Cristina Biondi: 18 Nuovo dizionario delle parole italiane. Da “Mare” a “Volere e potere”

| 6 Ottobre 2019 | Comments (0)

 

 

 

MARE

La nostra collocazione geografica è quella che è: siamo circondati dal mare. Poteva andarci peggio e nessuno di noi, almeno sino ad ora, pensa di dover emigrare nel profondo Nord per contendere agli orsi polari le Isole Svalbard. C’è il clima legato alle latitudini e il clima politico, con destabilizzazioni su entrambi i fronti, causate dal progresso e dalla globalizzazione. Ora siamo abbastanza vicini al panico: se le linee costiere avanzeranno sulla terra ferma (ammesso e non concesso che da noi la terra stia ferma) saremo in un bel guaio. Inconsciamente dilaga la paura di essere invasi dal mare e la arginiamo focalizzando la nostra attenzione sugli sbarchi dei migranti, mentre evitiamo di pensare di essere veramente invasi dal mare (mare: complemento d’agente).

Quanto al rapporto del mare con i climi politici è meglio che continuiamo a puntare le nostre telecamere sul Mediterraneo, evitando di pensare di essere coinvolti in quello che prima o poi succederà nel Mar Cinese Meridionale.

Dal momento che i mass media sono in grado di fomentare i timori della gente, i settimanali dovrebbero evitare di mostrarci per tutta l’estate centinaia di ragazze in costume da bagno. Sembrano più innocenti e naturali delle conigliette di Play Boy, ma non fanno che ricordarci che abbiamo troppo mare intorno.

 

IMPERO

L’Italia è un satellite dell’Impero Americano, che ha il controllo della situazione sui mari (almeno per ora). Gran parte delle acque sono extraterritoriali, il che darebbe una valenza politica alla semplice evidenza che le terre sono terre e gli oceani sono oceani, comunicanti tra loro, quindi globalizzati da qualche miliardo di anni. Abbiamo sognato di fondare l’Impero Europeo, ma Roma non può risorgere, è divisa in due stati, Berlino è stata troppo a lungo tagliata in due per fare della porta di Brandeburgo (simbolo della vittoria della pace sulla guerra) il centro della sfera del potere imperiale, Parigi val bene una messa, ma da quando è bruciata Notre Dame poter continuare a dirvi messa è diventata una priorità. Madrid, Costantinopoli e Vienna sarebbero capitali imperiali periferiche e per certi versi anacronistiche, Londra si è consegnata all’Impero Americano e non si sa bene se riuscirà a conservare per sé i gioielli della corona.

L’Europa ha radici cristiane e il Cristianesimo purtroppo affonda le sue radici nel tradimento: i libri di scuola narrano che con Costantino l’Impero è diventato cristiano, ma è avvenuto anche l’esatto contrario: il cristianesimo si è convertito all’ideologia imperiale. Imperatori e re hanno rinunciato a prerogative divine, ma hanno avuto in cambio eserciti disposti a seguirli in guerra senza che vi fossero più obiettori di coscienza, un tempo passati per le armi tra la costernazione dei loro commilitoni, increduli che si potesse rimanere fedeli al precetto di non uccidere. Quasi nessuno ha continuato a pensare che la fedeltà alla Croce fosse incompatibile con gli scudi crociati di chi offriva per l’ennesima volta l’emblema del Signore ai colpi delle lance e delle spade dei nemici del proprio signore.

 

GLI UOMINI E LE SCIMMIE

L’ho visto in televisione piena di una gioia stupefatta e leggera: lui è volato scalando tutti i balconi del palazzo e ha preso il bimbo che pendeva nel vuoto per riportarlo oltre la ringhiera. Mi ha commosso, mi sono sentita orgogliosa di lui, un po’ vergognandomi del mio primo pensiero: è nero e agile come una scimmia. Poi questo pensiero si è affermato rivendicando con orgoglio la nostra discendenza dai primati: finalmente possiamo esserne fieri, non abbiamo motivo di nasconderci dietro una foglia di fico, siamo eredi delle scimmie e ci arrampichiamo sull’albero della conoscenza, oltre a mangiarne i frutti. Poi, pensando a parecchie vertiginose ascese verso il progresso compiute da miei simili meno benintenzionati o più visionari, torno a pensare al mio eroe, gli concedo da subito l’aureola dei santi e, abolendo del tutto il pregiudizio che immagina le nostre più remote antenate meno intelligenti di noi, me lo raffiguro come l’anello di congiunzione tra le scimmie e Gino Strada.

