Riccardo Petrella: I cantieri di costruzione dell’ “Altra Europa”

| 6 Aprile 2014 | Comments (0)

 

 

Riceviamo questo testo scritto il 5 aprile 2014 da Riccardo Petrella Candidato per la Lista per Tsipras per la Circoscrizione Nord-Est. Riccardo Petrella sarà a Bologna Giovedì 10 aprile 2014 alle ore 21 a La Scuderia, Piazza Verdi 2, Bologna per l’iniziativa organizzata dalla Lista per Tsipras “Barometro Europa. Nell’ambiente ci giochiamo il futuro”.

 

 

Riprendiamoci la speranza. Riprendiamoci il futuro.

I popoli amerindiani dicono “abbiamo inventato il bem vivir perche siamo stanchi di mal morir”. Noi abbiamo inventato l’Altra Euroopa perché non vogliamo più subire ed essere schiacciati dalla Mala Europa.

 

In nome di, con e per i cittadini e le comunità

L’Unione europea (UE) è oggi costruita e governata “in nome di, con, e per il denaro e la finanza privata”. I risultati disastrosi per i cittadini e le comunità sono evidenti. Le inuguaglianze sociali e territoriali sono scoppiate: secondo l’Eurostat, nel 2013 si registrano 120 milioni di europei “ a rischio di povertà” su 509 milioni di abitanti dell’UE. Le donne, gli anziani ed i bambini sono fra i più penalizzati. L’ingiustizia trionfa: le illegalità, gli abusi dei potenti, le esclusioni, il rigetto degli altri, dei differenti, sono fenomeni sempre più diffusi. Il furto della vita e del futuro impera impunito: saccheggio del territorio, l’attuale generazione di giovani senza lavoro né prospettive di lavoro è considerata “generazione sacrificata” (sic! Sull’altare di quale dio?). La democrazia, non è più sovrana, i poteri pubblici avendo consegnato alle oligarchie multinazionali finanziarie e mercantili la sovranità politica “nazionale” in tutti i campi senza però avere edificato nuove sovranità democratiche,condivise, a livelli sovranazionali, in particolare europeo. La sovranità dei cittadini è stata ridotta a pura forma.

Dal 1997 , l’Europa non é più una “Comunità europea”, ma è stata ridotta ad una ”Unione di Stati” e trasformata in una grande macchina di produzione di potenza e di ricchezza nell’interesse dei gruppi sociali e dei soggetti “ territoriali” più forti, i famosi “stakeholders”, “portatori d’interesse”. In tutti i meccanismi di potere dell’UE il ruolo decisionale attribuito agli stakedholders è predominante. Si veda la politica europea dell’acqua, della salute, dell’innovazione. Essi hanno sostituito i cittadini.

Secondo i “nuovi Signori dell’Europa” non c’è alternativa possibile alla loro Europa. Solo arroganza e falsità. La loro Europa, l’Europa attuale, non è il futuro né necessario, né auspicabile, né inevitabile per i 509 milioni di abitanti di cittadini europei. I giovani e tantissimi adulti non sono interessati a questa Europa. Un’Altra Europa è possibile. I Come il passato anche recente del nostro continente lo dimostra, ciò che i gruppi dominanti dichiarano impossibile è realizzabile.

Noi cittadini non vogliamo subire l’Europa. I futuri parlamentari europei sono titolati legittimamente a rappresentare l’Europa in quanto agiranno “in nome di, con e per i cittadini e le comunità” (e non solo del nostro continente). Il nostro obiettivo è cambiare radicalmente l’Europa attuale per costruire un’Altra Europa.

Come? Quali cantieri di costruzione di un’Altra Europa proponiamo di attivare e promuovere?

 

I due principali cantieri dell’Altra Europa

 

Il primo cantiere è alla base di tutto.

 

1. VIVERE E LAVORARE INSIEME PER LA PROSPERITA’ DI TUTTI, NELLA GIUSTIZIA E LA GIOIA DI PARTECIPARE ALLE DECISIONI PUBBLICHE

Quasi l’80% della legislazione introdotta negli Stati dell’Unione europea proviene da direttive approvate a livello europeo. Eppure, l’Europa attuale non ha creato la coscienza che 500 milioni di Europei vivono e lavorano insieme nell’interesse comune. Anzi, l’Europa è percepita come un attore esterno, aggressivo, sotto il dominio degli Stati più forti e dei gruppi economici più potenti. Dopo più di mezzo secolo d’ “integrazione economica” (mercato unico, “moneta comune”….) l’Europa è “fratturata” da vecchie e nuove divisioni:

La divisione tra i ceti sociali ricchi e quelli poveri, i primi sempre più ricchi, i secondi sempre più numerosi ed impoveriti. Essa attraversa gli Stati, le regioni, le città, le campagne, ed è strettamente legata alla grande disoccupazione che macera decine di milioni di giovani, di adulti e di famiglie. Risultato delle logiche predatrici del sistema produttivo e finanziario attuale, l’impoverimento è altresì il prodotto di scelte elitiste ed ingiuste di un sistema politico-istituzionale europeo tecnocratico ed autoritario. Costruire “più Europa giusta” eliminando l’ Europa ingiusta ed ineguale che impoverisce 120 milioni di europei è il problema n° 1 delle attuali elezioni europee.

