E’ morto Raimondo Coga che ha fondato le Edizioni Dedalo e stampa “Inchiesta”

| 15 Febbraio 2015 | Comments (0)

 

Ci sono notizie che non si voterebbero mai avere. Poche ore fa mi hanno telefonato che è morto il mio caro amico Raimondo Coga, fondatore e attuale Presidente delle Edizioni Dedalo di Bari. Raimondo  è stato sia un imprenditore appassionato di tecnologie che un editore impegnato politicamente a sinistra.  Come imprenditore ha fondato  a Bari nei primi anni ’60 la Dedalo Litostampa che si è caratterizzata subito per l’introduzione di tecnologie avanzate arrivando nel 1986 a stampare su rotativa l’edizione del quotidiano la Repubblica per la Puglia e la Basilicata. Come editore (aveva lavorato prima di mettersi in proprio per la casa editrice Einaudi) inizia le Edizioni Dedalo nel 1965 e si  impegna politicamente a  sinistra pubblicando sia   libri importanti di saggistica che un numero elevato di riviste tra le quali “Inchiesta”. Come libri ha sempre pubblicato testi di filosofia, storia, sociologia, architettura introducendo in Italia autori come Jean-François Lyotard, Gaston Bachelard, Georges Bataille, Maurice Duverger, Karl Mannheim, Louis Althusser, Henry Lefebvre  e tra gli italiani Luciano Canfora, Giuseppe Vacca, Carlo Aymonimo, Vittorio lanternari, Giulio Carlo Argan.

La prima rivista edita da Raimondo è Sapere che viene pubblicata dalle Edizioni Dedalo nel 1967 . Seguirà poi Il manifesto mensile pubblicato da Dedalo nel 1969 e poi la Monthly Review, Controspazio (fondata da Paolo Portoghesi), Prisma (che si occupava di libri), Critica marxista, Critica Liberale , le riviste del movimento femminista  Effe e Compagna e tante altre.

Inchiesta nacque nel 1970 a Milano in un caffè vicino al grattacielo Pirelli dove mi incontrai con Raimondo Coga delle Edizioni Dedalo di Bari che mi era stato presentato da Mario Spinella. Raimondo aveva stampato l’edizione italiana della Monthly Review e il gruppo dirigente della  rivista mensile Il Manifesto aveva già deciso che nel 1971 sarebbe stata trasformata in un  quotidiano. C’era quindi un format libero e Inchiesta lo occupò. Raimondo mi disse soltanto: la rivista Il Manifesto ha la copertina in cui i titoli degli articoli sono suddivisi in spazi orizzontali; la vostra rivista potrebbe suddividere i titoli in copertina in spazi verticali.

Da allora sono passati quarantacinque anni,  con Raimondo ci sentivamo telefonicamente e si deve ai suoi consigli  se Inchiesta cinque anni fa passò da una rivista che pubblicava solo numeri monografici (con un crollo negli abbonamenti)  a una rivista molto più valida nella grafica e impegnata politicamente con il sostegno della Fiom, che ha aumentato notevolmente il numero  degli  abbonamenti e la qualità degli articoli anche per la presenza di  questa  rivista on line che la sostiene.

Che cosa dire di fronte a questa notizia? Ci sono dei vuoti che non si possono colmare. Posso solo inviare un abbraccio affettuoso a sua figlia Claudia, l’attuale Direttore editoriale della Casa Editrice, che ricordo bambina quando Raimondo era capace di viaggiare tutta notte in macchina per “non perdere tempo”. Ciao Raimondo.


 

Category: Editoriali, Libri e librerie

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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