Fausto Scandola: Stipendi d’oro in Cisl. Io verrò espulso. Cosa accadrà a chi intasca o soldi?

| 11 Agosto 2015 | Comments (0)

Diffondiamo due articoli di La Repubblica del 10 e 11 agosto 2015

 

1. Cisl, scoppia il caso dei mega stipendi. Dirigente li denuncia ma verrà espulso

Matteo Pucciarelli: La Repubblica 10 agosto 2015

 

MILANO –  È un lungo sfogo di un dirigente sindacale inviato via mail a troppe persone e questo, probabilmente, gli costerà l’espulsione dalla Cisl: la raccomandata infatti gli è già arrivata a casa. Un atto d’accusa corredato di nomi e cifre che fanno una certa impressione, vista la crisi generale del sindacato e quella ancor più complessiva del mondo del lavoro: ci sono sindacalisti dell’organizzazione guidata da Annamaria Furlan che si portano a casa stipendi che neanche Barack Obama, superando di slancio pure il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sfiorando i 300mila euro annui.

 

Il mini-dossier firmato dal veneto Fausto Scandola sta creando più di un imbarazzo al sindacato cattolico, anche perché a seguito di una vicenda simile, di fatto, dovette lasciare il suo posto l’ex numero uno Raffaele Bonanni; il quale, giusto poco prima della pensione, si era ritoccato all’insù il compenso, mossa utile per aumentare il successivo assegno a carico dei contribuenti. “I nostri rappresentanti e dirigenti ai massimi livelli nazionali della Cisl  –  scrive Scandola – si possono ancora considerare rappresentanti sindacali dei soci finanziatori, lavoratori dipendenti e pensionati? I loro comportamenti, lo svolgere dei loro ruoli, come gestiscono il potere, si possono ancora considerare da esempio e guida della nostra associazione che punta a curare gli interessi dei lavoratori? “.

Ecco qualche nome e cifra in lista: Antonino Sorgi, presidente nazionale dell’Inas Cisl, nel 2014 si è portato a casa 256mila euro lordi: 77.969,71 euro di pensione, 100.123,00 euro di compenso Inas e 77.957,00 euro come compenso Inas immobiliare. Valeriano Canepari, ex presidente Caf Cisl Nazionale, nel 2013 ha messo insieme 97.170,00 euro di pensione, più 192.071,00 euro a capo della Usr Cisl Emilia Romagna: totale annuo, 289.241,00 euro. Ermenegildo Bonfanti, segretario generale nazionale Fnp Cisl, 225mila euro in un anno, di cui 143mila di pensione. Pierangelo Raineri, gran capo della Fisascat Cisl, 237 mila euro grazie anche ai gettoni di presenza in Enasarco, più moglie e figlio assunti in enti collegati alla stessa Cisl.

Di mezzo, nella denuncia, ci va anche la stessa Furlan. Il 9 luglio scorso  –  è sempre la denuncia di Scandola, che racconta – il comitato esecutivo nazionale confederale della Cisl approva all’unanimità un nuovo regolamento presentato dalla segretaria generale. Dove si parla di trasparenza, fissando finalmente delle regole precise sugli stipendi. Confrontando tutti i livelli della Cisl cosa ne esce fuori? Che l’aumento tabellare tra il 2008 (anno di inizio di una crisi non ancora conclusa) e il 2015 è pari al 12,93 per cento. A conti fatti, va detto, sarebbe l’inflazione. Se Furlan nel 2008 portava a casa un totale lordo di 99mila euro, ora potrebbe arrivare a 114mila. Sarà questo lo stipendio massimo consentito. Al mese fanno 3.326 euro netti più un altro 30 per cento di indennità.

Il regolamento in questione prevede la decadenza dall’incarico per chi non si metterà in regola. Ma prima di diventare “legge” “deve essere recepito attraverso una deliberazione dei comitati esecutivi. Fino a tale adempimento non potrà essere invocato e applicato né dalle strutture né dai singoli dirigenti”.

I diretti interessati, invece, confermano quelle cifre, ma provano a spiegarle. “Quei 289mila euro non sono lo stipendio lordo ma il costo aziendale finale  –  commenta Canepari  –  io alla fine portavo a casa 5800 euro al mese. Avendo due diversi incarichi di cui uno di vertice in una società che gestiva 60 milioni di euro. Quindi una grande responsabilità “. Mentre Sorgi ammette che quella “può sembrare una somma esosa” ma “la pensione me la sono guadagnata e non devo rendere conto a nessuno” e gli altri due incarichi “sono in enti con bilanci da decine di milioni. Su quei compensi ci pago anche un sacco di tasse”.

