Mario Agostinelli: Esigete il disarmo nucleare totale

| 20 Ottobre 2014 | Comments (0)

 

 

Da Inchiesta cartacea di luglio-settembre 2014  diffondiamo questa riflessione di Mario Agostinelli sul libro  Exigez! scritto da Stéphane Hessel e Albert Jacquard tradotto e pubblicato dalla casa editrice Ediesse, Roma, 2014. I disegni sono delle bambine e bambini della Scuola media Anna Frank di Guanzate (Como)



Nel valutare l’opzione della fonte nucleare per soddisfare la domanda elettrica, si omette di frequente il nesso che lega l’atomo civile a quello militare. Come infatti trascurare che il materiale che arma l’ordigno più potente e delittuoso mai costruito dall’uomo sia ottenuto attraverso l’arricchimento dell’uranio o il ritrattamento del plutonio, che provengono più o meno direttamente dalle centrali a fissione? E come sottovalutare l’intreccio societario tra le compagnie facenti parte dei complessi militari e quelle del sistema industriale-energetico che governa l’offerta e la distribuzione energetica nei Paesi più avanzati e contemporaneamente impegnati nel gioco della potenza a livello della politica internazionale?

Il nucleare civile è una via privilegiata verso il nucleare militare“: questa è una affermazione molto chiara e netta, pronunciata in tandem da Stéphane Hessel, noto in tutto il mondo per il best seller mondiale “Indignatevi!” e dallo scienziato Albert Jacquard, coautori di un pamphlet francese Exigez! ora tradotto e pubblicato in Italia (dalla Casa editrice Ediesse, Roma 2014) e il cui obiettivo è il “disarmo nucleare totale”.

La tensione che illumina il messaggio dei due pacifisti porta a valutare l’avventura nucleare – nel suo complesso, non solo nell’accezione bellica – come un crimine verso l’umanità, a cui le nuove generazioni dovrebbero reagire considerando la distruzione del pianeta come un evento tutt’altro che escludibile. E che potrebbe avverarsi perfino per errore.

Come affermano Teresa Fortuny e Xavier Bohigas, Membri del Centre d’Estudis per la Pau JM Delas l’incidenza di errori umani nella manipolazione delle armi nucleari è significativa, anche se abilmente occultata. All’inizio del 2014 l’Air Force statunitense ha sospeso 34 funzionari responsabili per il lancio di missili nucleari, per aver disatteso le prove di competenza o per aver omesso di giustificare le loro assenze sul posto. Ha anche licenziato diciassette ufficiali destinati a monitorare i missili nucleari Minuteman, per aver violato le norme di sicurezza.  A seguito di questi “bug”, John Kirby, portavoce della Difesa, ha affermato che ci sono problemi sistemici tra il personale nel campo della corsa al nucleare. Ed ha aggiunto che gli errori di coloro che supervisionano l’arsenale nucleare hanno generato “legittime preoccupazioni circa la gestione di uno dei compiti più importanti e delicati”. Il senatore Mark Udall, presidente della sottocommissione del Senato che sovrintende l’arsenale nucleare, ha ammesso: “Sono ancora preoccupato per gli errori di calcolo e la indisciplina manifestati negli ultimi mesi da parte di alcuni agenti assegnati al lancio di missili”.

Lloyd J. Dumas, docente presso l’Università del Texas, ha studiato la possibilità di errori da parte del personale incaricato delle tecnologie nucleari, sia civili che militari. Quasi l’80 % degli incidenti registrati in dieci centrali nucleari studiate, sono dovuti a errori del personale o a inadeguatezze dei protocolli. Durante il periodo 1950-2011, c’è stata una media di un grave incidente nel settore delle armi nucleari ogni sette mesi (rischi di collisione tra aerei e depositi di bombe, dispersione incontrollata di materiale radioattivo, infrazioni delle procedure di allarme per stress del personale, etc.).

Tutti questi incidenti e guasti nella gestione e nel controllo degli arsenali nucleari ci avvertono del pericolo di un’organizzazione dell’attacco e della risposta con le armi atomiche, bandita da qualsiasi orizzonte di civiltà, ma di fatto consegnata a procedure informatiche pressoché automatiche, finalizzate comunque all’autodistruzione dell’intera umanità. Così, non è escluso che un incidente arrivi a provocare una risposta e a scatenare una grave catastrofe o una guerra nucleare per errore o a causa di un errore umano.

Con il libello Esigete! Hessel ci insegna come si dovrebbero impostare tutte le nostre campagne culturali. Questo testo ha il pregio di rendere attuale un tema che pare scomparso finanche dall’immaginario pacifista, mentre lo coniuga con l’attuale necessità di parlare ai tanti giovani ansiosi di futuro. E, soprattutto, di cosa sia necessario cambiare perché questo nostro Pianeta possa continuare a sopravvivere.