 

SICUREZZA

“Ho chiuso il gas? Ho sprangato la porta di casa?” Ci si alza in piena notte per verificare, dopo si è abbastanza sicuri. Ogni rassicurazione nasce dall’insicurezza, ma chi ci richiede una delega politica non verrà a verificare l’orientamento delle manopole dei nostri fornelli, ci suggerirà ad armarci fino ai denti, invitandoci ad assumerci in prima persona il potere di spada, dandoci la facoltà di dichiarare guerra a chiunque violi il nostro spazio sovrano. A ben pensarci chi può dormire sonni tranquilli non sono le pecore, ma i leoni e il genere umano è congeniato in modo tale da potersi pensare per il 90% pecora e per il 10% leone, con complicati equilibri di attacco e difesa. Nel mondo ottomano i contadini erano “il gregge”, tosato e protetto, dalle nostre parti il gregge presuppone un pastore, ma queste metafore non spiegano come si arrivi poi a indossare tutti una divisa e a imbracciare un fucile.

Non è poi così male vivere insicuri e guardinghi, attenti e prudenti, fiutando il pericolo nell’aria. Non è rassicurante che tutti i rischi che corriamo vengano evidenziati e divulgati: sono decisamente troppi e, meno cose accadono nel presente, più sono i pericoli che ci minacciano. I piccoli dormono con l’orsetto di peluche, gli adulti hanno bisogno del sonnifero (il cui foglietto illustrativo avverte: “sono un tranquillante… vendimi la tua anima, altro acquirente non capiterà, un altro diavolo non c’è più”). Siamo d’accordo con Wizlawa Szymborska: non è strettamente necessario guardare in faccia le proprie paure, ma forse un po’ di paura dei diavoli è meglio averla perché non è detto che vogliano la nostra anima, è possibile che si accontentino dei nostri voti e del nostro consenso.

 

COMPLESSO DI EDIPO

Il bimbo sogna di uccidere il padre per sposare la madre, il cinquantenne, fatta carriera e sperimen-tato il matrimonio con una coetanea, nullificato dalla perdita di interesse (i matrimoni rati ma non consumati vengono annullati, quelli giunti a consunzione vengono nullificati), sogna di ricevere un tributo di ammirazione e di passione da una ventenne-trentenne desiderosa di trovare una scorciatoia che le eviti le delusioni della relazione con un uomo della sua stessa generazione, che giunto alla soglia dell’età critica, preda anch’esso del démon de midi, non la riterrà più attraente e la lascerà per sedurre un’ingenua fanciulla. Sposare un coetaneo dei propri genitori è un po’ deprimente, la giovane, più figlia che compagna, rischia di fare la fine di Antigone che condusse il padre cieco a Colono. Lei, promessa sposa a un primo cugino, avrebbe potuto sfuggire al ginepraio dei rapporti familiari nascendo ai nostri tempi, andando per qualche anno in Erasmus e laureandosi in psicologia con una tesi sul lavoro di Anna Freud, devotissima a un padre che la volle sempre vicino a sé.

 

SACRIFICIO

Sacrificio per i genitori di un tempo significava capacità di risparmio, la dedizione della madre era fuori discussione e il lavoro del padre era l’ovvia conseguenza di essere diventato capo famiglia. Oggi i genitori sacrificano soprattutto il proprio tempo, dedicarsi alle economie è anacronistico come mettersi il cilicio per frequentare senza sensi di colpa l’alta nobiltà alla quale si ha accesso per diritto di nascita. Una volta si cercava di ovviare alla mancanza di denaro, oggi si rinuncia alle infi-nite altre possibilità di gestire la propria vita offerte a chi non ha l’immediata necessità di allattare o correre dietro al pargolo che da quando ha iniziato a camminare è perennemente in libera uscita. Va dolcemente instradato, ma guai a impedire i suoi movimenti.

C’è chi nelle fasce del Bambin Gesù vede una prefigurazione del sudario: sono troppo strette, lo paralizzano in un sonno mortale. Del resto la contemplazione richiede un fermo immagine ed è difficile mettere al centro del presepe una creatura che pedali beata nel vuoto dando sfogo a movimenti scoordinati e involontari (stabat mater et stabat etiam filius). Max Ernst nel dipingere una Madonna che sculaccia il Bambin Gesù è fedele alla tradizione iconografica che vuole una totale assenza di movimento e realizza una composizione statuaria: il braccio della vergine è alzato per colpire, ma è bloccato nella sacra rappresentazione, fissato nel vuoto come quello del Cristo al centro del giudizio universale.

