Gianni Rinaldini risponde a dieci segretari del Comitato Direttivo Cgil

| 17 Febbraio 2014 | Comments (2)

 

 

 

Pubblichiamo questo recentissimo scambio di lettere che permettono di capire la gravità e la violenza dello scontro sulla democrazia e rappresentanza interno alla CGIL


1. Lettera a Gianni Rinaldini di dieci segretari facenti parte Comitato direttivo della Cgil in data 11 Febbraio 2014

 

Al Compagno

Gianni Rinaldini

 

 

Caro Gianni,

la tua presa di posizione, pubblicata sul sito de “La CGIL che vogliamo” a proposito della lettera che la compagna Susanna Camusso ha inviato alle iscritte e agli iscritti, è inaccettabile. Oltrepassa i confini del confronto politico per scadere in affermazioni offensive e diffamatorie nei confronti dell’insieme del gruppo dirigente della CGIL.

I 94 componenti del Comitato Direttivo della Confederazione che hanno approvato, insieme a Susanna Camusso, il Regolamento attuativo degli Accordi interconfederali su democrazia e rappresentanza sono dipinti come marionette incapaci di intendere e volere, al soldo del capo e paragonati a chi ha votato che la tristemente famosa Ruby era la nipotina di Mubarak.

Insomma, in quel direttivo ci sarebbero stati 13 che hanno capito tutto e hanno votato no e 95 cretini che hanno detto sì. No, compagno Rinaldini, noi non ci stiamo.

Non accettiamo l’idea che chi dissente è legittimato a dire e fare di tutto, ad offendere ed ingiuriare, mentre chi è d’accordo deve tacere e vergognarsi. Ripristiniamo un clima di rispetto e di stima reciproca che rifugga dall’ingiuria e sottolinei come le scelte di tutti siano il frutto dell’onestà intellettuale di ciascuno.

Se non facessimo così andremmo verso un declino perverso delle nostre relazioni che non appartiene alla tradizione democratica della CGIL.

Fare carta straccia del rispetto tra compagni e compagne, sostituire alla battaglia politica la via dell’insulto, non riconoscere le regole dell’Organizzazione quando non fanno comodo: tutto ciò significa avvelenare i pozzi, tagliare ponti, minare la credibilità di tutti e non solo di qualcuno.

Per quanto hai scritto si imporrebbero scuse formali, ma non le chiediamo. Chiediamo invece atti politici che contribuiscano a ristabilire in CGIL le condizioni per un confronto improntato alla civiltà dei toni ed al rispetto delle persone e delle posizioni.

Naturalmente il confronto, come la critica e il dissenso, sarà possibile se resta ancorato ai contenuti delle intese e se non si recidono i vincoli di solidarietà che tengono insieme il popolo della CGIL. Tanto più che noi stessi abbiamo evidenziato come la gestione di questa vicenda abbia avuto criticità che necessitano una correzione e un avanzamento anche sul piano organizzativo e dei rapporti dentro la CGIL.

 

Lì, 11 febbraio 2014

 

Nino Baseotto, Maurizio Calà, Claudio Di Berardino, Mauro Fuso, Graziano Gorla, Danilo Gruppi, ,Federico Libertino, Franco Tavella, Alberto Tomasso, Emilio Viafora

 

 

2. Risposta di Gianni Rinaldini ai dieci segretari del Comitato Direttivo della Cgil in data 14 febbraio 2014

 

Alla attenzione di

Nino Baseotto, Maurizio Calà, Claudio Di Berardino, Mauro Fuso, Graziano Gorla, Danilo Gruppi, Federico Libertino, Franco Tavella, Alberto Tomasso, Emilio Viafora

 

Carissimi,

premetto che non considero i parlamentari che hanno votato per la nipote di Mubarak dei cretini, tutti al soldo del padrone e tanto meno non in grado di intendere e di volere. Sarebbe troppo semplice, viceversa penso che siano l’espressione della deriva di un percorso politico. Non è un giudizio morale ma un giudizio politico.

In realtà abbiamo un giudizio diverso non riconducibile soltanto a questo o quell’altro accordo sindacale, ma sullo stato della Cgil, sulla vita democratica interna ed esterna della nostra Organizzazione.

Per quanto mi riguarda mi ritengo offeso rispetto al ruolo che dovrei svolgere come componente dell’Organismo dirigente della Cgil, esautorato da questo ruolo e chiamato ripetutamente nel corso di questi anni a ratificare ciò che l’organo esecutivo – Segretario Generale o Segreteria – ha già deciso e sottoscritto.

Questo come atto conclusivo di confronti negoziali che avvengono in assenza di una delegazione trattante e senza alcuna forma di coinvolgimento delle categorie e delle strutture interessate sullo stato di avanzamento dei testi contrattuali.

Capisco le difficoltà che in questo modo si determinano per ognuno di noi quando siamo chiamati a pronunciarci, sempre con un voto di fiducia sulla segretaria generale.

