Alena Hall: Il Dalai Lama compie ottanta anni. Cosa ci insegna

| 7 Luglio 2015 | Comments (0)

 

 

La redazione di “Inchiesta” invia i suoi auguri di buon compleanno al Dalai Lama nato nel 6 luglio 1935 in un piccolo villaggio del nord est del Tibet,  pubblicando questo scritto di  Alena Hall “Le otto lezioni che possiamo apprendere dal Dalai Lama”  pubblicato da Huffington Post  del 7 luglio 2015

Nel corso della sua vita, Sua Santità il Dalai Lama è diventato un esempio, la quintessenza di ciò che significa vivere ogni giorno con la massima compassione. È in grado di osservare il mondo — e tutti gli individui su cui posa il proprio sguardo — senza alcun filtro o pregiudizio, ed è profondamente convinto del nostro condiviso potenziale di grandezza. Per porgergli un dono in occasione del suo ottantesimo compleanno, lui chiede a noi tutti di provare a fare la stessa cosa.

Per aiutarci a comprendere al meglio la visione del Dalai Lama su ciò che il nostro mondo è in grado di diventare, lo psicologo e giornalista scientifico Daniel Goleman, autore del best seller Emotional Intelligence, ha di recente pubblicato A Force for Good un testo che raccoglie alcuni degli insegnamenti più importanti del Dalai Lama, le loro basi scientifiche, e gli aneddoti su coloro che tanto hanno imparato seguendo l’esempio di Sua Santità.

Goleman, che conosce il Dalai Lama da più di trent’anni, ha spiegato all’HuffPost come l’anno scorso sia stato per lui un onore poterlo seguire come un’ombra durante i suoi viaggi negli Stati Uniti e in Canada, partecipare ai suoi incontri con i leader del mondo degli affari e le menti scientifiche (incontri la cui durata poteva estendersi fino a cinque giorni), e intervistarlo in relazione a quelli che sono stati i suoi insegnamenti fino ad oggi, e su quale eredità auspichi di lasciarsi un giorno dietro.

“È un essere umano incomparabile”, ha dichiarato Goleman. “La parola adoperata in Tibet per riferirsi al ‘Dalai Lama’ è ‘kundun’, che significa ‘presenza’, perché in sua compagnia ti senti un po’ diverso. Succede qualcosa, quando ti trovi in sua presenza, qualcosa che incide in modo molto positivo sul tuo orientamento. Una delle lezioni più grandi per me è stata quella di poterlo osservare mentre interagisce con le altre persone, perché non si sofferma mai più di tanto sulle differenze superficiali di status, ceto, censo, potere o celebrità. Tratta davvero tutte le persone allo stesso modo. Sostiene di essere in grado di vedere l’unicità del genere umano, e dice che le differenze superficiali non sono che illusioni”.

I ricavi delle vendite del libro andranno al Mind and Life Institute e al Dalai Lama Trust attualmente impegnato nell’aiutare il Nepal nel post-sisma, mentre il libro in sé e per sé è testimone del potere che la compassione ha di fare la differenza nel mondo. Per onorare l’ottantesimo compleanno del Dalai Lama, ecco otto delle sue innumerevoli lezioni, centrate su un’idea fondante che lui si augura di poter lasciare al mondo quale sua eredità personale.

 

1. Vivete la vita con la mente sgombra e il cuore aperto.

“Uno dei punti più importanti del suo insegnamento è che se davvero vuoi aiutare le persone, prima devi aiutare te stesso e lavorare sulle tue dinamiche interiori, in qualunque modo ti risulti efficace allo scopo”, spiega Goleman. “Nel mio caso si tratta della meditazione. Trascorrere del tempo in sua compagnia è stata un’esperienza che mi ha ispirato — da allora ho preso i miei momenti di meditazione molto più seriamente, e ne percepisco tutti i benefici. Sono più gentile, mi piaccio di più, piaccio di più a mia moglie, sento dentro di me maggiore energia, ne avverto un beneficio concreto. Il viaggio che lui delinea per ciascuno parte da dentro di noi, e poi ci spinge ad agire. Lui dice che tutti abbiamo un modo per agire, ma che dobbiamo farlo fin da adesso per dare vita a una forza in grado di fare del bene”.

È proprio in questo stato mentale nitido e quieto che il Dalai Lama ritiene che possiamo essere in grado di superare le nostre emozioni distruttive, come la paura e la rabbia, e adoperare quella chiarezza interiore per aiutare coloro che abbiamo intorno. Comincia tutto dallo sviluppo e dalla coltivazione della nostra routine di “igiene emotiva”.