Per sottolineare questa posizione è riportata una parte delle ultime pagine del libro di Hessel e Jacquard

 

Quale strategia per il futuro? Il rischio creato dalla proliferazione delle armi e dalla corsa alla loro modernizzazione è immenso e questo pericolo è terribilmente attuale soprattutto a causa di possibili incidenti tecnici o di errori. E’ dunque molto urgente agire e adottare la più efficace tra le possibili strategie. L’obiettivo è chiaro: pervenire alla abolizione delle armi nucleari e creare inoltre le condizioni di una pace durevole nel mondo. Il nocciolo della road map è costituito dalla Convenzione per l’aboliuzione totale delle armi nucleari, convenzione già proposta da una iniziativa cngiunta di Stati e di Ong quasi una quindicina di anni fa. L’opposizione a questo progetto è forte da parte dei principali Stati dotati di armi nucleari (Russia, Stati Uniti e Francia) ma anche da parte degli alleati degli Stati riuniti nella Nato. La strategia più efficace consisterebbe nel convincere uno o più di questi Stati a cambiare atteggiamento. La Francia sarebbe il moglior candidato per questo ruolo, possedendo essa il terzo arsenale nucleare mondiale per numero di bombe e per qualità dielle installazioni. Membro della Nato, la Francia sarebbe seguita da altri paesi dell’alleanza. Per di più, in seno all’Unione Europea essa potrebbe riuscire ad associare la Gran Bretagna alla sua iniziativa. La prossimità dellìUNione Europea alla Russia potrebbe allora offrire una garanzia di sicurezza a quest’ultima, favorendo così una sua evoluzione positiva verso il disarmo. (..) Un altra tappa essenziale, richiesta da tutti i paesi non dotati di armi nucleari, è la soppressione dello stato di alerta permanente. In effetti questo stato di alerta, destinato a permettere una risposta praticamente immediata (nel giro di pochi minuti per gli Stati Uniti e la Russia) nel caso di un attacco nucleare a sorpresa, è chiaramente una minaccia terrificante per la sicurezza internazionale, tanto più che l’eventualità di un attacco (o risposta) anche solo per errore o per un malinteso non è affatto da escludere, come l’esperienza ha fatto ripetutamente intravedere..

Ciò che si potrebbe fare con il budget delle armi nucleari. Avete un’idea dell’ammontare dei budget degli armamenti nucleari in Francia e nel mondo? Si tratta di cifre considerevoli, e si prevede vhe raggiungano, a livello mondiale, la somma di più di 700 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

Ecco qualche esempio per la Francia (preso da documenti ufficiali):

-budget nucleare militare nel 2011: 3,4 miliardi di euro;

-programma di missili M51: 8,5 miliardi di euro;

-costruzione del laser Mégajoule: 3 miliardi di euro.

Per di più , qui non sono presi in considerazione né il costo di smantellamento delle armi nucleari, né quello della gestione delle scorie nucleari militari.

Ora, con il solo budget di base annuale (3,4 miliardi di euro), si potrebbero costruire 17 centri ospedalieri universitari, oppure delle pale eoliche in quantità sufficiente per sostituire 3 reattori nucleari, oppure ancora si potrebbero assumere 85.000 insegnanti.

 

Che mondo lasceremo alle generazioni future? Avete forse dei figli, dei nipotini, o altri giovani che vi sono cari? Il nostro affetto per loro ci porta necessariamente a porci la domanda: “Che mondo lasceremo loro e, più generalmente, alle generazioni future?”

Questa domanda, inevitabile, ha chiaramente una portata molto vasta. Essa comprende, trale altre, le nozioni di giustizia, di solidarietà di qualità della via ecc.. ma ve ne è una senza la quale tutte le altre sparirebbero per sempre, poiché essa condiziona la possibilità stessa della sopravvivenza della nostra specie: si tratta, l’avrete già capito, della abolizione totale di tutte le armi di distruzione di massa e soprattutto della più terrifcante tra di esse, l’arma nucleare.

Il vero problema da risolvere per la comunità internazionale, è quello della “sicurezza” senza le armi nucleari. Come dice Gorbaciov: “ ciascuno deve provvedere alla sicurezza dell’altro”. Noi invece stiamo prendendo il problema alla rovescia… Allora la conclusione di questo opuscolo s’impone da sola: esigete dai vostri governi un disarmo nucleare totale.

 

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Category: Ambiente, Osservatorio internazionale, Politica

About Mario Agostinelli: Mario Agostinelli (1945) ha lavorato come ricercatore chimico-fisico per l’ENEA presso il CCR di Ispra. Dal 1995 al 2002 è stato Segretario generale della Cgil Lombardia e nel 2004 ha dato vita al movimento Unaltralombardia, con l’obiettivo prioritario di rinnovare dal basso le forme della rappresentanza. Ha ricoperto un incarico istituzionale come Consigliere regionale in Lombardia, eletto come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista, e nel 2009 ha aderito a Sinistra Ecologia Libertà. Sul piano internazionale si è contraddistinto per un intenso impegno nel Forum Mondiale delle Alternative e nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.

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