Nello stesso tempo nella mia esperienza decennale – circa 25 anni – di componente del Comitato Direttivo Nazionale, non ho mai vissuto una tale pratica della Confederalità, anche perchè i dirigenti della Cgil non lo avrebbero tollerato al di là delle diverse posizioni.

Tutto ciò è avvenuto nel corso di questi ultimi anni, dalla modifica sostanziale dell’art.18 agli accordi sulla rappresentanza. Sul rapporto democratico con le lavoratrici ed i lavoratori, non voglio dilungarmi perché è sufficiente ricordare la consultazione sull’accordo del 28 giugno 2011.

Una consultazione fantasiosa, fondata sull’immaginario di cui non si conoscono i dati disaggregati per azienda e territorio, perchè, cosi mi è stato risposto, “ ….sono stati trasmessi telefonicamente in modo aggregato”. Lo sapete tutti cosa è stata quella consultazione.

Per rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori non sono più disponibile “per senso di responsabilità” a sottacere le modalità di svolgimento delle consultazioni e dei congressi della nostra Organizzazione. Adesso siamo all’inverosimile di un gruppo dirigente chiamato a discutere se il “Testo Unico sulla Rappresentanza” è un accordo, oppure un regolamento attuativo.

Siamo al ridicolo a fronte di un testo che richiama ripetutamente “l’accordo del 10 gennaio 2014”. La Segretaria Generale della nostra Organizzazione ha compiuto un atto gravissimo nei confronti del Segretario Generale della Fiom-Cgil.

Credo e spero che a nessuno sfugga il significato di questo atto, il ricorso al Collegio Statutario per acquisire il giudizio che Maurizio Landini è sanzionabile compiendo in questo modo un puro atto intimidatorio, e voi mi dite “…. atti politici che contribuiscono a ristabilire in Cgil le condizioni per un confronto improntato alla civiltà dei toni e del rispetto delle persone e delle posizioni”.

Non prendiamoci in giro, c’è un limite anche alla ipocrisia. Non saprei più dire se esiste o meno un sentire comune sulla possibile deriva della nostra Organizzazione, sul come veniamo percepiti dalle persone che vogliamo rappresentare. Storicamente, molto spesso le grandi organizzazioni, le grandi burocrazie tendono ad implodere perché reagiscono illusoriamente alle evidenti difficoltà con l’autoconservazione, la chiusura autoritaria.

Sono parte di questa burocrazia, ne conosco i meccanismi e temo che stiamo arrivando al punto di non ritorno, sulla democrazia che considero essenziale, decisivo per un Sindacato che guarda al presente e al futuro. Cordiali saluti.

Gianni Rinaldini

Li, 14 febbraio 2014

 

Category: Lavoro e Sindacato

About Gianni Rinaldini: Gianni Rinaldini (1951) ha iniziato la sua esperienza sindacale come delegato alle Ceramiche Rubiera, divenendo successivamente Segretario della Filcea (il sindacato chimici della Cgil). Entrato poi a far parte della segreteria della Camera del lavoro di Reggio Emilia, viene eletto Segretario generale nel 1989. Successivamente, è stato Segretario generale della Cgil dell'Emilia Romagna e, dal 2002 al 2010, ha ricoperto la carica di Segretario nazionale della Fiom. Attualmente è coordinatore dell’area programmatica «La Cgil che vogliamo» e presidente del Centro studi per l’Alternativa Comune, il cui manifesto politico-culturale è stato presentato a Roma nel settembre del 2011. «Inchiesta» ha pubblicato numerose sue interviste e interventi.

Comments (2)

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  1. patrizia malaguti ha detto:

    Conosco Rinaldini da anni,anche perchè ho collaborato alla cgil toscana a partire dalla fine degli anni settanta ,prima nella cgil scuola CdL di firenze,poi Ggil Toscana,scuola-università,poi Ggil pubblico-privato,ufficio giuridico-legale coordinamento avvocati,fino alla fine anni ottanta e intanto mi muovevo sul territorio nazionale da firenze a milano,a roma etc per conferenze,congressi etc.Rinaldini è indiscutibilmente persona che non si muove allineato e continua,nelle sedi dove opera, ad agire manifestando il proprio pensiero ,non alla ricerca di poltrone comode e per questo io credo meriti non solo il mio ma il rispetto di tutti coloro che scelgono di non salire ,via via,sui treni ritenuti utili e vantaggiosi per i propri interessi. Questo specificando che la manifestazione del pensiero ,specie quando non è conforme ai più,non solo va rilevata con interesse ma soprattutto valorizzata e comunque non osteggiata anche se non tutta, a volte ,condivisa.

  2. Alpha Fuel X ha detto:

    Alpha Fuel X…

    Gianni Rinaldini risponde a dieci segretari del Comitato Direttivo Cgil – Inchiesta : Inchiesta…

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