Luisa Marchini
Luisa Marchini a Vittorio Capecchi: Laurea in Scienze Politiche, abilitazione all’insegnamento di storia e Filosofia, cattedra. Trascorsi sei o sette anni, ero già stufa. Risalgono a quell’epoca gli studi più fervidi di diritto Costituzionale e Parlamentare. Allora Zaghrebelsky era un biondino esile, che mi appariva attraente, mentre Rodotà è rimasto identico, solo un po’ imbiancato e rinsecchito. Poi la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, il divertimento di ritornare nei banchi e il passaggio per la Ragioneria Generale dello Stato. A quel tempo, risale il mio primo libro, uscito per i tipi de il Mulino, in cui la storia della programmazione economica viene raccontata attraverso una raccolta di interviste a confronto. All’ennesima risposta negativa alla richiesta di Andreatta, Ministro del Tesoro del tempo, di distaccarmi nel suo Gabinetto, data dal Ragioniere Generale con l’estrema motivazione “Perché ho i miei disegni su di lei” scattano le mie dimissioni irrevocabili. Di qui il passaggio al Senato, dove vengo assunta dal Gruppo repubblicano, al titolo altisonante (e forse un po’ ridicolo) di consulente giuridico-economica, nella realtà venendo impiegata in via primaria come gosth-writer. Anche lì, attraverso due o tre legislature e me ne vado per un’alzata d’ingegno, dopo sei o sette anni. Prima, durante e dopo ci sono le collaborazioni di varia natura, di tipo giornalistico e non: recensioni, articoli e interviste. Intanto, si era iniziato il mio periodo new-age, con incursioni nella psicoanalisi, nell’I King, nell’astrologia e persino nei tarocchi, inframezzati dalla passione di sempre per la letteratura. Il mio secondo libro mi è stato commissionato dalla SIRTI ed è una storia delle telecomunicazioni, dalle origini dell’elettrologia alla radio: è stata l’impresa più divertente della mia vita, perché partivo proprio da zero, da quel nulla che restava dagli studi liceali. Mi dispiace solo che sia divenuto solo una strenna per industriali, banchieri e docenti universitari: mi sarebbe piaciuto vederlo piuttosto tra le mani di studenti perché per loro lo avevo scritto. Dal mio approdo a Bologna nel 1996, ho organizzato alcune centinaia eventi di varia cultura, tra cui alcune “sceneggiate” (adattamenti in scena di accadimenti storici, affidati alla lettura da parte di personaggi cittadini), a capo di un paio di associazioni e in collaborazione prima con la Provincia e adesso, stabilmente con la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio. L’ultimo è stato ieri, a chiusura della stagione de La Società di Lettura: il dibattito, da me coordinato, sul libro di una sinologa dell’Università di Bologna, intorno ad un antico manoscritto di epoca pre-imperiale. Della stretta collaborazione con Baldini già sai. Tutti i volantini della campagna contro la riforma Berlusconi e i documenti successivi li abbiamo scritti assieme. Però, le cartoline sono proprio mie: Sandro guardava ai miei sforzi per inventarmi nuovi gadget con una certa irrisione. Ma infine dovette riconoscere che ci avevano permesso di autofinanziarci, per quel poco che ci serviva, lasciandoci persino un piccolo attivo usato poi per affittare sale e stampare inviti alle varie conferenze e presentazioni di libri, ai seminari di tutti questi anni.
Che altro dirti? Ci sono i due romanzi, ora in carico all’Agenzia Zevi, che mi rappresenta.