Corpi impuri

| 24 Aprile 2012 | Comments (0)

Che cosa c’entra uno spettacolo che ha per tema le mestruazioni con un convegno “Vita, lavoro, non lavoro delle donne”?

C’entra, c’entra.

Le mestruazioni sono un fenomeno naturale legato alla fecondità delle donne, dunque alla metà della popolazione mondiale. Senza mestruazioni non ci sarebbe riproduzione, eppure il legame tra mestruazioni e fecondazione è stato scoperto solo alla fine del 1800. Perché?

Ancora: le mestruazioni sono coperte da censura linguistica, non si raccontano o rappresentano, salvo rare eccezioni, non ci sono barzellette. E questo è il dato più allarmante: si può scherzare su tutto: dio, religioni, patria, famiglia, omosessualità, donne, su tutto, non sul sangue mestruale. Perché?

Inevitabile che un fenomeno così censurato venga poi o ignorato dalla maggior parte degli uomini o avvertito con vergogna e imbarazzo dalla maggior parte delle donne.

E’ vero che si tratta di sangue, liquido molto particolare perché è sinonimo di divino, di denaro, di libido, è insieme vita e morte, rinascita e perdita, rigenerazione, malattia.

Troppe sovrapposizioni per non trovarsi al centro di guerre furibonde tra scienza e religione. E di questa guerra, fatta di rappresentazioni scientifiche e dogmi religiosi, che racconta la mia conferenza buffa, in cui con leggerezza, e senso del ridicolo, se non fosse tragico, si dice di mestruazioni come segno concorrenziale al divino. Da qui il tabù.

Da qui le discriminazione della figura femminile, da qui il disprezzo e le leggI che in Italia lo hanno sancito. Come quella sul delitto d’onore abolita solo nel 1981, o quella sulla parità di salario  (per altro mai applicata) che è del 1977. E che dire del pregiudizio che ci fa ritenere un uomo comunque più affidabile di una donna specie, per esempio, in magistratura dove la carriera era vietata alle donne proprio a causa dei “periodi femminili”?

Ma tutto questo non sarebbe spiegabile se la vergogna delle mestruazioni non fosse stata marchiata e fissata da un dogma divino. E l’interdizione al sacerdozio parte proprio dal corpo impuro della donna mestruata. Ed è comune a tutte e tre le religioni monoteiste.

Sembra strano oggi parlare di mestruazioni davanti a ragazze disinibite, libere nei loro comportamenti sessuali, come nelle loro scelte di vita. Però poi se si parla di lavoro torna l’antica domanda: perché come donna valgo meno, perché non viene riconosciuto il mio lavoro, perché devo firmare una dimissione in bianco se sono incinta?

Quando un tabù è radicato cambia aspetto, ma resta inattaccabile. A meno che non lo si racconti, apertamente, tranquillamente e allora forse tra una risata e una riflessione possiamo renderlo meno oscuro e più attaccabile.

La vita delle donne comprende le mestruazioni e la loro intelligenza, anche.

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Category: Vite, lavoro, non lavoro delle donne

About Marinella Manicardi: Marinella Manicardi attrice, regista. Laurea in Storia del teatro a Bologna, città dove vive e debutta diretta da Luigi Gozzi, suo compagno di arte e di vita, con lui ha condiviso la direzione artistica del Teatro delle Moline. Teatro, molta radio, laboratori e seminari, interventi in riviste e libri. La sua attività è stata recensita costantemente dalla stampa nazionale e in saggi sull’arte dell’attore. Gli ultimi spettacoli per Arena del Sole, teatro stabile di Bologna. Bibliografia minima Le mie cose, Raffaella Malaguti, Bruno Mondadori, Storia di V, Catherine Blackledge, il Saggiatore, Il sugo della vita, Piero Camporesi, Garzanti Le brutte parole, Nora Galli de’Paratesi, Giappichelli Avventure del corpo, Paolo Sorcinelli, Bruno Mondadori Bruno Bettelheim, Ferite simboliche, Bompiani Il pensiero selvaggio, Claude Levi-Strauss, Il saggiatore L’immagine aperta, Georges Didi-Huberman, Bruno Mondadori

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