Tara bianca e le bambine uccise

| 24 Maggio 2017 | Comments (0)

Tara è l’Incarnazione femminile del Buddha ed  è una delle divinità più popolari nel pantheon buddhista, soprattutto nelle regioni Himalayane in Tibet, Nepal, Ladakh, Buthan e Mongolia. Il nome TARA viene fatta derivare dalla radice sanscrita “tr” (attraversare,redimere) e viene tradotto come “colei che permette agli esseri viventi di attraversare l’oceano dell’esistenza e della sofferenza” , quindi SALVATRICE. Tara è anche considerata la protettrice della longevità, dei viaggi e del cammino spirituale dei devoti verso l’illuminazione. La TARA Bianca Sitatara è simbolo di purezza e viene ritratta con la corona a cinque foglie. La mano destra è abbassata e aperta nel gesto di garanzia (varadamudra), mentre la sinistra compie il gesto di incoraggiamento (abhayamudra) e tiene tra le dita un fior di loto bianco in piena fioritura. La sua caratteristica più evidente sono i sette occhi: in aggiunta ai due naturali ha un terzo occhio sulla fronte ed uno su ciascuna delle mani e dei piedi. Il terzo occhio simboleggia la sua visione diretta dell’unità, della realtà ultima, mentre con gli altri due occhi osserva la dualità, il mondo illusorio. Gli occhi supplementari, posizionati sul palmo delle mani e sulle piante dei piedi, rappresentano l’unione di compassione e perfetta saggezza. In una leggenda si narra che Tārā, in una sua antichissima manifestazione come Yeshe Dawa  (Luna della Consapevolezza Primordiale), dedicasse offerte al Buddha   Tonyo Drupa per milioni di anni e che questi l’abbia istruita. In seguito, avvicinata da dei monaci, si sentì dire che avrebbe dovuto mirare a una rinascita come maschio, per poi raggiunge l’illuminazione. Ella prontamente ribatté che l’essere di sesso femminile era una barriera per raggiungere l’illuminazione solo per gli ottusi che ancora illuminati non erano. Prese quindi la decisione di rinascere come bodhisattva femminile fino a che il Saṃsāra non si fosse svuotato. Dopo decine di milioni di anni di meditazione Yeshe Dawa manifestò la sua illuminazione suprema come Tārā.Riguardo a questa storia così si espresse il XIV Dalai Lama: “C’è un vero movimento femminista nel buddismo che è collegato alla deità Tārā. Perseguendo la sua educazione alla bodhicitta, ovvero la motivazione del bodhisattva, lei pose lo sguardo su quanti si sforzavano di conseguire il pieno risveglio, e si rese conto che erano troppo pochi quanti raggiungevano la buddhità come donne. Così fece un voto: “Io in quanto donna ho sviluppato la bodhicitta. Per tutte le mie vite lungo il percorso faccio il voto di rinascere donna e, nella mia ultima vita quando conseguirò la buddhità, anche allora sarò una donna.” Questo è vero femminismo.”

Perché mi è venuta in mente Tara di fronte alle recenti storie di bambine uccise?

Perché Tara, e in particolare Tara bianca, accompagna le bambine morte perché non abbiano paura nel loro viaggio verso altre reincarnazioni. Le  storie di bambine uccise sono talmente tante che quelle ricordate sono solo piccoli esempi delle tante bambine (e bambini) che non potranno mai diventare adolescenti ed adulti.  Sicuramente Tara farà loro coraggio nell’attraversare i mondi lontani. Noi, su questa terra, dovremmo cercare di fermare  queste uccisioni.

 

 

 

1.  Saffie Rose di 8 anni uccisa nell’attentato terroristico a Manchester:

Saffie Rose Roussos. Della bimba di 8 anni si erano perse le tracce ed era stata indicata in un primo momento nella lista dei «dispersi» dell’attentato di Manchester. Era andata al concerto con mamma e sorella maggiore: loro sono finite in due ospedali diversi ma della piccola Saffie Rose si erano perse le tracce. La piccola, originaria di Leyland, nel Lancashire, è stata identificata fra le persone uccise, hanno riferito le autorità locali.

 

2. Nigeria: bambina kamikaze: 1o morti al mercato

24 giugno 2015 ABUJA – Dieci persone sono morte ieri e altre 30 sono rimaste ferite per l’esplosione in Nigeria nordorientale di una bomba azionata da un’attentatrice suicida di soli 12 anni. L’ha riferito un familiare di uno dei feriti e un operatore sanitario. L’esplosione ha avuto luogo alle 11 del mattino al mercato settimanale di Wagir, nel quartiere di Gujba del capoluogo regionale dello stato di Yobe, Damatru. “E’ stato un attentato suicida di una bambina di circa 12 anni”, ha detto Hussaini Aisami, che ha avuto un parente tra i feriti. “E’ venuta al mercato – ha aggiunto – ed è andata diritta alla sezione del grano. Ha azionato l’esplosivo in mezzo ai venditori e ai clienti”.

L’attentato potrebbe essere stato compiuto dai jihadisti di Boko Haram, che in passato hanno utilizzato giovani donne e ragazzine come bombe umane e usualmente attaccano obiettivi civili come i mercati. Lunedì una ragazza di circa 17 anni ha ucciso almeno 20 persone al mercato del pesce di Maiduguri. Una ragazza della stessa età è rimasta uccisa sulla stessa scena, quando si è fatta saltare in aria senza provocare altre vittime. Analisti di sicurezza che stanno studiandoil fenomeno hanno suggerito che gli esplosivi portati dalle ragazze potrebbero essere controllati a distanza.

