Giorgio Lunghini: Conflitto, crisi e incertezza

| 31 Agosto 2012 | Comments (0)


Segnaliamo il libro di Giorgio Lunghini Conflitto, crisi e incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternativ pubblicando la scheda della Casa editrice Boringhieri (Torino 2012) e la recensione fatta da Giuseppe Berta su L’espresso del 31 agosto 2012 :
1. Giorgio Lunghini: Conflitto, crisi e incertezza
Scheda della casa editrice Bollati Boringhieri
Secondo un noto aneddoto la regina Elisabetta, in visita nel 2009 alla London School of Economics, avrebbe candidamente chiesto come mai gli economisti non fossero stati capaci di prevedere la grande crisi economica che stava ormai imperversando. La domanda suona ingenua, ma via via che gli anni trascorrono e la crisi incancrenisce, sono sempre più numerosi coloro che si interrogano sui limiti della scienza economica. Perché la teoria non sembra essere stata di alcun aiuto a fronteggiare le conseguenze di una deriva economica e finanziaria fuori controllo? Giorgio Lunghini, un economista eterodosso che da anni concentra la sua appassionata attenzione sulla critica dei paradigmi dominanti, risponde indicando la ragione dell’insufficienza del pensiero economico contemporaneo nello specialismo matematico che da decenni lo pervade e nell’abbandono dell’approccio dei classici.

 

Nel suo ultimo saggio Conflitto crisi incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative, Bollati Boringhieri,Torino 2012), Lunghini scrive che l’economia «è diventata davvero triste: non si occupa più dell’influenza della ricchezza sulla popolazione e la felicità». Al contrario, questi temi fondamentali costituivano l’oggetto dell’indagine economica nell’epoca in cui David Ricardo e Karl Marx mettevano a punto le loro analisi sulle leggi che regolavano la produzione della ricchezza e ne sottolineavano le implicazioni per la sua distribuzione sociale.

Per Lunghini sono classici quegli autori che promuovono e sviluppano una riflessione critica sulle grandi questioni dell’economia, senza fermarsi alla superficie dei suoi fenomeni e senza accreditare il carattere naturale del capitalismo e delle relazioni di mercato. Ecco perché inserisce nel filone delle alternative al pensiero dominante economisti del Novecento come John Maynard Keynes e Piero Sraffa. Lunghini riscatta soprattutto la teoria keynesiana, ponendone in evidenza le istanze più radicali e la visione, in grado di prefigurare un nuovo ordine della società, finalmente emancipato dall’assillo economico.

 

Giorgio Lunghini insegna Economia politica all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. È stato presidente della Società Italiana degli Economisti ed è socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Equilibrio (1993), L’età dello spreco. Disoccupazione e bisogni sociali (1995) e Sul capitalismo contemporaneo (con Michel Aglietta, 2001), e ha curato il Dizionario di economia politica (con la collaborazione di Mariano D’Antonio, 1982-90, 16 voll.)

 

 

2. Giuseppe Berta: Recensione al libro di Giorgio Lunghini, Conflltto crisi e incertezza

L’Espresso 31 agosto 2012

 

Secondo un noto aneddoto la regina Elisabetta, in visita nel 2009 alla London School of Economics, avrebbe candidamente chiesto come mai gli economisti non fossero stati capaci di prevedere la grande crisi economica che stava ormai imperversando. La domanda suona ingenua, ma via via che gli anni trascorrono e la crisi incancrenisce, sono sempre più numerosi coloro che si interrogano sui limiti della scienza economica. Perché la teoria non sembra essere stata di alcun aiuto a fronteggiare le conseguenze di una deriva economica e finanziaria fuori controllo? Giorgio Lunghini, un economista eterodosso che da anni concentra la sua appassionata attenzione sulla critica dei paradigmi dominanti, risponde indicando la ragione dell’insufficienza del pensiero economico contemporaneo nello specialismo matematico che da decenni lo pervade e nell’abbandono dell’approccio dei classici.

Nel suo ultimo saggio (“Conflitto crisi incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative“, Bollati Boringhieri, pp. 132, euro 14,00), Lunghini scrive che l’economia «è diventata davvero triste: non si occupa più dell’influenza della ricchezza sulla popolazione e la felicità». Al contrario, questi temi fondamentali costituivano l’oggetto dell’indagine economica nell’epoca in cui David Ricardo e Karl Marx mettevano a punto le loro analisi sulle leggi che regolavano la produzione della ricchezza e ne sottolineavano le implicazioni per la sua distribuzione sociale.

Per Lunghini sono classici quegli autori che promuovono e sviluppano una riflessione critica sulle grandi questioni dell’economia, senza fermarsi alla superficie dei suoi fenomeni e senza accreditare il carattere naturale del capitalismo e delle relazioni di mercato. Ecco perché inserisce nel filone delle alternative al pensiero dominante economisti del Novecento come John Maynard Keynes e Piero Sraffa. Lunghini riscatta soprattutto la teoria keynesiana, ponendone in evidenza le istanze più radicali e la visione, in grado di prefigurare un nuovo ordine della società, finalmente emancipato dall’assillo economico.


Category: Dibattiti, Economia, Libri e librerie

About Giorgio Lunghini: Giorgio Lunghini (Ferrara 1938) si è laureato presso l'Università L. Bocconi, è stato docente all'Università degli studi di Milano e di Pavia. Ha tenuto inoltre, dal 1975 fino al 2010, presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi il corso progredito Economia Politica - I modelli economici, poi denominato, dal 2007, Teorie Economiche Alternative; è stato dal 2007 sino al 2010 professore ordinario in Economia Politica presso lo IUSS-Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, dove oggi continua ad insegnare come professore a contratto.Principali libri scritti a partire dai più recenti: Conflitto, crisi, incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative, Bollati Boringhieri, Torino 2012; (a cura di, e con L. Cavallaro), J.M. Keynes, Laissez faire e comunismo, Derive Approdi, Roma 2010; Politiche pubbliche per il lavoro, in collaborazione con F. Silva e R. Targetti Lenti, il Mulino, Bologna 2001; Sul capitalismo contemporaneo, con Michel Aglietta, Bollati Boringhieri, Torino 2001; Riproduzione, distribuzione e crisi, Unicopli, Milano 1996; L'età dello spreco. Disoccupazione e bisogni sociali, Bollati Boringhieri, Torino 1995. (premio Walter Tobagi); Scelte politiche e teorie economiche in Italia (1945-1978), a cura di Giorgio Lunghini, Einaudi, Torino 1981; La crisi dell'economia politica e la teoria del valore, Feltrinelli, Milano 1977.

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