Nello Rubatto: Il suonatore matto di Matteo Incerti. David Kirkpatrick, il soldato che nel 1945 si paracadutò in kilt con la sua cornamusa

| 19 Aprile 2017 | Comments (0)

 

 

Nello Rubattu ci ha segnalato per il 25 aprile  il libro  scritto da Matteo Incerti Il suonatore matto pubblicato  da Imprimatur sulla vera storia di David Kirkpatrick, il soldato che nel 1945, in piena guerra lungo la linea gotica, si paracadutò in Kilt, con la sua cornamusa, salvando così un intero paese da una rappresaglia. David Kirkpatrick è morto a 91 anni a Girvan, sua città natale.

Quello che successe nel marzo del 1945 sull’Appennino reggiano, in Emilia ha davvero dell’incredibile. La “Linea gotica” passava proprio fra quelle montagne. L’avevano voluta i tedeschi, aiutati da quei messi male della repubblica di Salò che scorazzavano da quelle parti come lupi affamati.

La guerra, i nazisti e i fascisti sapevano di averla persa, i più stupidi fra di loro sognavano ancora l’arma segreta promessa da Hitler che avrebbe rivoltato la frittata delle loro sconfitte. Ma chi un minimo di sale in zucca ancora lo aveva, sapeva come ormai l’unica cosa da fare era rallentare l’avanzata degli alleati e prepararsi per la fuga verso la sicura Germania.

Quella parte degli appennini erano importanti per loro e non potevano di certo tollerare le continue scaramucce delle formazioni partigiane. I tedeschi e i fascisti, alle azioni di guerra dei partigiani, rispondevano con feroci rappresaglie: per ogni tedesco morto, dieci civili venivano fatti fuori. Questa è la storia

Il comando dei nazisti, che si era inventato la “Linea gotica” era proprio nel reggiano: in due ville, dalle parti del paese di Albinea.

Gli inglesi sapevano che bisognava fare qualcosa: era necessario tagliare la testa del comando tedesco, attaccare quelle due ville e fare fuori i generali nazisti, lasciando così per un certo lasso di tempo le truppe senza ordini.

Gli inglesi contavano sulle loro Sas, i paracadustisti, il meglio dei loro corpi speciali. Ma da soli non ce l’avrebbero fatta e avevano bisogno di concordare l’azione con i partigiani italiani che da mesi davano del filo da torcere ai tedeschi e ai fascisti.

“Esiste un problema – sottolinearono però quelli della formazione comunista partigiana del Gufo nero – se loro pensano che ad attaccare siamo stati noi, il giorno dopo organizzano una rappresaglia e un paese come Albinea lo radono al suolo uccidendo tutti”.

Gli inglesi lo sapevano e cercarono qualche alternativa. L’unica era far pensare ai tedeschi che l’azione fosse completamente inglese. In tal caso non sarebbe stato possibile rispondere con una rappresaglia contro i civili di Albinea.

“Il giorno dell’attacco, paracadutiamo insieme ai nostri uomini anche un suonatore di cornamusa. Solo le nostre truppe vanno in guerra con un piper. È una tradizione tutta nostra e i tedeschi lo sanno”. Proposero gli inglesi ai partigiani.

Fu così che David Kirkpatrick, venne paracadutato sull’Appennino reggiano con la sua cornamusa e vestito di tutto punto con il suo kilt di ordinanza.

In quell’azione furono uccisi sessantadue tedeschi. Se i nazisti l’avessero riconosciuta come un’azione dei partigiani, avrebbero potuto fare fuori oltre seicento civili. Un vero massacro. Uno dei peggiori di una guerra che già di suo si stava dimostrando fra le più sporche degli ultimi secoli.

La gente di Albinea, a quel suonatore che la notte del 26 marzo del 1945, durante quell’azione di guerra alleata, fece sentire la voce della sua cornamusa lungo la loro valle, è rimasta eternamente grata. Quella cornamusa li ha salvati. Ancora oggi non lo hanno dimenticato.

“Il suonatore matto”. È un libro di Matteo Incerti. Ma non è un romanzo e neanche un saggio storico o chissà cos’altro ancora. Somiglia ad una favola per chi alle guerre vorrebbe contrapporre una buona dose di intelligenza: almeno per dimostrare che seppure i massacri sono sempre possibili non sono per nulla necessari. Volendo si può tentare di evitarli.

Oggi ad Albinea è nato un parco dove sono stati piantati gli alberi che ricordano i morti di quella brutta pagina di guerra.

Speriamo di non dimenticare mai quei morti.

Buon 25 aprile per tutti

Category: Editoriali, Guardare indietro per guardare avanti, Libri e librerie

About Nello Rubattu: Nello Rubattu è nato a Sassari. Dopo gli studi a Bologna ha lavorato come addetto stampa per importanti organizzazioni e aziende italiane. Ha vissuto buona parte della sua vita all'estero ed è presidente di Su Disterru-Onlus che sta dando vita ad Asuni, un piccolo centro della Sardegna, ad un centro di documentazione sulle culture migranti. Ha scritto alcuni romanzi e un libro sul mondo delle cooperative agricole europee. Attualmente vive a Bologna

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