La divisione tra l’Europa dei paesi potenti che decidono (esempio la Germania) con l’appoggio dei poteri forti occidentali” (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, mercati finanziari, grandi gruppi economici privati sovranazionali dell’occidente) e quella dei “piccoli” paesi, marginali (caso dell’Irlanda obbligata a ri-votare perché non aveva votato “bene”). Costruire “più Europa democratica”, nella quale la sovranità appartiene ai cittadini non solo sulla carta” è il corollario necessario di “più Europa giusta”.

La divisione tra l’Europa dell’Unione europea (frammentata, a sua volta, tra “Euroland” e Stati “non Euro”, l’Europa della zona Schengen e quelli “non Schengen”, l’Europa del “patto sociale” e quelli non aderenti), l’Europa della Banca Centrale Europea, istituzione politicamente indipendente dalle istituzioni dell’UE, l’Europa militare inquadrata nella e dalla NATO, l’Europa del Consiglio d’Europa (inclusiva dell’Ucraina e della Bilorussia), per non parlare dell’Unione per il Mediterraneo”. ‘Più Europa unita nella fraternità” costituisce l’indispensabile baluardo contro i cinismi corporativisti delle oligarchie che giocano sui “sentimenti nazionali” per conservare i loro privilegi in barba ai popoli.

Assumere il controllo del divenire dell’Europa. da parte dei cittadini e delle comunità su basi democratiche è l’imperativo immediato. A tal fine, proponiamo una priorità e tre strumenti di attivazione del cambiamento.

 

La priorità. Un nuovo Patto politico-sociale europeo.

Obiettivo: Sradicare i fattori strutturali dell’impoverimento in Europa e delle ineguaglianze promosse dalle scelte erronee ed ingiuste dell’UE, nei tempi e secondo le modalità definite in un Piano di ricostruzione sociale, economica e politica dell’Europa.

Questo Piano, basato non solo su un programma di investimenti finanziari di 200 a 250 miliardi annui per 10 anni, implica delle modificazioni radicali:

a) del patto di stabilità, già da Prodi e da altri dirigenti europei definito un patto stupido, nel senso dell’abbandono dei suoi postulati fondatori e obiettivi;

b) del patto di bilancio europeo (detto “Fiscal Compact”) che polverizza la sovranità politica degli Stati dell’UE che lo hanno sottoscritto, nel senso della sua abolizione ed in direzione di un bilancio federale europeo;

c) della grande mistificazione creata attorno al debito pubblico, “denunciato” come la causa principale della crisi economica e finanziaria attuale ed in particolare dell’euro. La causa principale reale risiede invece nella sragionevolezza, nell’instabilità strutturale interna e nella miopia becera della finanza globale attuale. Pertanto, proponiamo di ri-inventare una politica “comunitaria” attiva dell’indebitamento pubblico grazie al suo azzeramento ed alla riconversione solidale europea delle risorse finanziarie verso investimenti pubblici per la ri-costruzione ecologica ed eco-sociale dell’economia europea (vedi il Piano sopra menzionato). Strettamente legato a detta strategia è un grande cammino di costruzione della pace grazie alla riconversione delle spese militari per promuovere una sicurezza europea collettiva sostenibile civile;

d) delle sette priorità della “Strategia Europa 2020” definite in funzione degli interessi dei poteri forti europei e che hanno ridotto l’Unione Europea ad una grande macchina mossa dall’imperativo dell’efficienza in termini di rendimenti finanziari.

 

Tre strumenti.

Riformare lo statuto ed il ruolo della Banca Centrale Europea eliminandone l’indipendenza politica nel quadro di una revisione dell’assetto politico-istituzionale attuale dell’UE mirante a promuovere una forte svolta in direzione federale degli “Stati Uniti d’Europa”. Non dobbiamo temere di parlare di USE (“United States of Europe”) ispirati dai principi di uguaglianza, fraternità, giustizia sociale e democrazia reale.

Solo delle istituzioni pubbliche europee forti, rappresentative e partecipate, possono essere alla guida del sistema politico europeo, ivi compresa la politica monetaria, finanziaria ed economica.

