Maurizio Scarpari: Davanti a TERNA ci si prosTERNA
Maurizio Scarpari, presidente del Comitato per la tutela di Venetico, ci aggiorna sulle lotte in Sicilia contro Terna Rete Italia che attua una politica di devastazione ambientale. Precedenti interventi nella rubrica “ambiente”: Mento, La Rosa e Scarpari replicano a Terna sulle devastazioni ambientali in Sicilia (27 marzo 2014); Lettera a Renzi sulle devastazioni all’ambiente di Terna Rete Italia in Sicilia (20 marzo); Maurizio Scarpari (a cura di ). Un Dossier sulle lotte contro Terna Rete Italia in Sicilia (20 marzo). Il Dossier è anche pubblicato a stampa in “Inchiesta” gennaio-marzo 2014. Il titolo di questo intervento è stato suggerito da Amina Crisma.
Notizia 1
Ci siamo: nei prossimi giorni Terna inizierà a installare i cavi, partendo dal pilone n. 1 a San Filippo del Mela, prima ancora di aver completato il lavoro di palificazione (manca ancora qualche pilone nella parte terminale del tracciato dalla parte di Serro, nel messinese). Il momento tanto temuto è fatalmente giunto, nel silenzio imbarazzante delle istituzioni e dei politici, locali e nazionali. Non hanno dato ascolto alle nostre richieste, tranne in un caso non ci hanno nemmeno risposto (l’on. Realacci ha presentato un’interrogazione parlamentare ancora inevasa). Ora sarà tutto più difficile. Non possiamo rinunciare a credere che alla fine il buon senso perda l’ennesima occasione per affermarsi, davanti all’evidenza del disastro che si sta perpetrando ai danni di una terra bellissima che non merita lo scempio in atto. Il suo inesorabile declino diventa irreversibile, altro che rilancio del turismo al Sud che qualche imprenditore va proponendo!
Notizia 2
In questi giorni il tribunale di Rovigo ha condannato in primo grado a tre anni di reclusione e cinque d’interdizione dai pubblici uffici per disastro doloso gli ex vertici Enel (Franco Tatò e Paolo Scaroni) per la centrale di Porto Tolle: omessa installazione di apparecchiature per misurare l’impatto delle emissioni della centrale alimentata a olio combustibile. Grazie a uno studio condotto dall’Istituto Tumori del Veneto il magistrato ha ritenuto plausibile il rapporto tra le emissioni in eccesso e i danni alla salute e all’ambiente. Non solo inquinavano, ma omettevano di fare i controlli d’obbligo! L’Ispra ha stimato in 3,6 miliardi di euro il danno economico, niente male! Assolto invece Fulvio Conti, attuale ad di Enel.
Notizia 3
Secondo il difensore di Scaroni “i reati contestati non sussistono” e caso mai sussistessero “sono così risalenti nel tempo che, se ci fossero stati, già oggi avrebbero dovuto essere dichiarati prescritti”. Insomma, roba vecchia, perché parlarne? “Sono stupefatto da questa decisione” dichiara Scaroni, “la centrale Enel di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in vigore anche all’epoca dei fatti.” Ci risiamo, tutto a norma, il vizietto di sempre. Ma le regole chi le detta? Come nel caso di Sesto San Giovanni denunciato qualche mese fa dal Fatto Quotidiano: 36 casi accertati di tumore su 150 inquilini che vivono in due palazzoni situati a poca distanza da un elettrodotto dell’alta tensione. L’Arpa, l’ente regionale di controllo chiamato ad accertare il grado d’inquinamento, ha dichiarato che le distanze di sicurezza sono a norma. La norma stabilita da chi e in che modo? Se le norme sono rispettate, vorrà allora dire che i malati di tumore sono immaginari, saranno i soliti ambientalisti che s’inventano di tutto pur di mettersi in mostra…
Notizia 4
Scaroni e Conti si trovano in questi giorni al centro di roventi polemiche perché devono essere rinnovati nelle loro prestigiose cariche, al pari di Flavio Cattaneo, ad di Terna. In otto anni i super manager di stato hanno guadagnato complessivamente 65,3 milioni di euro. Per i dettagli si rinvia agli articoli di Luca Pagni su Repubblica. it, da cui anche le citazioni sono tratte: “Dagli uffici dell’Eni fanno notare come il reato per cui è stato condannato in primo grado Scaroni non faccia parte dell’elenco della direttiva del Governo, che parla di delitti contro la pubblica amministrazione, il patrimonio, l’ordine pubblico o materie tributarie.” La salute dei cittadini non è inclusa, stia pure tranquillo. Vedremo cosa farà Renzi. Sì, perché, qualcosa in comune i tre l’hanno: Enel e Terna sono infatti due facce della stessa medaglia, anche se le competenze sono diversificate. Se un tempo le responsabilità erano tutte in capo a Enel, ora sono in parte in conto a Terna, che progetta e realizza gli elettrodotti.