 

2. Fate pratica della “compassione universale”.

“Si riferisce alla compassione nei confronti di chiunque, ovunque, che secondo me è uno standard piuttosto alto per le persone”, osserva Goleman. “È più un ideale al quale aspirare”.

Il Dalai Lama afferma che la nostra capacità di pensare e di comportarci in modo gentile nei confronti degli altri faccia parte del nostro corredo biologico, e che nel momento in cui decideremo di darle la priorità, essa sia in grado di giocare un ruolo più importante nelle nostre vite. Gli studi scientifici dimostrano quelli che sono i reali benefici della compassione — dipende solo dal volerlo riconoscere e dal metterlo in pratica. La compassione rende il gioco più equo, che poi è un primo decisivo passo per trovarci tutti insieme ad affrontare i problemi del mondo.

 

3. Ripensate il modo in cui viene concepita l’istruzione.

Nel suo libro Goleman spiega che il senso della compassione innato nel genere umano si palesa nella maggior parte dei neonati e dei bambini grazie al loro desiderio di condividere e di essere reciprocamente gentili. Quella priorità però comincia a svanire man mano che i ragazzini si trovano a passare attraverso sistemi più competitivi come quello della scuola.

“Resta sempre lì dov’è”, aggiunge. “Lo avvertiamo nei confronti delle persone a noi care. Ma la domanda è: possiamo ampliarne la portata?”.

Uno degli obiettivi del Dalai Lama per il mondo è quello di creare un sistema d’istruzione che non si limiti a sviluppare delle buone menti, ma delle persone buone. L’apprendimento sociale ed emotivo dovrebbe essere valorizzato tanto quanto la bravura a scuola, da insegnanti che preparino quelle giovani menti alle strade che dovranno percorrere. Provate a immaginare quanto diverse sarebbero le cose se solo scoprissimo come riconoscere le emozioni distruttive e affrontarle in modo costruttivo fin dal principio, e invece di perdere di vista quella compassione, la conservassimo quale componente principale delle nostre interazioni quotidiane. Ancora una volta la scienza sostiene l’idea che i bambini abbiano bisogno di questo senso di consapevolezza tanto quanto gli adulti.

 

4. Schieratevi contro le ingiustizie.

Il Dalai Lama traccia una chiara distinzione fra l’essere compassionevoli e l’essere passivi. I tre pilastri della sua “società equa” includono correttezza, trasparenza e responsabilità, e quando ci si trova di fronte all’ingiustizia quei valori spesso richiedono che si agisca. Non otterremo alcun cambiamento limitandoci a manifestare la nostra partecipazione morale alle vittime — dobbiamo impegnarci, e prepararci ad essere la loro voce, a offrire il nostro aiuto in un modo che potranno trovare di loro utilità, e andare alla ricerca delle radici della corruzione così che possa essere affrontata e trasformata. Lui lo considera il lato “muscolare” della compassione.

“Una delle domande più difficili qui — argomenta Goleman — è: ‘Che fare con gli individui che sono semplicemente cattivi?’”. “Lui risponde che c’è bisogno di opporsi al male che fanno, ma che bisogna altresì distinguere l’attore dall’azione, e non arrendersi di fronte alle persone. Lui dice di essere contrario alla pena di morte, ad esempio, perché è convinto che le persone siano in grado di redimersi — anche coloro che hanno compiuto azioni terribili. Me è altrettanto convinto che le persone debbano scontare le conseguenze delle proprie azioni. È una distinzione di particolare rilievo”.


5. Fate sì che la mission aziendale sia il genere umano.

La scienza ci dice che i soldi non sono la chiave della felicità, quindi perché dovremmo vivere all’interno di un’economia che alimenta quell’idea? Il Dalai Lama parte da questa verità e la porta un po’ più in là per spiegare che il solo modo in cui il mondo degli affari può produrre del bene a livello sociale è quello di prendere in considerazione il benessere di ciascun cittadino del pianeta , invece di concentrarsi su un piccolo contingente d’azionisti. È convinto della necessità di ricalibrare la nostra percezione del profitto, del benessere e del successo, affinché s’includa fra essi questo senso d’altruismo globale. Gli affari potranno diventare una forza positiva quando sostituiranno l’interesse egoistico con la compassione, e si adopereranno le proprie capacità e la propria influenza per ridurre l’ineguaglianza economica invece di peggiorarla.