Negli ultimi giorni Boko Haram ha sferrato attacchi a due villaggi dei distretti di Niu e Hawul dello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria. Le vittime sono almeno 42.

3. India: Bambina di sette anni violentata e sgozzata mentre partecipava a un matrimonio  e bambina di sette anni uccisa per sacrificio umano.

Notizia diffusa il 12 febbraio 2015 :  Una bambina di sette anni è stata rapita, violentata e sgozzata nello Stato indiano di Maharashtra mentre domenica partecipava ai festeggiamenti per il matrimonio di un parente. Lo riferisce Ndtv. La bimba, affetta da disturbi visivi, aveva insistito per potersi recare con il padre nel Kumar Resort di Lonavala dove era prevista la festa di una sua cugina più grande. Nel pomeriggio di domenica la piccola si è allontanata per prendere del cibo e non è più tornata. Il suo corpo è stato ritrovato sul tetto del resort. Notizia diffusa il 7 marzo 2017: Due uomini sono stati arrestati in India con l’accusa di aver rapito e massacrato una bambina di 7 anni. Teatro della barbarie è la provincia di Bijapur nello stato di Chattiisgarh. La bimba, L.T., era scomparsa ad ottobre. Secondo la ricostruzione dei fatti stava tornando a casa dopo aver guardato la tv a casa di un vicino quando è stata rapita. I suoi resti smembrati sono stati trovati una settimana dopo, come ha dichiarato Rajendra Narayan Das, ufficiale di polizia del distretto di Bijapur, nello stato di Chattisgarh, dove si verificano ancora casi di sacrifici umani. I due contadini accusati dell’omicidio hanno confessato e spiegato di aver dato in dono il fegato agli dei per propiziare il raccolto. Gli agricoltori sono stati descritti dalle autorità come «membri di tribù», termine usato in riferimento agli abitanti indigeni della regione. I due ora rischiano l’ergastolo.


 

4. Attentato in un scuola a Peshawar, Pakistan : 25 morti, 15 sono bambine. 

Notizia diffusa il 16 dicembre 2014 ISLAMABAD Colpire i più piccoli, per vendicare il dolore con il dolore. È questa la folle idea che ha spinto i talebani della sigla Ttp (Tehreek-e-Taliban Pakistan) a scegliere come obiettivo dell’attacco di oggi a Peshawar, in Pakistan, una scuola pubblica frequentata da alunni tra 6 e 16 anni, figli di membri dell’esercito.Il bilancio è di 141 vittime, di cui più di 130 studenti: “Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore”, ha detto il portavoce dei talebani pachistani, Mohammed Umar Khorasani, rivendicando l’attacco . Emergono dettagli raccapriccianti sulla strage. Secondo quanto raccontato da una fonte dell’esercito alla tv americana Nbc, i terroristi avrebbero dato fuco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva. “Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il corpo e gli hanno dato fuoco”, avrebbe raccontato un testimone. A scatenare l’attacco è stata la vendetta per l’operazione lanciata dall’esercito pakistano contro i miliziani nel Nord Waziristan e nella Khyber agency. ”I Ttp – ha detto Khorasani – hanno compiuto questo gesto estremo per vendetta. Colpiremo ogni istituzione collegata all’esercito fino a quando fermeranno le loro operazioni e gli omicidi extra giudiziari dei nostri detenuti. I nostri detenuti vengono uccisi e i loro corpi gettati per le strade – sostiene Khorasani – abbiamo detto ai nostri uomini di non colpire i bambini piccoli anche se sono figli di militari o di leader civili”.
L’operazione dell’esercito a cui il portavoce dei Talebani fa riferimento è quella denominata ‘Zarb-e-Azb’ slanciata il 15 giugno dalle forze della sicurezza pakistana contro i Talebani e i miliziani della rete Haqqani nel Nord Waziristan a seguito di un attacco all’aeroporto di Karachi. L’offensiva ha costretto oltre 800mila civili ad abbandonare le proprie case, mentre l’esercito ritiene di aver liberato il 90% della regione tribale dai militanti.

 

5. Dalia 13 anni uccisa da un tumore a Casalnuovo nel napoletano  per avvelenamento delle terre dei fuochi

Parla la madre Tina: Dalia  il 31 ottobre 2012 andava via per sempre stroncata da un maledetto linfoma non-Hodgkin.  Sono  anni ormai  che io con altre mamme e tante persone comuni come voi gridiamo l’assurdità di queste morti che nella nostra terra sono ormai un aberrante routine. Tra le cause del cancro leggo da Wikipedia “cause ambientali occupano un posto importante come l’esposizione a radiazioni o a certe sostanze chimiche”. Dalia viveva a Casalnuovo, “terra dei fuochi”. Nella nostra terra da oltre un ventennio sono confluiti materiali di scarti industriali di ogni tipo, discariche abusive e pseudo legalizzate il cui percolato risulta da tempo inclassificabile e indisturbato si insinua nelle falde.

 

 

 

 

 

Category: Culture e Religioni, Donne, lavoro, femminismi, Guerre, torture, attentati, Osservatorio Tibet

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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