Riccardo Petrella: La svolta? Gli abitanti della terra la vogliono

| 14 Marzo 2019 | Comments (0)

 

 

Riccardo Petrella ha curato il Rapporto conclusivo  La carta degli abitanti della terra. Verso un patto dell’umanità e  l’iniziativa Carta d’Identità mondiale – abitante della terra (CIM) a cura di AGORA degli abitanti della terra. Il 14 marzo Riccardo Petrella ci ha inviato il documento che riproduciamo accompagnato da questa lettera:

Ci aspettiamo a Bruxelles oggi pomeriggio, una “eccezionale” partecipazione pubblica alla marcia dello sciopero mondiale degi studenti per il clima. Piove ! Ma, Belgi siamo (vivo a Bruxelles dal 1975) abituati ! Immagino che aBologna, Verona , Reggio Calabria c’è il sole….

L’8 marzo abbiamo creato a Roma l’Associazione mondiale (onlus) “L ‘Audacia nel nome dell’umanità. L’Agora degli Abitanti della Terra” a seguito dell’Agorà dgli Abitanti della Terra tenutasi a Sezano/Verona dal 13 al 16 dicembre 2018.

Come primo atto pubblico, abbiamo diffuso a partire da ieri sera una nota di reflessione sull’attuale primaverile ondata di mobilitazione mondiale degli abitanti della terra.

 

LA SVOLTA ? GLI ABITANTI DELLA TERRA LA VOGLIONO

a cura dell’Associazione mondiale “L’audacia nel nome dell’umanità.L’ Agorà degli Abitanti della Terra”

14 marzo 2019

Il mondo sta andando alla deriva. Tutti ne convengono salvo coloro che credono che la tecno-rivoluzione – quella del web, della realtà virtuale, della smart-economia, dell’economia circolare, delle smart-cities, dei droni, dei “robots in tutti i campi” ( specie quello militare) e della “nuova” bioagricultura – ci permetterà di fare la transizione verso un altro mondo, un’altra economia, salvandoci cosi dalla catastrofe planetaria dei cataclismi ambientali provocati dall’aumento del riscaldamento dell’atmosfera terrestre.

I dominanti non vogliono (perché non possono) cambiare il divenire.

Effettivamente, Il problema n°1 rispetto al “grande cambio climatico” sta nel fatto che i gruppi dominanti (clima-scettici o no) non sono disposti ad intervenire sul sistema economico e sociale, su cui sono basate la loro potenza e la loro ricchezza, per effettuare i mutamenti radicali necessari per mantenere al disotto di 2 C°, da qui al 2030, l’aumento del riscaldamento del nostro Pianeta. Ne parlano dal lontano 1972 (Club di Roma, Conferenza di Stoccolma sull’ambiente….). Dal 1993, come ONU, hanno organizzato 25 conferenze mondiali dai 30 ai 60.000 partecipanti ufficiali le cui analisi e allerte sono diventate negli ultimi 15 anni sempre più allarmanti.

Ma hanno fatto ben poco sul piano delle soluzioni, sia a livello mondiale (la sicurezza e la sovranità nazionali hanno stravinto sul resto) che sul piano dei contenuti delle politiche adottate (gli interessi settoriali dei grandi gruppi economici privati mondiali hanno sterilizzato ogni soluzione reale radicale da loro considerata una velleità inutile ed impraticabile).

La piazza globale, gli scioperi mondiali

Ed è qui che intervengono gli Abitanti della Terra, in particolare le donne, i giovani e i dannati odierni della Terra (migranti alla ricerca di un luogo da vivere in dignità e speranza, impoveriti desiderosi di vivere restando nelle loro comunità locali anche perché messi in condizione di non poter pensare ad altri orizzonti o “sognare”).

Da tre/quattro anni si sono intensificate e rafforzate le manifestazioni di massa nazionali ed internazionali, le marce simultanee in numerosi paesi del mondo, gli scioperi continentali/mondiali. La maggioranza delle manifestazioni, specie nei paesi del “Nord” del mondo, ha come tema principale la questione del cambio climatico e, da poco, la questione del cambio climatico e della giustizia sociale, essendo diventata sempre più evidente nella coscienza della gente la centralità degli stretti legami tra mutamento climatico-ambientale e giustizia sociale locale e mondiale. La concretizzazione dei diritti di e della vita per tutti gli Abtanti della Terra è il nocciolo duro. Un secondo grande tema è quello della pace, della non violenza, dell’antirazzismo, dell’opposizione alla risurgenza dei nazionalismi sovranisti beceri, fondati sul rigetto dell’altro, l’odio, l’esclusione.

Le donne, i giovani, i contadini, non si limitano più a domandare ai dominanti di diventare « buoni », di agire. Hanno deciso di agire essi stessi per cambiare il mondo : da qui, in particolare l’attuale fase di mobilitazione di massa fondata sugli scioperi mondiali. Quello delle donne (l’8 marzo) (il terzo da loro organizzato ) è stato un grande successo. Il 15 marzo sarà la volta dello sciopero degli studenti per il clima in programmazione in quasi 50 paesi del mondo, inizialmente proposto dalla sedicennse svedese, Greta Thunberg, diventata in pochi mesi una icona mondiale della volontà degli Abitanti della Terra di « salvare la vita del Pianeta ».