Creazione del Consiglio Europeo di Sicurezza dei Beni Comuni, unificando gli attuali Comitato Economico e Sociale Europeo e il Comitato Europeo delle Regioni (organi puramente consultivi, poco e mal valorizzati dal Consiglio dei Ministri dell’UE, dalla Commissione e dal Parlamento europeo) in una istituzione dotata anche di poteri decisionali, responsabile della salvaguardia e della promozione del buono stato dei beni comuni europei.

-Rafforzamento ed integrazione dei vari strumenti e programmi che hanno dimostrato di essere di grande valore non solo simbolico ma anche pratico per “creare l’Europa della gente” nel campo dell’educazione (Erasmus…), della mobilità dei giovani operai, agricoltori, dei movimenti migratori e delle attività culturali in generale. “L’Europa della gente” esiste ma è stata balcanizzata e svilita dall’Europadell’efficienza e del rendimento finanziario.

 

Il secondo cantiere è strategicamente determinante per la riappropriazione del futuro dell’Europa da parte dei cittadini .

 

2 COSTRUIRE LA COMUNITA’ DELL’EUROPA FONDATA SUI DIRITTIE SUI BENI COMUNI PUBBLICI

La grande “questione sociale” è da tempo rappresentata dalla realizzazione di un giusto equilibrio tra la garanzia e la protezione dei diritti di esistenza e di vita decente per tutti e la produzione distribuzione ed uso sostenibile della “ricchezza” (prosperità) creata e disponibile. Nell’Europa attuale centrata sul primato della crescita della ricchezza finanziaria privata (capitalizzazione borsistica) e delle regole del mercato, i diritti sono praticamente scomparsi, e la ricchezza predatrice finanziaria é diventata fonte di inuguaglianze e di ingiustizie sempre più gravi. Nel mercato e nel mondo della finanza non ci sono diritti. Quel che conta è il potere d’accaparramento individuale e corporativista della ricchezza prodotta a scapito della maggioranza degli abitanti della Terra, con dilapidazione dei beni della Natura.

I diritti possono essere garantiti con giustizia quando i beni ed i servizi essenziali ed insostituibili per la vita ed il vivere insieme sono sotto la responsabilità ed il governo diretto dei poteri pubblici e dei cittadini. Se la gestione dei servizi idrici o di una rete di ospedali è affidata ad imprese quotate in Borsa non ci si può attendere che l’accesso a detti beni e servizi sia assicurato come un diritto umano individuale e collettivo. L’accesso è condizionato al pagamento di una fattura che consenta ai produttori dei beni e dei servizi di coprire i costi e ottenere il profitto più elevato possibile per il capitale investito. Nel caso dell’acqua, della salute e della casa, se i cittadini non pagano le fatture corrispondenti in quanto “consumatori” e “clienti”, prima o poi sono esclusi dal loro accesso. In realtà, la maggioranza dei cittadini deve oggi “spendere” più della metà del loro reddito mensile per  il pagamento dell’affitto di un appartamento o indebitarsi per 15-20 per ‘comprare” una casa. L’accesso all’acqua rappresenta oramai per le famiglie a basso reddito il 6% delle spese mensili senza contare i costi elevati per gli alti livelli di consumo d’acqua minerale in bottiglia (del tutto ingiustificati). Che differenza c’è allora tra l’accesso all’acqua per la vita e l’accesso all’automobile? In entrambi i casi v’è l’obbligo di pagare un prezzo di mercato. Il diritto, invece, significa che la copertura dei costi è della responsabilità collettiva (via la fiscalità) e che il governo del bene e dei servizi è assicurato dai poteri pubblici in nome di, con e per i cittadini su basi comunitarie locali.

La concretizzazione dei diritti implica, inoltre, la subordinazione della produzione e dell’uso della ricchezza al principio del rispetto dell’integrità della vita e della sobrietà dei modi di vita.

L’equilibrio tra diritti e ricchezza passa, pertanto, attraverso la fiscalità progressiva redistributiva, il governo sostenibile delle risorse naturali della Terra e la democrazia partecipata.

Per questo, proponiamo una priorità e quattro strumenti.

 

-La priorità. Definire e realizzare “L’agenda europea 2015-2025 centrata su sei diritti chiave : alloggio/casa, acqua, alimentazione, salute, lavoro, educazione”. L’obiettivo : eliminare i fattori strutturali che impediscono di concretizzare l’uguaglianza di base tra tutti gli Europei rispetto a detti diritti.

L’agenda dei diritti” è in stretta correlazione e coerenza con il “Piano di ricostruzione sociale, economica e politica dell’Europa” su cui è centrato il primo cantiere.

