Sergio Caserta: il sacrificio di Prodi e la malattia terminale del PD
DOSSIER DOPO ELEZIONI 51 Diffondiamo il testo di Sergio Caserta scritto il 19 aprile pubblicato su www.ilmanifestobologna.it il 20 aprile 2013
Il PD brucia anche Romano Prodi, ancora una volta il mite professore di Scandiano, assunto a puntello del centrosinistra, degli equilibri istituzionali e politici ma soprattutto della sopravvivenza del PD, malato cronico in fase terminale, ancora una volta viene sacrificato sull’altare dell’ennesimo fallimento politico.
È così dal 1996, quando per la prima volta Prodi portò alla vittoria insperata la coalizione già rissosa e perdente (fin da subito avviata al disastro dalla gioiosa “macchina da guerra” occhettiana), dopo il primo passaggio berlusconiano da Palazzo Chigi, la crisi di governo per cause penali e la rottura con le Lega insorgente di Bossi (quello che allora chiamava Silvio mafioso ma è acqua passata).
Il professor Prodi, tecnico prestato alla politica ma sempre con riserva (del gruppo dirigente) di restituzione rapida ai suoi studi, costituisce il rimorchiatore di salvataggio della barca semiaffondata del PD, è il terzo intervento quello che gli si chiede, forse l’ultimo e decisivo per evitare il naufragio nelle secche di Montecitorio.
Bersani & C. non volevano proprio arrivarci ma sono stati costretti dal vicolo cieco in cui si sono cacciati, non da ieri bensì dal 26 febbraio scorso, quando non si sono voluti arrendere a una sconfitta politica evidente. La maledizione della Bolognina non perdona: la pace e l’equilibrio non si costruiscono sull’equivoco che dura ormai da quasi venticinque anni, lì originano tutti i guai della sinistra italiana dopo la caduta del muro di Berlino e dopo tangentopoli.
Category: Elezioni politiche 2013