Guai a chi sculaccia i propri figli o inibisce i loro movimenti, i guinzagli per bimbi, ancora in uso negli anni cinquanta (ne sono diretta testimone), potrebbero oggi figurare accanto agli arnesi di tortura della Santa Inquisizione. Nel sacrificio dei genitori s’insinua l’ombra della colpa, ai tempi di internet senza limiti danno prova di una disponibilità limitata, ma non limitante gli exploit della loro creatura semovente che, in piena innocenza, può gettare manciate di coriandoli direttamente nella fontana della piazza senza che la costernazione degli astanti trovi modo si esprimersi. Il guaio dei genitori dei nostri tempi è che non esistono più creature innocenti senza colpevoli.

 

VUOI? VUOI? VUOI?

Fare una domanda prevede un soggetto che interroga e un altro al quale la domanda è rivolta. Vor-resti fare una vacanza? Vuoi comprare casa? Vuoi arredarla? Ti serve un servizio di pentole?

Voi leggete un bell’avviso con tanto d’illustrazione di non importa cosa, ma nessuno, proprio nes-suno è presente per ascoltarvi.

Il vantaggio è che se rispondete mentalmente, che è poi è il solo modo di rispondere a tali sollecita-zioni, con una parolaccia nessuno si offende o vi dà del maleducato. Loro non sono interlocutori, non hanno un volto, sono un insieme imprecisato di individui che si celano dietro il nome astratto e onnicomprensivo di “banca”. Si nascondono, quindi avete buoni motivi per pensare che siano loschi, loro credono di fare i furbi costringendo l’ultimo dei loro impiegati, quello che trovate alla cassa, a metterci la faccia e a sorridere da un poster formato da quadrettoni di fototessere, dove accanto a lui sorride una ventina di suoi colleghi e colleghe, soprattutto colleghe, non troppo belle e non troppo truccate.

Vacanza? Casa? Divano? Pentola? La vacanza, la casa, il divano e la pentola sono la mia vacanza, la mia casa, il mio divano, la mia pentola perché IO NON DESIDERO, IO POSSIEDO, come se fossi ricca di famiglia. È troppo facile gettare l’amo per prendere i pesci piccoli, mi dispiace di non essere un re medioevale squattrinato: potrei costringere i banchieri del mio regno a finanziare le mie campagne militari, perché io VOGLIO andare in guerra!

 

VOLERE E POTERE

Volere è potere: nel nostro piccolo, se abbiamo un bel gruzzoletto, possiamo fare un sacco di cose, diventando pericolosi per tutti coloro che trarrebbero degli svantaggi da quello che noi vogliamo fa-re. Mettiamo che io voglia che nessuno rimanga più mutilato dalle mine antiuomo: impiego il mio gruzzoletto per comprare qualche migliaia di libri di Gino Strada e li distribuisco gratuitamente davanti alle fabbriche italiane di mine, davanti alle scuole dei figli degli operai, ai loro vicini di casa. Avrei risultati imprevedibili, ma almeno ci avrei provato. Invece mi accontento di mandare un modesto assegno a Médecins sans Frontières: armatevi e partite, le mine sono già esplose.

Da quando mi sono interessata alle imprese di Gengis Khan, che ha depredato e raso al suolo città di grande bellezza, è diventato in me bruciante il desiderio di acquistare una piccola miniatura persiana (forse antica, forse no) vista al mercatino dell’usato. Ecco dove devono andare i nostri soldi, non nella realizzazione di progetti ambiziosi, arditi, strampalati, dobbiamo non rischiare nulla, possedere, acquistare, spendere, convincendoci che non siamo poi così abbienti, così capaci. Viviamo bene, ma l’etica guarda al bene comune, l’unica cosa che sembra impossibile globalizzare. Ci nutriamo di cibi costosi e li facciamo sparire, facendoli diventare qualcosa che producono tanto i ricchi quanto i poveri. Se i soldi sono lo sterco del diavolo, cosa mangerà mai il Principe delle tenebre per evacuare euro? Certo tutti noi cerchiamo di ricavare denaro dai nostri rifiuti, ricicliamo carta, plastica e umido, concimiamo i campi, ma non ci pacerebbe, prima di tornare polvere, fare qualcosa di importante?.

Category: Ambiente, Culture e Religioni, Libri e librerie, Osservatorio internazionale

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