Gigi Petteni, arrivato da poco in segreteria nazionale dopo aver guidato la Cisl lombarda, ammette che il problema c’è: “Per questo il nuovo gruppo dirigente farà un’ulteriore assemblea organizzativa dove si obbligheranno i nostri sindacalisti a mettere online i compensi e a versare alla categoria di appartenenza i gettoni di presenza negli enti bilaterali “. Resta il fatto che Scandola, iscritto alla Cisl dal 1968, si è visto notificare l’espulsione. Ha ancora altri 10 giorni di tempo per fare appello. In caso dovrà spiegare come ha avuto i Cud dei dirigenti tirati in ballo. Il suo dito indicava la luna, ma – evidentemente – non è stato capito del tutto.


 

2. Fausto Scandola: Stipendi  d’oro in Cisl: “Io verrò espulso. Cosa accadrà a chi intasca i soldi?

Intervista di Paolo Griseri  La Repubblica  11 agosto 201

 

FAUSTO Scandola, in Cisl dal 1968, è il pensionato della Fisascat che ha fatto esplodere il caso degli stipendi d’oro. Ora i probiviri nazionali lo hanno espulso e lui annuncia la denuncia penale.

 

Signor Scandola, lei è in Cisl da quasi 50 anni. Perché denunciare proprio oggi?
“La storia dei mega-stipendi non la conoscevo. Ho cominicato ad incuriosirmi quando è scoppiato il caso della mega-pensione di Raffaele Bonanni. Ho cercato di capirne di più e il 13 aprile ho scritto una lettera al segretario Furlan”.

Chiedendo le sue dimissioni per “incompatibilità morale ed etica con chi rappresentiamo”.
“Quella frase era per dire che noi non possiamo chiedere soldi a chi guadagna 10 mila euro all’anno e finanziare stipendi da 300 mila”.

E per questo l’hanno espulsa?
“Il primo maggio, visto che non ricevevo risposta dal segretario generale, ho mandato copia della lettera a una parte dei membri dell’esecutivo. Nella lettera si facevano gli esempi di dirigenti che arrivavano a cifre enormi “.

Lei come aveva avuto quelle cifre?
“Da quando ho cominciato a interessarmi di questa faccenda hanno iniziato ad arrivare a casa mia segnalazioni anonime di persone che mandavano, scandalizzate, informazioni di questo tipo. Poi ci sono dei modi più semplici: molti sindacalisti sono al Cnel e lì devono rendere pubblici i redditi”.

Che cosa è accaduto dopo?
“L’intera segreteria nazionale mi ha deferito ai probiviri del Veneto per aver tenuto un comportamento indegno. Mi hanno punito con un richiamo. Allora Furlan e l’intera segreteria hanno fatto ricorso ai probiviri nazionali ottenendo di trasformare il richiamo scritto in espulsione”.

E adesso lei che cosa farà?
“Sto contattando un avvocato per oppormi in tribunale all’espulsione. Ma non è importante quel che accadrà a me. Piuttosto vorrei sapere quel che accadrà a chi ha intascato in tutti questi anni i soldi dei lavoratori”.

E che cosa dovrebbe accadere? Dicono di aver rispettato il regolamento e che da adesso ne entrerà in vigore uno più duro.
“Non è vero. Il regolamento di oggi è uguale a quello del 2008 e quei cumuli di pensioni, stipendi e indennità non erano consentiti in quella misura già da allora. Ma sono stati fatti e sono stati tollerati. Mi risulta che lo stesso segretario generale abbia uno stipendio molto alto. Allora, adesso non si può dire “chi ha dato ha dato, mettiamoci una pietra sopra ed espelliamo Scandola”. Un sindacalista quando porta a casa i soldi alla fine del mese deve sempre ricordarsi che arrivano dai lavoratori”.

Lei è in Cisl da molti anni. Non le pesa fare questa denuncia verso i dirigenti del suo sindacato?
“In queste ore mi arrivano molti attestati di stima da parte di amici e persone iscritte alla Cisl. Non sono cose che si fanno alla leggera. Ci sono amici che in questi mesi non ho più chiamato per evitare di danneggiarli”.

 

Category: Lavoro e Sindacato

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