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Gabriele Polo
Gabriele Polo (San Canzian d'Isonzo, 1957) è un giornalista italiano, è stato direttore del quotidiano il manifesto dal 2003 al giugno 2009, diventandone poi direttore editoriale, oltre che commentatore e inviato. In gioventù è militante di Lotta Continua e poi tra i promotori nei primi anni '80 del gruppo Lotta Continua per il Comunismo. Inizia la sua collaborazione al manifesto nel 1988 di cui è stato direttore dal 2003 al giugno 2009- Attualmente dirige il giornale on line I mec. Tra i suoi ultimi libri: , Il mestiere di sopravvivere, Editori Riuniti, 2000 , Diciottesimo parallelo, la ripresa del conflitto sociale in Italia, Manifestolibri, 2002;
Ritorno di Fiom. Gli operai, la democrazia e un sindacato particolare, Manifestolibri, 2011.
16. Bergamo, una crisi in fase esistenziale Mario Soggiu è morto il 15 luglio 2009. Cadendo da un pianerottolo senza parapetto, al termine di una scala buia che l’aveva portato al quinto piano della torre numero tre. Aveva 56 anni, era al primo giorno di lavoro da operaio tubista nel costruendo […]
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15. Bergamo, l’ospedale in ammollo Il nuovo policlinico di Bergamo è pronto da quasi due anni. Non riescono ancora a inaugurarlo oerchè è stato costruito su una palude. Le infiltrazioni d’acqua hanno già logorato una struttura costata quasi il doppio del previsto. Un simbolo della sanità made in Formigoni CL […]
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14. Como, la riconversione dello spallone A Come c’è una sola “industria” che non conosce crisi. Quella del trasporto illegale di denaro e oro. Un centinaio di professionisti che vengono contattati dalle banche italiane per soddisfare i clienti che vogliono portare in svizzera il frutto della economia sommersa. «Passiamo di […]
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13. Torino, la vita ai tempi del debito Tagli, esternalizzazioni, vendita delle società partecipate, fuori dal Patto di stabilità, si spende più in interessi che per i servizi. Fassino assicura: “Torino sta reagendo” ma il collasso della spesa pubblica provoca fallimenti e disoccupazione. Il rilancio post-Fiat resta un sogno: l’assurdo […]
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12. Torino, Mirafiori, il gigante senz’auto né parte I tre milioni di metri quadri della più grande fabbrica europea sono ormai quasi abbandonati. Tanta Cig e poco lavoro, mentre la città guarda altrove. Dopo l’estate ripartirà una sola linea, a singhiozzo. Anche tra i dirigenti crescono i dubbi su Fabbrica Italia. […]
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11. Torino, la ricetta di Eataly per risorgere: l’ affare è in tavola Un gianduiotto grande come una pressa. O un gianduiotto a forma di pressa. In via Nizza 230 si rischia il «delirio» nel mix di passato e presente, tra industria pesante e consumo leggero. Da un parte il colosso […]
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10. Torino nella crisi dei trent’anni Renato C. osserva le «offertissime» del giorno. Al supermercato Lidl di via Carlo Alberto oggi si va da un euro al chilo per i pomodori a 99 centesimi per 250 grammi di tortelloni ripieni. Niente male anche il chilo di spaghetti a 65 cent: «I tuoi […]
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9. Padova, cemento, asfalto e sporchi schei La manifattura non «tira» più: oggi i miracoli a Nord-est si fanno con la rendita e le grandi opere. Tra speculazioni, distruzione del territorio, corruzione politica e la Camorra che si fa impresa Nemmeno sant’Antonio fa più miracoli e non salva dalla crisi la sua […]
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8. Mira (Padova), la stalingrado d’Italia si è svegliata “grillina” Mira era considerata la Stalingrado veneta, culla della classe operaia MiraLanza – quella di calimero «piccolo e nero» e dell’olandesina candida-candida – diventata inglese nell’89 (gruppo Reckitt) e oggi semi-dismessa a suon di esuberi. Il 27 maggio scorso «Mira la rossa» si […]
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7. Agordo (Belluno), il re degli occhiali e la sua Valle Inchiesta sul mondo del lavoro e la società all’epoca della grande recessione. Il distretto dell’occhialeria bellunese non c’è più. Luxottica. In principio c’era il distretto, poi venne Luxottica e se l’é mangiato con le griffe, la “fabbrica verticale” e il controllo […]
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