Notizia 5
Comitati e associazioni di cittadini hanno da sempre difeso i territori minacciati da Terna, secondo loro insensibile alla tutela dell’ambiente, del patrimonio storico-artistico, della salute; irrispettosa soprattutto dei diritti dei cittadini, con i quali non parla. Gli uomini di Terna non “parlano”, “trattano”, ma non con i cittadini, solo con gli enti locali e con le istituzioni ai vari livelli, fino ai ministeri che rilasciano l’autorizzazione finale. Con funzionari e politici, dunque, che non sempre sono dalla parte dei cittadini, e che spesso non sono mai stati nei luoghi dove gli elettrodotti passeranno. Li hanno visti sulla carta, tanto basta. Una volta che il processo autorizzativo è completato, Terna passa alla fase esecutiva: tutto è regolare e a norma, nessuno potrà intervenire per controllare. Un caso unico, Terna opera senza un controllore, nessuno può verificare la qualità dell’opera e difendere, se necessario, i diritti dei cittadini, esclusi così da tutte le fasi del processo. Anche se poi l’elettrodotto sarà vicino a casa loro, passerà sulle loro campagne e aziende, distruggerà il paesaggio, la bellezza dei borghi in cui vivono e, con essi, la speranza di un possibile sviluppo.
Notizia 6
Vuoi vedere che hanno ragione i cittadini quando sostengono che le norme e le disposizioni che sembrano fatte apposta per favorire i progetti di Enel/Terna un domani si riveleranno sbagliate – com’è successo in un numero infinito di casi – e che Terna, che ora sta cercando di rimediare ai danni causati in passato da Enel, un domani dovrà smantellare quello che oggi sta costruendo perché diverrà evidente che non va bene per l’ambiente e non fa bene per la salute? Una gallina dalle uova d’oro: guadagno assicurato per smantellare il vecchio e guadagno assicurato per costruire il nuovo, poi ancora smantellando il nuovo ormai diventato vecchio e ricostruendo qualcos’altro che non andrà bene, e così via. Ma senza spendere troppo per realizzare le cose come si deve, ad esempio facendo passare gli elettrodotti in galleria protetta, che non costerebbe poi tanto di più. Non ne varrebbe la pena, Terna garantisce così alti profitti per i suoi azionisti per un tempo infinito.
Non deve perciò meravigliare che il 2013 si sia chiuso con il bilancio migliore di sempre, con un utile netto di 514 milioni di euro (+ 10,8%) e addirittura un calo dei costi, un misero – 0,01%, poca cosa si dirà, ma un segnale interessante, che fa fare bella figura con gli azionisti che decidono rinnovi e compensi, dimostrandoche si fanno più utili a fronte di minori costi. E la qualità? E la sicurezza? Dettagli.
Conclusione
Magari interviene un potente che risolve ogni cosa, come in un bel sogno. Abbiamo scritto persino a Renzi, gli abbiamo chiesto di venire a vedere con i suoi occhi, di non fidarsi di quello che gli raccontano. Magari viene davvero e ferma tutto, e chiede ai ministeri di riconsiderare insieme a Terna questo progetto assurdo – e i prossimi che Terna ha intenzione di costruire nelle stesse zone –, magari con un maggiore rispetto per la gente, per i luoghi, per la loro storia. Magari. Abbiamo tentato ogni strada per attirare l’attenzione dei politici e delle istituzioni, non ci siamo riusciti. Possibile che il solco tra noi e loro sia così profondo?
Se Renzi o qualcuno dei suoi non verrà, non ci resta che disturbare Papa Francesco, che ha davvero a cuore la gente. Il 18 aprile, a Venetico Superiore ci sarà la Via Crucis vivente, l’intero paese parteciperà all’evento, una tradizione che si tiene da novant’anni. Le croci saranno issate davanti a una chiesetta diroccata, posta a poche decine di metri dal centro abitato, in cima a una collinetta, chiamata Calvario per l’appunto. Dietro la chiesetta, imponente, si erge Lui, il pilone monostelo alto oltre sessanta metri (che Terna, immagino per burlarsi di noi, si ostina a definire “a ridotto impatto ambientale”), forse sono anche ottanta i metri, non siamo in grado di calcolarli con precisione, con le sue larghe braccia tese e pronte a reggere i 18 cavi dell’alta tensione più il 19° di segnalazione.
Qualcuno può ricordare al Presidente del Consiglio che lo aspettiamo? O avvisare il Santo Padre che ci piacerebbe averlo con noi? Magari per una volta il sogno s’avvera, e i dirigenti di Terna si ravvedono sulla via di Venetico…
Category: Ambiente, Movimenti, Osservatorio Sicilia
Questa volta purtroppo alla tradizionale processione del venerdi santo ci sarà una croce vera: il Pilone !
Mi unisco all’appello del presidente del Comitato per la Tutela di Venetico:
AIUTATETI A FERMARE QUESTA ENNESIMA TRAGEDIA PREANNUNCIATA!!!
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