 

6. Date sempre una mano.

Molto spesso il modo migliore di adoperare la propria intelligenza, la compassione e il talento è investirli in qualcuno che abbia davvero bisogno del vostro aiuto. Il Dalai Lama spiega che questo compito risulterà probabilmente scomodo, spingendoti a superare dei limiti che non hai mai incontrato prima, ma anche che questo è uno dei modi in cui ti renderai conto che le tue azioni potranno avere delle conseguenze concrete. Per agire come una forza coesa e unita dobbiamo impegnarci per coloro che sono indifesi, disabili, impoveriti o svantaggiati in modi che vanno ben oltre la loro capacità di reagire.

E tutto ciò non si può liquidare con la semplificazione della parola “carità”. Il Dalai Lama è convinto che per combattere davvero l’ingiustizia non dobbiamo solo alleviare i problemi di oggi, ma prevenirne l’insorgenza in seguito. Il Dalai Lama si fa promotore di un ruolo più importante delle donne nella leadership, per aiutare a guidare questo cambiamento di portata globale.


7. Fate la vostra parte nel guarire il pianeta

Che il genere umano abbiamo svolto un ruolo significativo nel deterioramento del nostro ambiente non è una novità, ma invece di concentrarci sulle “impronte dei nostri passi”, il Dalai Lama ci chiede di dare invece maggiore potere alle “impronte delle nostre mani”, o all’impatto che possiamo avere.

“Questo è qualcosa che ha appreso parlando con Gregory Norris all’Harvard School of Public Health”, racconta Goleman. “Se parli d’impronte di carbonio diventa tutto molto deprimente perché ti concentri su tutto il male che facciamo. Così Norris ha ribaltato la questione osservando che dovremmo sempre tener presente quei valori, ma anche che poi dovremmo concentrarci sulle impronte delle nostre mani, che poi è tutto ciò che possiamo fare per attutire l’impatto delle impronte dei nostri piedi — cioè un valore positivo. Bisogna concentrarsi su quello. Il concetto d’impronta genera emozioni negative, ma quella delle mani ti fa sentire bene e ottimista, ed è il modo migliore per motivare le persone”.

Il benessere del genere umano dipende in maniera diretta dal benessere della Terra, quindi dobbiamo compiere dei gesti concreti per proteggerla così come facciamo con le nostre menti e i nostri corpi. Diventando consapevoli dell’impatto delle nostre azioni, dei nostri processi produttivi, dei nostri acquisti, potremo quindi orientarci alla ricerca di nuove soluzioni ai problemi che le nostre vecchie abitudini hanno creato.

 

8. Adoperate il vostro potere personale in nome del bene.

Il Dalai Lama parte con l’obiettivo di trovare la pace interiore. Da lì ci possiamo indirizzare verso un dialogo collaborativo e la risoluzione dei conflitti. Se di fronte a conversazioni e sfide difficili ci porremo con compassione e un senso di equilibrio allora riusciremo a sostituire la solita mentalità del “noi contro di loro” con una che tenga invece a mente che siamo tutti nella stessa barca.

Come Goleman ha potuto osservare trascorrendo del tempo in compagnia di Sua Santità, le divisioni sono solo illusioni, frammenti della nostra immaginazione, e conservano solo il potere che scegliamo di attribuire loro. Se tutti riuscissimo a imparare ad entrare vicendevolmente in contatto a un livello personale, potremmo sentirci sorpresi dalle nostre capacità di liberarci dei pregiudizi, riconoscendo tante delle somiglianze che condividiamo con i nostri presunti nemici. La vera compassione non conosce confini, ed è per questo che il Dalai Lama è convinto che sia quel singolo elemento presente in ogni essere umano in grado di cambiare il mondo, se decidessimo di agire in base ad esso.

Per saperne di più sull’impatto degli insegnamenti del Dalai Lama sul mondo, e sull’eredità che spera di lasciarsi dietro, date un’occhiata al nuovo libro di Daniel Goleman, A Force for Good.

Questo articolo è stato pubblicato su HufPostUsa ed è stato tradotto da Stefano Pitrelli

 

Category: Culture e Religioni, Editoriali, Osservatorio Tibet, Storia della scienza e filosofia

About Alena Hall: Alena Hall si è laureata alla New York University e collabora a The Huffington Post. Attualmente è Assistent Managing Editor alla The Odyssey on line. com

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