Vittorio Capecchi: Un’alleanza per il clima, la terra e la giustizia sociale

| 4 Luglio 2020 | Comments (0)

 

 

 

 

 

Diffondimo l’editoriale del numero di “Inchiesta” aprile-giugno 2020

 

 

 

Il libro della Associazione Laudato si’

è da poco uscito a stampa (edizioni interno 4, 2020) con il titolo “Niente di questo mondo ci risulta indifferente” e si tratta di un libro importante perché indica le linee guida alle quali le diverse generazioni dovrebbero attenersi per un programma di ecologia integrale. due indicazioni in relazione a questo libro. La prima viene da una riflessione di Amina Crisma pubblicata su www.inchiestaonline.it: “Laudato si’ e Laozi. ripensare clima, Terra, giustizia tra Cina e occidente”. Amina Crisma sottolinea il consenso tra culture etiche diverse come quelle del Daodejing e della Laudato si’ e nella copertina di questo numero di “inchiesta” è riportata una frase del Daodejing che si può leggere come prima indicazione: “Un viaggio di mille miglia comincia con il terreno sotto i tuoi piedi” (traduzione di Augusto Shantena Sabbadini). La seconda indicazione viene dalla recensione che roland Barthes (Oeuvres complètes, Seuil, vol. i), fa del libro La Peste di Camus. Barthes coglie nella peste esperienze di amicizia e solidarietà che devono però, per cambiare il mondo, trasformarsi in “militanza”. Come scrive Mario Agostinelli, uno dei promotori di questo libro, citandoArundhati roy, “siamo di fronte a un cancello, un portale, un passaggio da un mondo a quello successivo. Possiamo scegliere di attraversarlo, trascinandoci le carcasse dei nostri pregiudizi e del nostro odio, la nostra avarizia, i nostri dati bancari e gli ideali ormai morti, i fiumi e i cieli inquinati. oppure possiamo attraversarlo alleggeriti, pronti a immaginare un nuovo mondo. e a combattere per esso.”

 

Il testo di apertura di Gianni Rinaldini e le tre sfide

Il testo di apertura di Gianni Rinaldini ha come titolo “Covid 19. Uno sguardo sulle sfide per la democrazia e per il sindacato attraverso il Covid 19” e indica le tre sfide principali che saranno approfondite da articoli pubblicati in questo numero. La prima sfida è quella di ”una fotografia sociale di assoluta fragilità, dallo Stato sociale alla struttura produttiva, al terziario più o meno avanzato che è fondato sulla crescita della disuguaglianza sociale. da questa fotografia emerge la frantumazione sociale, la condizione di precarietà come condizione di vita e di lavoro”. Una seconda sfida è come collocarsi al livello internazionale, in “una pericolosa fase di transizione nella ridefinizione degli equilibri politici, militari ed economici a livello mondiale per una nuova spartizione delle aree di egemonia” e “non è un caso che l’unico settore industriale in grande espansione in tutti i paesi, è quello militare, che non si è fermato nemmeno con l’emergenza della pandemia”. La terza sfida è quella che vede la contrapposizione tra sindacato e Confindustria. llrischio è che cessato il periodo attuale di emergenza “il ricatto del licenziamento in presenza di una profonda recessione diventerà preponderante e utilizzato per affermare sempre di più la logica della divisione tra lavoratori favorendo la logica corporativa del si salvi chi può, gli uni contro gli altri”. Questa sfida può diventare pericolosa perché il nuovo presidente della Confindustria ha posizioni lontane da quelle di una politica economica e industriale che “ non può limitarsi alla distribuzione delle risorse ma deve fare delle scelte strategiche a partire dal paradigma fondamentale dell’ambiente e della sua sostenibilità, nel rapporto con la natura” . in questa sfida diventa sempre più essenziale un sindacato “che non sia auto-conservativo ma militante, presente nei luoghi di lavoro e nel territorio”. 

 

Scenari del coronavirus.

