Mario Agostinelli: Addio a Gabriella Sberviglieri

| 5 Dicembre 2019 | Comments (0)

 

 

1. Mario Agostinelli: IN MORTE DI GABREIELLA SBERVIGLIERI

Ieri sera tardi 6 OTTOBRE 2019 la terribile, lancinante e ferale notizia della scomparsa di Gabriella Sberviglieri, figura di sindcalista popolarissima nelle zone tessili di Varese, Busto, Gallarate. Generosa, dotata di intelligenza, determinazione e perfino di una creatività non comune. La contraddistingueva un intrinseco senso di classe che la sosteneva nel condurre ogni vertenza e la rendeva capace di concludere ogni trattativa con il risultato più plausibile per le assemblee che la ascoltavano con la sua voce un po’ roca e l’agitare della sua testa bionda. Stimata dalle controparti, per la schiettezza e la ricchezza del suo argomentare, profonda conoscitrice di ogni passaggio dell’organizzazione del lavoro, maestra di noi, teneri sindacalisti venuti dal ’68 e dal ’69, ma subito portati – come diceva lei in “zona”, a contatto delle buste paga, dei licenziamenti individuali, delle lamentele per le eccessive assegnazioni del macchinario e gli ambienti di lavoro insopportabili. Gabriella era talmente esperta nella contrattazione dell’organizzazione del lavoro sui filatoi, le roccatrici, i telai, nonché nell’innovazione tecnologica e nell’assegnazione dei turni lungo l’intera settimana, da essere protagonista delle prime conquiste di riduzione di orario fino a 32 ore settimanali pagate 40. Sergio Garavini – allora segretario generale – mi disse una volta di non conoscere una esperta al pari di Gabriella nella contrattazione delle assegnazioni dei cicli produttivi nel settore tessile e abbigliamento.

Io la ricordo un po’ come il suo “bocia” dopo l’uscita dal laboratorio di Ispra per entrare in CGIL, prima ad allestire le 150 ore in provincia e, poi, a seguire con lei il rinnovamento del gruppo dirigente tessile varesino, finalmente “invaso” da giovani e ragazze di primo pelo, entusiasti di appartenere ad una impresa di riscatto sociale così promettente. Grazie alla mia assunzione ai tessili, che lei aveva auspicato, era stato revocato il mio licenziamento nel settore ricerca, dove mi ero reso reo della costituzione del sindacato quando ancora non valeva lo Statuto dei lavoratori nel pubblico impiego.

Dal ‘75 cominciò la grande ristrutturazione del tessile cotoniero italiano ed il tentativo della dislocazione dei grandi opifici laddove costava meno il lavoro. Varese era un centro di grande rilievo per il settore. Conducemmo decine di vertenze nei grandi gruppi ed avemmo un buon successo esigendo investimenti innovativi su moduli continui anche al sabato e la domenica, ma individualmente ridotti nell’orario di lavoro, con organici sufficienti per coprire a parità di ritmi e carichi di lavoro i sabati e le domeniche, liberando tempo e mantenendo occupazione e salario.

Dopo la lunga esperienza di categoria, Gabriella passò in segreteria confederale, sempre con stessa grinta – razionalmente ragionevole, ma inflessibile – e portò a termine importantissimi accordi nella fase del più pesante decentramento manifatturiero nella provincia a maggiore densità industriale d’Italia.

Più avanti negli anni ricoprì ruoli istituzionali nelle commissioni di parità uomo-donna e tenne con autorevolezza riconosciuta la rappresentanza politica affidatale per difendere e promuovere intransigentemente le conquiste dei diritti delle donne.

Persona di straordinaria umanità, diretta ed essenziale (la ricordo sollecita e affettuosa sempre coi miei figli e nipoti, amica di Bruna, umile militante dell’Auser, colonna dell’ANPI).

