Vittorio Capecchi ha compiuto ottanta anni e augura buona fortuna con il fischietto di Pulcinella

| 28 Novembre 2018 | Comments (0)

 

 

Il 28 novembre 2018 Vittorio Capecchi ha raggiunto il  gruppo delle ottantenni e degli ottantenni   attivi intorno a “Inchiesta” e augura buona fortuna a chi segue questa rivista soffiando il fischietto porta fortuna  Pulcinella dint’ o cuppetiello, detto anche Pulcinella musicale. “Accattateve ‘o Pullecenella dint’  ‘o cuppetiello ….. comme sona bello ‘o Pullecenella” grida il venditore ambulante dal quale la figlia Simo lo ha comperato a Napoli (vedi foto).

Il Pulcinella musicale, secondo la descrizione tecnica ufficiale, consta di un cono di cartone sul quale vi è attaccato, con colla vinilica, della carta colorata da regalo, dal quale fuoriesce una testa in terra cotta nera di un Pulcinella che veste di panno-cencio rigorosamente bianco. La testa del Pulcinella è attaccata da un’estremità ad un filo di ferro zincato passando attraverso il cono di cartone e fuoriuscendo dall’estremità opposta della strettoia inferiore dello stesso cono di cartone, grazie ad un foro praticato.

Quest’ultima estremità è piegata su se stessa in modo da essere facilmente impugnata con l’indice e il pollice della mano destra e mossa con movimenti simultanei e cadenzati dal basso verso l’alto e viceversa. In tal modo la piccola marionetta di Pulcinella entra ed esce ripetutamente dal cono facendo sì che essa appaia e scompaia.

Nel contempo è possibile suonare, portandola alla bocca, una piccola trombetta di plastica applicata perpendicolarmente sullo stesso cono, la quale emette dei suoni da trombetta vivace . Il da poco ottantenne direttore di “Inchiesta” l’ha suonata energicamente per tutte le sue amiche e amici perchè porta fortuna superando ogni limite di tempo e spazio. E di un po’ di fortuna hanno bisogno anche le nuove generazioni.

Category: Editoriali, Osservatorio Sud Italia

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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