Le sfide che derivano direttamente dalla emergenza sanitaria sono approfondite da ERmilio rebecchi (“Uomini e virus” ), Gino rubini (“Coronavirus. Tra emergenze, disinganni, nuovi e antichi insegnamenti”)e Andrea ranieri (“Scienza, ricerca, scuola, dentro e oltre la pandemia”). La sintesi di questi tre interventi è nelle parole di emilio rebecchi quando scrive “ La messa in discussione della onnipotenza è necessaria, addirittura indispensabile per la nostra sopravvivenza. Non dobbiamo lasciarci vincere dalla paura, che è l’altra faccia della onnipotenza, la sua faccia nascosta. dobbiamo, credo, con atteggiamento razionale, difendere la socialità, il lavoro, la ricerca scientifica, che del lavoro è l’essenza, e per questa via superare le attali difficoltà. e quelle che potranno di nuovo presentarsi”. in quanto alla ”ridefinizione degli equilibri politici, militari ed economici a livello mondiale per una nuova spartizione delle aree di egemonia” in questo numero non ci sono articoli sulla russia, Cina e altre nazioni asiatiche ma c’è un intervento di Massimo Serafini (“italia, Portogallo, Spagna e europa”) e uno di Sergio Bassoli (“il Covid 19 nelle Americhe: la voce e l’azione dei sindacati”). L’intervento di Massimo Serafini sottolinea l’importanza della svolta ecologista della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e sollecita l’importanza di una alleanza tra i tre governi del sud europeo (Spagna, Portogallo e italia). “impedire che il varco che si è aperto in europa venga richiuso è il centro dello scontro politico fra le destre e le sinistre ed è augurabile che nessuna delle forze politico sociali della sinistra vi si sottragga”. in quanto alla terza sfida relativa al mondo del lavoro, Confindustria e sindacato vi sono numerosi articoli pubblicati in questo numero, l’intervista a Maria Grazia Gabrielli segretaria nazionale della Filcams CGiL (“Cosa sta succedendo al lavoro dei vuoti e dei pieni”), Loris Campetti (“Un’esperienza in fabbrica durante il coronavirus”), Matteo Gaddi (“La contrattazione della prestazione del lavoro ai tempi del Covid”), riccardo Bellofiore (“econ-apocalypse. Aspetti economici e sociali della crisi del coronavirus”), Mario Agostinelli (“il cancello di Arundhati roy”). La complessità e diversità delle situazioni appare subito evidente a partire dall’intervista a Maria Grazia Gabrielli fatta da Carmelo Caravella. La Filcams CGiL è il sindacato del commercio tradizionale e dell’e commerce, del turismo e della ristorazione, della vigilanza e delle pulizie, delle colf e delle badanti, delle fiere e delle discoteche. Si tratta di situazioni di lavoro tra loro molto diverse che richiedono interventi per realizzare diritti e condizioni di lavoro adeguate all’interno di un diverso modello di sviluppo. Al sindacato, come scrive Mario Agostinelli, viene richiesta una capacità di fare diagnosi e intervenire in tempi brevi senza perdere la visione di una transizione ecologica “anche quando le leggi del capitale lo negano con la brutalità dei dirigenti dell’imprenditoria nostrana”.

 

Guardare indietro per guardare avanti.

Questa sezione è particolarmente ricca di contributi in questo numero di “inchiesta”. Adolfo Pepe analizza il “Conflitto sociale e rappresentanza nel primo dopoguerra” e chiarisce i movimenti sociali e le vicende interne ed esterne che hanno portato alla ascesa del fascismo in italia. Sono poi presenti due contributi (uno di Umberto romagnoli e uno di Tiziano rinaldini) per ricordare i cinquanta anni dello Statuto dei lavoratori. il saggio di romagnoli è un saggio importante e complesso che analizza il formarsi dello Statuto “col chiaro intento di diffondere la consapevolezza che l’impatto delle regole del lavoro sulla vita delle persone eccede il quadro delle relazioni che nascono da un contratto tra privati, lo statuto regola l’esercizio di diritti civili e politici che spettano al lavoratore in quanto cittadino e ne sancisce la non-espropriabilità anche nel luogo di lavoro”. il saggio termina con un paragrafo dal titolo “un nuovo inizio”. Tiziano rinaldini termina invece il suo intervento ricordando la posizione sullo Statuto dei lavoratori di Claudio Sabattini (da lui definito “eretico non scismatico”). Come scrive Tiziano rinaldini “C’è in questo la particolare sensibilità di Sabattini sul tema dell’autonomia del sindacato e della sua capacità di rappresentare e difendere l’autonomia del punto di vista dei lavoratori rispetto al capitale e la sua conseguente particolare sensibilità sul piano della democrazia nel rapporto con tutti i lavoratori da considerarsi protagonisti decisionali, iscritti e non iscritti alle organizzazioni. Questa sensibilità segna il ruolo di Claudio nelle varie fasi della sua lunga vicenda sindacale sino alla affermazione dell’esigenza di andare oltre l’autonomia per fare dell’indipendenza del sindacato la base peril sindacato unitario del futuro come risposta all’esaurimento del rapporto storico di dipendenza della dimensione sociale dalla dimensione partitica-politica”.

Category: Economia solidale, cooperativa, terzo settore, Editoriali, Epidemia coronavirus, Lavoro e Sindacato, Osservatorio Europa, Osservatorio internazionale

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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