Con Gabriella si assottiglia un certo mondo sindacale, corredato di una forte militanza politica e di altrettanto decisa autonomia, nonché dotato di un approfondimento scientifico-tecnico molto solido, maturato in esperienze dirette sul lavoro e nella contrattazione dentro i reparti. Mi ha sempre colpito la sua straordinaria modestia, il non voler apparire in prima fila: un comportamento forse suggerito dall’amore e dall’interesse per le radici locali (Busto, Varese, Gallarate, i Laghi), che l’hanno sempre dissuasa dal trasferirsi in luoghi a più alto riconoscimento. Ricordo che Garavini aveva spinto per un suo trasferimento nell’apparato nazionale, da lei declinato senza rimpianti.

Gabriella era la bionda della camera del lavoro di Busto su cui tutti potevano contare e da cui tutti potevano prendere consiglio. Quadro inossidabile del PCI, divenne critica nelle ultime vicende della sinistra: non per calcoli o pruriti da borghesi, a lei così estranei, ma per la sensazione di un declino delle istituzioni che lei difendeva, con un calo di rappresentanza cui non sono stati certo estranee anche le piroette estemporanee dei partiti popolari della sinistra destinati a dividersi all’infinito.

Il dono che Gabriella ci lascia, oltre ad una militanza indefessa e ad un rapporto di profonda condivisione e solidarietà umana, affettiva e politica col suo compagno di vita Franco – che non è poco di questi tempi – è una fiducia estrema nel riscatto delle istituzioni democratiche: un mondo ingannato dai partiti a cui Gabriella è rimasta leale fino in fondo, anche quando le ambizioni personali o la supponenza di qualche dirigente li rendeva meno affidabili: lei seduta sulle sgangherate poltroncine delle sedi sindacali di periferia, loro seduti sui banchi di velluto degli emicicli litigiosi o sulle sedie high tech dei talk show televisivi, dove si è contraffatto il legame insostituibile della rappresentanza e della sovranità popolare democratica.

L’augurio che possiamo scambiarci, ora, è che lei in qualche modo non ci lasci così soli per la sua dipartita e che, se ci darà un occhio da una qualche parte di un Universo che stiamo irresponsabilmente amalorando, ci doni ancora la sua straordinaria testimonianza di sete di giustizia e la sua saggezza di donna. Una vita – si dice – non finisce mai.

 

2. Diffondiamo da www.varesenews.it

Si è spenta oggi Gabriella Sberviglieri, figura storica della Cgil varesina e delle battaglie per i diritti delle donne.

Tanti anni di lavoro nel sindacato, come Segretaria dei tessili della Cgil, poi Segretaria confederale a Varese e poi a Milano San Siro, e infine Segretaria del Sindacato pensionati, senza mai venir meno all’impegno sul fronte della difesa dei diritti delle donne, da fondatrice di Eos, il gruppo di ascolto storico per la tutela delle donne vittime di violenza, fino al ruolo di Consigliera di parità in Provincia di Varese.

Grande il cordoglio alla Camera del lavoro di Varese: «Una donna straordinaria- dice il Segretario generale Umberto Colombo – Una donna che ha dedicato tutta la sua vita a combattere ogni forma di ingiustizia, e in favore dei diritti sindacali, dell’emancipazione femminile e per la difesa della democrazia. Gabriella ci lascia una straordinaria eredità di lotte e impegno nel mondo del lavoro. Alla Cgil e a tutto il sindacato la sua morte lascia un vuoto incolmabile per il grandissimo e generoso impegno che ha contraddistinto il suo agire sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori».

«Gabriella ha insegnato a moltissimi di noi della Cgil e del sindacato quanto sia importante la difesa dei diritti, in particolare quelli delle donne – aggiunge – Il suo impegno non si è limitato all’azione sindacale ma ha riguardato anche tante battaglie contro la violenza sulle donne,  per la pace, la solidarietà, i diritti sociali e civili dei quali si è fatta paladina e portavoce in tutte le occasioni sul nostro territorio e non solo. A quanti l’hanno conosciuta personalmente resta non solo il ricordo, ma l’insegnamento e la grande coerenza nei confronti dei principi della solidarietà e della giustizia sociale. Con immenso dolore tutta la Cgil di Varese si stringe al marito Gianfranco Parodini».

