Una poesia perché non cada il silenzio sulle vittime del terremoto
TERRORE E TREMORE
Terrore. Sì
non si trova una parola
che sia peggiore
con la grave aggiunta
del tremore oscillante
che passa ogni fibra
di un vascello in balia
che noi siamo
nel fracasso della terra
che urta la crosta
su cui poggiamo.
Traballano come foto sfuocate
le case chiese campanili
i vecchi fienili devastati
le crepe si allargano
tra le mura del nervi
dentro di noi andando
il pensiero diretto a quelli
che più non hanno
che il cielo come tetto.
Secoli di storia
decenni di vita attiva
e produttiva
finiti nella polvere
un attimo eterno
di prometeica nullità
no
non possiamo cedere
all’irruzione bruta della vanità
il silenzio non cada
sulle vite martoriate
sulle morti
che non dovevano esserci
in un’Italia settima
o ottava tra le potenze
industriali del globo
questa la rabbia
del resto taci
musa inquieta vedendo
l’arte ridotta a sabbia
come spente braci
Category: Ambiente, Arte e Poesia