 

Quattro gli strumenti da promuovere:

-La ripubblicizzazione della proprietà, del governo (finanziamento incluso) e del controllo dell’acqua (e dei servizi idrici), dei semi e del vivente (e dei servizi agroalimentari e della salute), del suolo urbano, della conoscenza e della ricerca d’importanza strategica per la vita ed il vivere insieme, dell’educazione.

A tal fine, proponiamo di modificare:

– i principi ispiratori mercantili e privatizzatori della Direttiva quadro sull’Acqua del 2000 e le scelte proposte dalla Commissione Europea nel novembre 2012 nel suo “Piano di salvaguardia delle risorse idriche d’Europa”;

– la Direttiva 98/44 CE sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche (ingegneria genetica)

– le strategie e orientamenti della Commissione Europea sul suolo. Comunicazione 2014-2015, e di mantenere il rigetto operato dal Parlamento Europeo il 13 marzo 2014 della Proposta di Direttiva Europea Com (2013) sul materiale riproduttivo vegetale, il cosiddetto “Regolamento sulle sementi” (in attesa della reazione del Consiglio dei Ministri dell’UE in materia);

 

la ri-invenzione della finanza pubblica a partire dalla ripubblicizzazione (statuale e non statuale) delle istituzioni finanziarie di deposito e risparmio (assicurazioni, CDP, casse di risparmio, credito comunale…) e d’investimento, e rafforzamento dei sistemi pubblici, trasparenti, di valutazione e di controllo. Per cui, interdizione ai fondi d’investimento detti hedge funds, agli operatori di prodotti derivati ed alle imprese quotate in Borsa, d’intervenire nel settore dei beni e servizi relativi, in particolare, ai sei diritti chiave, e impossibilità per le società finanziare private di rating di ”redigere la tabella dell’economia” e di giudicare Stati, ed operatori pubblici, assegnando tali compiti ad organismi pubblici quali la Corte dei Conti con poteri sanzionatori. Tassare le transazioni finanziare speculative è importante (come si tassano i medicinali od i prodotti tossici) ma non è sufficiente per quanto riguarda le transazioni sui beni e servizi essenziali ed insostituibili per la vita. In questo caso, le transazioni devono essere interdette. Lo stesso vale per i paradisi fiscali che devono essere messi fuorilegge;

-l’adozione, come parte integrante di un sistema generale di protezione e di sicurezza sociale, di un reddito reale sociale di esistenza e di cittadinanza (RESCI) composto, in parte, da un reddito non monetario sotto forma di accesso a beni e servizi comuni pubblici (dissociato dal lavoro retribuito) ed, in parte, da un reddito monetario da lavoro garantito minimo ed un massimo possibile di remunerazione di reddito da lavoro e da capitale;

-l’occupazione garantita per i giovani tra i 18 ed i 30 anni. Una società che non consente a intere generazioni di giovani di vivere l’esperienza di cittadinanza e dell’autonomia di esistenza, è condannata a dissolversi nella violenza.

Altri cantieri sono importanti e determinanti sempre nel quadro del programma della lista Tsipras.

Quelli menzionati sono per me prioritari per un cammino il cui obiettivo è di giungere a costruire un’Altra Europa “in nome di, con e per i cittadini e le comunità”.

 

Su queste tematiche rinviamo alle rubriche di www.inchiestaonline.it “Dichiariamo illegale la povertà” e “Elezioni europee 2014”

 

 

 

 

Category: Dichiariamo illegale la povertà, Elezioni europee 2014, Osservatorio Europa

About Riccardo Petrella: Riccardo Petrella .Presidente dell'Istituto Europeo di Ricerca sulla Politica dell'Acqua a Bruxelles, è professore emerito dell'Università Cattolica di Lovanio (Belgio) dove ha insegnato "mondializzazione". E' promotore dell'Università del Bene Comune a Verona con la quale ha lanciato nel 2012 in Italia insieme a numerose organizzazioni l'iniziativa internazionale "Dichiariamo illegale la povertà - Banning poverty 2018". E' considerato il pioniere dell'acqua pubblica in Europa da cui è nato il movimento dell'Acqua Bene Comune in Italia. Fra i principali esponenti dell'altermondialismo ha creato nel 1991 il Gruppo di Lisbona, il cui rapporto "Limiti alla competitività" è stato tradotto in 12 lingue. Ha insegnato Ecologia umana all'Accademia di Architettura a Mendrisio (Svizzera). Attualmente sta coordinando la campagna "Dichiariamo illegale la povertà", alla quale la rivista «Inchiesta» aderisce attivamente ed è candidato per la Circoscrizione Nord Est per la Lista Un altra Europa per Tsipras.

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