Bruno Giorgini: BrItish go home

| 13 Dicembre 2019 | Comments (0)

 

 

C’è qualcosa di orrido e insieme affascinante quando le classi subalterne sostengono col voto i rappresentanti delle classi dominanti. Si piegano all’obbedienza, sottostando alla gerarchia sociale codificata in cambio della sicurezza, peraltro precaria se non del tutto mistificata. E’ una scelta, il voto al padrone, alienata, un grado di alienazione ulteriore rispetto a quelli definiti da Marx, l’alienazione del lavoratore rispetto alla macchina, quella rispetto al prodotto, l’alienazione rispetto al lavoratore che sta di fianco, e infine l’alienazione rispetto a sè stesso. Nella politica democratica diventa l’alienazione del proprio voto. Sarebbe facile dire che a questa alienazione si risponde con la coscienza di classe incarnata e modellata in un partito, il Partito Comunista come Marx lo definisce nel famoso Manifesto. Una dizione cui oggi non corrisponde a livello elettorale alcuna realtà corposa. Ci sono scampoli qua e là e tentativi. I più audaci si appellano all’ottimismo della volontà, a bilanciare il pessimismo della ragione, seppure anche Gramsci sia in disuso.

Gli elettori della Gran Bretagna hanno votato in massa a favore dei conservatori e del loro leader Boris Johnson, che parla tronfio e prepotente, reazionario fino al midollo, per un verso; per l’altro una macchietta che nemmeno un genio della satira riuscirebbe a rappresentare. Il mite Corbyn, capo dei Laburisti, è stato brutalmente sconfitto e il Labour si ritrova in minoranza anche nelle tradizionali aree della classe lavoratrice, la working class. Son tempi duri per leader e dirigenti politici senza rabbia e poca determinazione, ma che soltanto fanno appello alla ragionevolezza e ai programmi. Così tra l’altro nel giro di pochi mesi il Regno Unito uscirà dalla UE, andando in braccio a Trump, il nazipopulista supremo, che per questo risultato ha a lungo e duramente tramato e operato, senza lesinare alcun colpo basso. Trump odia l’Europa, odia i liberal, odia la sinistra, odia i “negri”, gli omosessuali, i diversi, odia gli immigrati, odia le donne, odia la democrazia, odia la libertà e i diritti. E’ un fascista. All’ingrosso. Tanto che i Democratici USA vogliono buttarlo fuori. Seppure sia difficile, speriamo ce la facciano.

Mentre Johnson girava di comizio in comizio assatanato di potere, Corbyn si muoveva e parlava come un gentiluomo d’altri tempi, spesso glissando sui problemi più scomodi e aspri. Da una parte la Brexit sbandierata, dall’altra sì,no,non lo so, ni con incertezze varie. A fronte del “Popolo sovrano” che sta inscritto in ogni Costituzione, compresa la nostra all’articolo uno che recita: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Soltanto riferendosi in modo attivo all’insieme dei popoli d’Europa con una identità che viene dalla resistenza contro il nazifascismo e lotta per la libertà e democrazia, fondamento della comune educazione europea, si può misurarsi e sconfiggere i sentimenti nazipopulisti (sincope di nazional populisti). Educazione Europea magistralmente raccontata nell’omonimo libro di Romain Gary (1945), il primo di molti che disegnano l’anima europea.

Certo l’andamento zoppicante, a essere indulgenti, delle istituzioni europee non proprio di limpida democrazia, anzi essenzialmente oligarchiche, non aiuta. Peggio ancora è stata l’irruzione egemonica sul piano continentale di politiche neoliberiste tagliando i diritti sociali fondamentali, come quello alla sanità e alle cure mediche per tutti, allo studio, alla pensione, alla casa fin quasi ad abbatterli. Perchè la fase attuale del capitalismo iperliberista non tollera la convivenza con politiche socialdemocratiche, neppure all’acqua di rose. Il capitalismo vuole e deve essere libero e selvaggio, e i settori d’investimento a alto saggio di profitto sono proprio il mercato della salute, quello della previdenza, quello dell’ educazione e conoscenza, con tutte le invenzioni e applicazioni tecnoscientifiche al seguito.

Da qui uno scontro assai duro anche sul piano elettorale, con l’emergenza massiva di una destra aggressiva e violenta, certamente nel linguaggio, ma si sa dalle parole nascono spesso le cose, nei confronti delle forze sia pur blandamente riformiste e/o socialdemocratiche. Non essendo più tempo di codeterminazione e neppure di concertazione, riformisti e socialdemocratici sono spiazzati se non inermi, tanto che per esempio i gloriosi socialisti francesi si riducono al lumicino mentre insorgono i gilet gialli e le folle inferocite degli scioperi generali a catena, e in Germania se vuol sopravvivere l’SPD non può sottrarsi all’abbraccio mortale coi popolari di Angela Merkel su un versante, e sull’altro per fortuna crescono i verdi. Certo trattandosi di fenomeni non lineari, accade pure che in Spagna i socialisti siano primo partito.

Intanto sempre più si assottiglia fin quasi a scomparire un criterio di rappresentanza operaia e delle classi subalterne nei partiti.

Ma abbandonando la dimensione tradizionale del dibattito politico, la sinistra genericamente intesa ha, avrebbe, nel cambiamento climatico e nel riscaldamento globale un terreno decisivo di battaglia e di crescita, a patto di assumere interamente una visione ecologista e una responsabilità ecologica. Nei confronti dell’intera umanità, perchè il cambiamento climatico impatta su tutti i viventi. La destra viceversa è negazionista, da Trump fino ai conservatori nostrani di un giornale pur intelligente come il Foglio.

Più o meno la destra è nelle stesse condizioni di chi negasse la rotazione della luna attorno la terra. Ma gli interessi delle multinazionali del petrolio e del carbone, e la loro influenza politica, nonchè gli investimenti nel settore degli idrocarburi dalle grandi banche e istituti finanziari, oscurano anche le evidenze empiriche più eclatanti.

Eppure in queste condizioni Corbyn non ha fatto della lotta al cambiamento climatico il suo cavallo di battaglia. Ha preferito inserirlo all’interno di un classico programma socialdemocratico. Per cui la transizione energetica e ecologica non è diventata l’asse attorno cui far ruotare l’intero sviluppo produttivo, economico e sociale, ma un obiettivo come altri da inserire nella lista della spesa, diminuendone se non annullandone la potenza.

Adesso speriamo che di questa sconfitta subita dai laburisti l’intera sinistra continentale faccia tesoro, perchè la vittoria della destra nazipopulista non è ineluttabile. Tutt’altro.

In fine giova ricordare come la società inglese sia ancor oggi fortemente classista, a partire dalle parole. I lavoratori e i proletari parlano cockney, che non è un dialetto ma una vera e propria lingua, le classi dominanti parlano e scrivono british, che nessuno fuori dall’Inghilterra capisce perchè non ha molto a che vedere con l’inglese internazionale e ancor meno con l’americano. Eppure i cockney hanno votato i british, l’alienazione forse più grande.

Category: Lavoro e Sindacato, Osservatorio Europa

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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