«E’ stata un grande esempio per tutte noi – dice Simona Ghiraldi, sua compagna per molti anni nella Cgil varesina – Ci ha insegnato tutto ed è stata una grandissima donna, sensibile e attenta ai mutamenti senza tentennamenti nei principi».

«La UIl di Varese si unisce alla perdita della cara Gabriella Sberviglieri – scrive la segreteria Uil – era una donna tenace, sempre in prima fila a sostenere le battaglie unitarie di Cgil Cisl Uil Varese in favore dei più deboli , ma sopratutto dei diritti civili e laici delle donne , contro ogni forma di discriminazione contro il maschilismo e ogni forma di violenza».

«Siamo profondamente colpiti dalla morte di Gabriella Sberviglieri – dice Roberto Pagano della Cisl dei Laghi – perché rappresentava la sintesi perfetta dell’unitarietà sindacale sul territorio. Non ha mai fatto mancare la sua voce dove c’era da affermare la priorità dei diritti delle donne e dei più deboli. La sua è una storia sindacale di primissimo livello che ha segnato la crescita in termini di partecipazione di questo territorio. Con la sua morte viene meno un punto di riferimento per l’intero sindacato».

Anche Arcigay Varese ha espresso il proprio cordoglio per la morte di Gabriella Sberviglieri.

«Gabriella è stata una donna tenace e combattente, sempre in prima linea contro le discriminazioni – dice Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – Dalle prime manifestazioni a Varese contro l’omofobia nel 2015 fino al Pride e alla fondamentale lotta alle violenze di genere: le sue battaglie politiche e la sua determinazione ci hanno insegnato tanto. Lascerà un vuoto incolmabile».

Gabriella Sberviglieri, nata a Fagnano Olona nel 1943, era cresciuta in una famiglia di umili origini. A soli 13 anni aveva iniziato a lavorare in un’azienda tessile, iscrivendosi subito alla Cgil e alla Fgci. A 18 anni si era iscritta al Pci e la fabbrica era diventata la fucina della sua formazione sindacale e politica.

Affermare la dignità e i diritti di chi lavora diventerà la costante delle sua vita. Dal 1970 al 2000 ricopre ruoli di primo piano prima nel sindacato dei tessili Filtea-Cgil poi nella Cgil territoriale e infine nel sindacato pensionati dello SPI. Particolarmente significativo e intenso il suo impegno sulla questione femminile e i diritti delle donne. Nel 2000 è nominata dal Ministero del Lavoro Consigliera provinciale di parità, carica ricoperta sino al 2012 con il compito di promuovere azioni positive, far rispettare le leggi e combattere le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha collaborato con la ministra Livia Turco nella realizzazione di tre Leggi importanti: la n° 125 del ’91 sulle Azioni Positive; la n° 53 del 2000 sui Congedi Parentali; la n° 51 del 2001 sui maltrattamenti in famiglia.

Nel 1998 ha contribuito alla costituzione del Centro Antiviolenza Eos. Un centro diventato ben presto punto di riferimento delle donne che hanno subito violenza e luogo di impegno per combattere la cultura del dominio e del possesso che genera la violenza sulle donne nella società e soprattutto in famiglia. Per conto di Eos ha fatto parte fino all’ultimo respiro del Tavolo regionale istituzionale contro la violenza e della rete inter-istituzionale contro la violenza di cui il Comune di Varese è capofila.

Category: Donne, lavoro, femminismi, Editoriali, Lavoro e Sindacato

About Mario Agostinelli: Mario Agostinelli (1945) ha lavorato come ricercatore chimico-fisico per l’ENEA presso il CCR di Ispra. Dal 1995 al 2002 è stato Segretario generale della Cgil Lombardia e nel 2004 ha dato vita al movimento Unaltralombardia, con l’obiettivo prioritario di rinnovare dal basso le forme della rappresentanza. Ha ricoperto un incarico istituzionale come Consigliere regionale in Lombardia, eletto come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista, e nel 2009 ha aderito a Sinistra Ecologia Libertà. Sul piano internazionale si è contraddistinto per un intenso impegno nel Forum Mondiale delle Alternative e nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.

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