l’Organizzazione delle Cooperative Brasiliane (OCB) che con i Sindacati, il Partito dei Lavoratori e le autorità di alcuni stati brasiliani. In particolare, Legacoop nazionale ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con il Governo di Rio Grande do Sul ed ha individuato una serie di temi sui quali successivamente sono stati sviluppati eventi e progetti.

In una recente intervista Stefania Marcone, Responsabile Relazioni Internazionali Legacoop, commenta come segue:

Fino a qualche anno fa, i rapporti tra il movimento cooperativo consolidato e i sindacati brasiliani non erano dei migliori. I sindacati consideravano le cooperative OCB, imprese come le altre e, secondo i sindacalisti, le imprese agricole brasiliane sceglievano la formula cooperativa per evadere le normative del lavoro e i contratti salariali. Da qui la volontà delle centrali sindacali di promuovere una cooperazione più dal basso, soprattutto nel settore della cooperazione di lavoro.

I nostri contatti con il Sindacato e il Partito dei Lavoratori nascono proprio dalla volontà di promuovere una cooperazione di lavoro in Brasile sul modello dell’esperienza Legacoop. In questi anni siamo riusciti, da un lato, a far conoscere le nostre esperienze in vari settori ai rappresentanti del Sindacato e del Partito dei Lavoratori, dall’altro, a mantenere positivi rapporti istituzionali con l’OCB.”

L’attenzione al modello cooperativo Legacoop era crescente sotto tutti gli aspetti. Il 14 aprile 2000, a Londrina, si tenne un Convegno su “Nuovi Modelli e Sistemi Cooperativi” organizzato dalle Cooperative Brasiliane (OCB) ospite il settore delle cooperative agricole italiane.

Dal 21- 23 settembre dello stesso anno, si tenne a Porto Alegre un seminario internazionale “Lavoro ed Economia Sociale: politiche pubbliche per lo sviluppo” promosso dal Governo di Rio Grande Do Sul.

Negli anni successivi, si sono susseguiti scambi di delegazioni, seminari di approfondimento, incontri fra cooperative e iniziative formative a vario livello, che rinforzarono i legami fra il sistema associativo Legacoop e il movimento cooperativo brasiliano.

Inoltre, Legacoop, su stimolo per lappunto di tutte le relazioni avviate dai sindacati della Regione con il Sindacato dei Metallurgici dellABC paulista, avviò progetti volti al rafforzamento del modello di cooperative di lavoro che fosse rappresentativo delle realtà emergenti nel mondo cooperativo brasiliano, dove, a seguito della crisi, erano sorte una serie di piccole cooperative di produzione e lavoro non adeguatamente organizzate rappresentate. Questa esperienza trovò, appunto il supporto, oltre che delle controparti sindacali in Italia, anche della Legacoop Emilia Romagna, di EFESO e dellAssociazione Nazionale Cooperative di Produzione e Lavoro. Coinvolgimento che nel 2000 aiutò a portare alla costituzione della centrale UNISOL Cooperative, nello stato di São Paulo.

Sul versante emiliano-romagnolo, come ricorda Di Giangirolamo:

sia a livello aziendale che di Lega ci fu impegno, e forte. La visita alle cooperative e lincontro con dirigenti cooperativi non furono tanto importanti per la formazione in senso stretto, quanto per la conoscenza della rete e soprattutto per lo spirito, perché le storie di queste realtà non erano formative in senso tecnico, ma in senso politico. Servivano per dare speranza, formazione psicologia, visto che tante realtà ce lavevano fatta. Davano lidea di processo. [] Ce la si può fare soprattutto se ci si mette in rete.15

La logica che ha, quindi, guidato le attività di Legacoop Emilia Romagna nello sviluppo dei rapporti con lABC paulista, è stata quella di mettere a disposizione la propria esperienza per la crescita di un settore e di una cultura cooperativa che nascesse dal basso, in risposta ai concreti bisogni della comunità locale e del lavoro, valorizzando e interagendo con le risorse associative già esistenti nel paese, come OCB.

 

1Intervista a A. Alberani

2 Intervista con A. Alberani

3 Sindicato dos Metalurgicos do ABC. Caderno de resolucões finais [do 3° Congresso dos Metalurgicos do ABC]. São Bernardo do Campo: Sindicato dos Metalurgicos do ABC, 1999, p. 34-35 in Tesi di E. Galanti “Economia Solidale e Cooperative nel Brasile contemporaneo – Il caso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC e di UNISOL Cooperative”, p. 116

4 Nello stesso anno la CUT approvava la creazione dell’Agenzia per lo Sviluppo Solidale (ADS).

5Tecnico DIEESE nella sezione del Sindacato dei Metalmeccanici dell’ABC, ora responsabile della Central Trabalho e Renda del Municipio di São Bernardo do Campo

6 Tesi di E. Galanti “Economia Solidale e Cooperative nel Brasile contemporaneo – Il caso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC e di UNISOL Cooperative”, p. 126.

7 Tesi di E. Galanti “Economia Solidale e Cooperative nel Brasile contemporaneo – Il caso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC e di UNISOL Cooperative”, p. 126.

8 Traduzione di E. Galanti nella tesi “Economia Solidale e Cooperative nel Brasile contemporaneo – Il caso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC e di UNISOL Cooperative”, p. 133, dai documenti per il Curso de formacão de formadores em cooperativismo. São Bernardo do Campo: UNISOL, 2001.

9Tesi di E. Galanti “Economia Solidale e Cooperative nel Brasile contemporaneo – Il caso del Sindacato dei Metallurgici dell’ABC e di UNISOL Cooperative”, p. 134. Cfr. Intervento di Nilson Tadashi “Gestione e lavoro in cooperative di produzione: dilemmi e alternative alla partecipazione”, 2001.

10 Intervista con G. Giovannini.

11 ERVET – Emilia-Romagna Valorizzazione Economica Territorio SpA è la società “in house” della Regione Emilia-Romagna che opera come agenzia di sviluppo territoriale a supporto della Regione.

12 Intervista con G. Giovannini; Intervista con S. Pareschi; Intervista con F. Di Giangirolamo.

13 Il Senaes sviluppa politiche a sostegno delle imprese di economia solidale in diverse aree comprese la formazione manageriale e tecnica, il sostegno alle differenti modalità di finanza solidale, il sostegno al commercio equo interno. Inoltre censisce economia solidale e promuove tecnologie sociali per penetrare i mercati finora dominati dalle imprese capitalistiche, promuove lo sviluppo locale delle comunità povere attraverso la creazione di imprese di economia solidale.

14 Intervista con S. Pareschi.

15Intervista con F. Di Giangirolamo.

 

Category: Economia solidale, cooperativa, terzo settore, Osservatorio America Latina

About Sabina Breveglieri: Sabina Breveglieri è responsabile per la ong Nexus di Bologna, emanazione della Cgil di Bologna, dei progetti America Latina e Mediterraneo

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