Come Associazione Mondiale « L’audacia nel nome dell’umanità » esprimiamo con forza la nostra adesione ed il nostro sostegno alle donne ed agli studenti (come anche ai contadini ed agli operai) per il loro coraggio e la loro volontà di costruire cammini alternativi, nuovi, per il cambiamento Grazie a loro, il vento della speranza attiva ha ripreso forza.

Impedire che la « piazza globale » sia recuperata e trasformata nel « global marketplace »

L’accoglienza « trionfale » riservata dall’ONU alla sedicenne Greta e la foto del baciamano ricevuto dal presidente della Commissione europea, cosi come la massiccia copertura mediatica in corso su scala mondiale dello sciopero degli studenti per il clima sono certo segni importanti. L’enorme mobilitazione degli studenti lo è ancora di più ed è su questo che la grande nebulosa mondiale della società civile e delle ONG deve vigilare. E’ indispensabile constrastare ogni forma di possibile recuperazione ideologica e politica da parte dei poteri dominanti.

Non si tratta di gridare al complotto. Non ve n’è. Conosciamo , invece, la grande mistificazione in corso da anni rappresentata dallo « sviluppo durevole » e le conseguenze devastatrici del « non sviluppo durevole » pagate soprattutto dai 2 a 3 miliardi di persone che sono ancora o ridiventano senza acqua potabile, senza alloggi decenti, senza sana alimentazione, con poche cure mediche, escluse da ogni forma di partecipazione democratica, « non pesano » affatto nelle scelte prese dai dominanti, totalmente ignorate dalla finanza/mercati finanziari. Giocare sul tema « agire per salvare il pianeta » è attraente perché di facile adesione popolare senza che lo slogan implichi dei cambiamenti strutturali. Giocare anche sul fatto che i governi non fanno nulla, fa molto comodo ai poteri forti privati, le imprese, le quali possono far credere che loro , invece, sanno e possono agire per risolvere i problemi. E sulle proposte di cosa fare che la partita , non solo « locale » ma soprattutto « mondiale » , rilanciata dagli scioperi delle donne e degli studenti , deve essere giocata .

Priorità del fare

Fra i messaggi espressi dallo sciopero mondiale delle donne ci sono soprattutto « Conquistiamo l’uguaglianza » (B), « Partoriamo il futuro » (Arg). °« Gli studenti hanno mille ragioni per affermare ” Dite di amare i vostri figli più di ogni cosa e invece gli state rubando il futuro ». Siamo d’accordo Non abbiamo consigli da dare a nessuno. Siamo convinti, pero’, che è necessario ridare futuro alla vita. L’impoverimento (la povertà) è un furto del futuro. Siamo fra quelli che da anni si sono battutti per liberare il futuro dal catenaccio che l’imprigiona, cioé il sistema finanziario attuale. Occorre dare la priorità a « cambiare la finanza » per « cambiare per il clima ». Come ricordano anche gli studenti , non possiamo più aspettare, non c’è più tempo. Le cose non possono cambiare se non mettiamo in discussione il nostro sistema di vita occidentale basato sul potere/dominio nelle relazioni fra gli esseri umani e sulla proprietà privatizzata dei beni comuni, sulla mercificazione dei corpi e della vita. Questo sistema, che ci fa stare comodamente irresponsabili a osservare la deriva sociale, ci anestetizza, ci aliena da noi stessi fino a renderci indifferenti al futuro di chi non è ancora nato e ci rende incapaci di generare una umanità nuova. Se la finanza si basa cinicamente su “cosa posso fare per guadagnare più denaro” noi possiamo chiederci « cosa possiamo fare per rinunciare alle cose che sono contrarie alla cura delle relazioni di reciprocità, ai diritti umani e alla vita sul pianeta? »

Associazione mondiale « L’audacia nel nome dell’umanità. L’Agorà degli Abitanti della Terra » https:

//audacia-umanita.blogspot.com

e-mail : Audacia – Umanità<secretariat.audace@gmail.com>

Category: Ambiente, Dichiariamo illegale la povertà, Movimenti, Osservatorio Europa, Osservatorio internazionale, Politica

About Riccardo Petrella: Riccardo Petrella .Presidente dell'Istituto Europeo di Ricerca sulla Politica dell'Acqua a Bruxelles, è professore emerito dell'Università Cattolica di Lovanio (Belgio) dove ha insegnato "mondializzazione". E' promotore dell'Università del Bene Comune a Verona con la quale ha lanciato nel 2012 in Italia insieme a numerose organizzazioni l'iniziativa internazionale "Dichiariamo illegale la povertà - Banning poverty 2018". E' considerato il pioniere dell'acqua pubblica in Europa da cui è nato il movimento dell'Acqua Bene Comune in Italia. Fra i principali esponenti dell'altermondialismo ha creato nel 1991 il Gruppo di Lisbona, il cui rapporto "Limiti alla competitività" è stato tradotto in 12 lingue. Ha insegnato Ecologia umana all'Accademia di Architettura a Mendrisio (Svizzera). Attualmente sta coordinando la campagna "Dichiariamo illegale la povertà", alla quale la rivista «Inchiesta» aderisce attivamente ed è candidato per la Circoscrizione Nord Est per la Lista Un altra Europa per Tsipras.

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