E’ morto Sandro Bianchi, dirigente Fiom

| 27 Luglio 2012 | Comments (0)

 

 

 

 

Il 27 luglio 2012 è morto Sandro Bianchi. Il direttore di “Inchiesta” lo ricorda benissimo in tante occasioni, in incontri sindacali con Claudio Sabattini, insieme ad Adele Pesce quando lavorava con Sesa Tatò,  in incontri organizzati da Il Manifesto. La redazione della rivista è vicina al dolore dei suoi  familiari.

La Fiom Cgil nazionale ha annunciato oggi  la  sua morte con le parole che riproduciamo. “In più di trent’anni in cui ha lavorato presso la Fiom nazionale – si legge in un comunicato del sindacato dei metalmeccanici – Sandro Bianchi è stato via via responsabile dell’Ufficio stampa, poi della formazione sindacale e poi ancora della contrattazione nel settore delle costruzioni navali, impegnando senza risparmio nella sua attività le doti di intelligenza, serietà e costanza per cui si è sempre distinto. Bianchi è stato anche presidente del Comitato centrale della Fiom”.

Nato a Rimini subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, Bianchi iniziò a lavorare come giornalista nella redazione milanese de Il Manifesto. Alla fine degli anni Settanta passò poi all’Ufficio stampa della Fiom nazionale, dove lavorò in coppia con Sesa Tatò. Nel 1984 lasciò l’Ufficio stampa per avviare una nuova fase nell’attività di formazione sindacale della Fiom, producendo materiali che aprirono una riflessione, pionieristica per il mondo sindacale, sull’innovazione connessa all’utilizzo delle tecnologie informatiche. È stato poi a lungo responsabile del settore delle costruzioni navali, seguendo con passione, in particolare, le vicende sindacali e industriali della Fincantieri e dei Nuovi Cantieri Apuania.

 

Da una parte sola è il titolo del suo libro-intervista a Pio Galli, di cui Bianchi era stato uno dei più vicini collaboratori negli anni in cui lo stesso Galli era stato segretario generale della Fiom.

 

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Category: Editoriali, Lavoro e Sindacato

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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